«Le foreste sono fondamentali per la sicurezza alimentare e per assicurare migliori condizioni di vita.» È quanto afferma la dichiarazione finale del XIV Congresso mondiale sulle foreste, che si è tenuto dal 7 all’11 settembre a Durban, in Sud Africa. In occasione del Congresso, la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), ha pubblicato il rapporto di valutazione globale sulla gestione delle foreste, The Global Forest Resources Assessment 2015, da cui risulta che dal 1990 a oggi sono andati perduti circa 129 milioni di ettari di foresta, un’area equivalente quasi al Sudafrica. Mentre nel 1990 le foreste costituivano il 31,6% del territorio mondiale, circa 4.128 milioni di ettari, nel 2015 questo dato è sceso al 30,6%, vale dire circa 3.999 milioni di ettari.
Tuttavia, c’è anche un dato che indica un rallentamento della deforestazione negli ultimi anni. Infatti, il tasso annuo netto di perdita di area forestale si è più che dimezzato, passando dallo 0,18% dei primi anni ‘90 allo 0,08% nel periodo 2010-2015, grazie al fatto che un numero crescente di aree forestali è stato protetto, molti più paesi stanno migliorandone la gestione, la misurazione e il monitoraggio delle risorse, con un maggior coinvolgimento delle comunità locali nella pianificazione e nelle politiche di sviluppo.
Nonostante gli sforzi di conservazione, avverte la FAO, la minaccia della perdita di biodiversità persiste ed è probabile che continui per via della deforestazione e del degrado forestale. Nel periodo 2010-2015 Africa e Sudamerica hanno registrato la più alta perdita annuale netta di foreste, rispettivamente con 2,8 di ettari e 2 milioni di ettari, ma il rapporto fa notare come il tasso di perdita sia “notevolmente diminuito””rispetto al quinquennio precedente.
Dal 1990 a oggi la maggior parte della deforestazione ha avuto luogo ai tropici, cioè nelle zone dove è esplosa la coltivazione delle palme per la produzione di olio, che ha sottratto progressivamente terreno alle foreste. Al contrario, nei paesi temperati l’area netta di foreste è aumentata, mentre non vi sono stati cambiamenti rilevanti nelle regioni boreali e subtropicali. Tuttavia, data la crescita della popolazione mondiale, la superficie media di foresta pro-capite è diminuita principalmente nelle zone tropicali e subtropicali, ma anche in tutte le altre regioni climatiche con l’eccezione di quella temperata.
Voi comunicate che alcune marche cominciano produrre alimenti senza olio di palma, purtroppo tali prodotti sono impossibili da trovare nei supermercati.