covid, donna con mascherina circondata da virusMai come in occasione della pandemia da Covid-19, gli effetti del cibo sulla nostra salute sono stati oggetto di manipolazione e bufale. È di questo che ha parlato Andrea Ghiselli, già dirigente del Crea Alimenti e Nutrizione, in occasione della quarta edizione della Giornata della nutrizione organizzata dal Centro di ricerca. Con l’esplosione della pandemia, è esplosa infatti anche la domanda di alimenti e integratori che svolgessero un ruolo protettivo nei confronti della malattia e si sono moltiplicate le iniziative di chi ha cavalcato quest’esigenza, pubblicizzando gli effetti immunostimolanti dei prodotti.

“Il problema delle fake news nutrizionali esisteva già da tempo – sottolinea Ghiselli –, ma la situazione di emergenza ha determinato un forte incremento del fenomeno. Questo è evidente non solo in rete, ma anche sulle confezioni di alimenti e integratori, che ne reclamizzano spesso le doti immunostimolanti”. Tutto ciò nonostante nessun integratore o alimento sia raccomandato per efficacia terapeutica o preventiva contro il Covid-19. “Le informazioni si sono diffuse in rete troppo rapidamente – prosegue Ghiselli –, una velocità che non è adeguata allo sviluppo e all’acquisizione di conoscenze scientifiche su basi solide. In presenza di una pandemia la comunicazione ha un ruolo delicato ed è evidente che, in questo contesto, ha fallito la sua missione”.

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Un esempio di fake news è rappresentato dal ruolo ‘salvifico’ attribuito a molti integratori, in particolare alle vitamine C e D

Un esempio di tali comunicazioni fuorvianti è rappresentato dal ruolo ‘salvifico’ che è stato attribuito ad alcuni integratori alimentari. Durante la pandemia questi prodotti e la loro correlazione con il Covid sono stati tra le voci più ricercate online. “Tra tutti i prodotti, sono emerse in particolare le vitamine C e D, che hanno registrato in questi anni un aumento della domanda – spiega Fausta Natella, ricercatrice del Crea Alimenti e Nutrizione –. Eppure, le informazioni a nostra disposizione sul potere protettivo di queste vitamine rispetto al Covid deriva quasi esclusivamente da studi di tipo osservazionale; un genere di ricerca per sua natura soggetto a molti errori. Questi studi, infatti, trovano una correlazione tra fenomeni, ma non possono dimostrare un’effettiva relazione di causa effetto. Sarebbero molto più significative ricerche condotte con altri metodi, come gli studi clinici randomizzati, ma finora gli studi di questo tipo sull’efficacia delle vitamine C e D nei confronti del Covid sono pochi e di bassa qualità. Si tratta infatti generalmente di ricerche condotte su pochi individui, oppure senza gruppo di controllo o, per esempio, realizzate senza definire le tempistiche di somministrazione”.

Il caso della vitamina D è chiarificatore, la carenza di questa sostanza è stata riscontrata con una certa frequenza nei pazienti Covid. Si tratta però di una semplice correlazione, che non necessariamente significa che la carenza di vitamina D renda più probabile contrarre il virus o più infausto il decorso della malattia. “I fattori confondenti sono qui di diverso tipo – prosegue Natella –, da una parte, infatti, negli anziani, i soggetti più fragili anche rispetto al virus, si registra comunque un problema di carenza di questa molecola e, dall’altra la riduzione della presenza di vitamina D nel sangue potrebbe anche essere determinata dallo stato infiammatorio causato dal Covid-19. I fattori confondenti negli studi sono insomma tanti”.

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La diffusione di bufale ha subito un’accelerazione a causa della pandemia e le istituzioni mediche hanno cercato di porre un argine a questo fenomeno

Un discorso analogo vale per la vitamina C. “Rispetto agli effetti protettivi di questa molecola – spiega Natella – l’unico studio clinico impostato in maniera rigorosa è stato interrotto per futilità”. Nessuno di questi due integratori vitaminici è insomma confermato come adatto a prevenire o trattare il Covid. “Il modo corretto per mantenersi in buona salute e avere un sistema immunitario efficiente – ha detto Fausta Natella a conclusione del suo intervento– è avere una dieta equilibrata e adeguata alle esigenze. È chiaro poi che gli integratori vanno presi se vi è una carenza di qualche tipo, come accade spesso proprio con la vitamina D”.

Per evitare di cadere vittima delle fake news, è comunque possibile seguire alcune semplici indicazioni, qui le sette regole proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità e riproposte da Andrea Ghiselli nel suo intervento:

  1. Controllare la fonte, il sito di provenienza dell’informazione, diffidando della scientificità di testi contenenti errori di grammatica e ortografia o nei quali i concetti sono espressi con troppa enfasi, con grassetti e punti esclamativi;
  2. Non limitarsi a leggere i titoli e ricercare la stessa informazione anche da fonti diverse;
  3. Cercare online il nome dell’autore o degli esperti citati e verificane la credibilità;
  4. Controllare le date: spesso sono utilizzate immagini o informazioni fuori contesto;
  5. Valutare gli esperti e verificare i link citati;
  6. Valutare i propri pregiudizi: spesso una storia ci attrae perché conferma quello che già pensavamo;
  7. Quando si hanno dei dubbi, controllare la notizia sui servizi online creati proprio a questo scopo. Ce ne sono ormai molti, sia nazionali che internazionali

Spesso basta poco per interrompere la catena delle bufale e fare sì che la pandemia di informazioni false torni a essere contenuta in ambiti delimitati.

© Riproduzione riservata; Foto: AdobeStock

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Claudia
Claudia
19 Novembre 2021 06:39

Il 70 x cento delle difese del sistema immunitario si trova nell intestino. ed quest ultimo che bisogna preservare.. In pandemia ho preso solo fermenti e probiotici.. ho usato sempre la mascherina e fatto sempre il dovuto distanziamento. Stop.

Giova
Giova
Reply to  Claudia
9 Dicembre 2021 17:57

condivido, anch’io, e continuo praticare misure di prevenzione del contagio, anche in posti/spazi imprevedibili (le scale del condominio, la fila in posta all’aperto) e cioè mascherina, igienizzante (caduto nell’oblio collettivo) e distanziamento, ed evito gli eventi mondani, cene comprese

gianni
gianni
22 Novembre 2021 12:09

Capisco……………..certe cose si possono solo pensare ma non scrivere, molto triste ma è così.
In sostanza visto che il problema è sorto “solo” due anni fa in realtà cosa sanno per certo questi esperti?
Basta ascoltare le notizie in giro per il mondo e si può, basta volerlo, capire che la contraddizione regna sovrana…….tutte qui le meraviglie della scienza medica? o della comunicazione?

Alessia
Alessia
Reply to  gianni
25 Novembre 2021 13:45

Non posso che concordare..!!! Quando si è indecisi e non si sa bene quale strada prendere, allora meglio mettersi ad aspettare, per poter vedere cosa succede, farsi una propria opinione, e poter decidere con la nostra testa ….

gianni
gianni
24 Novembre 2021 22:19

https://www.sciencedaily.com/releases/2021/11/211118203520.htm

————Previous studies have shown vitamin D’s ability to reduce the inflammation caused by T cells — inflamed cells in the lung characteristic of the most severe and dangerous cases of COVID-19.—————————
————But as important as understanding that a drug works is understanding the how and the why. This is both to maximize benefit and minimize harm (such as preventing people from eating livestock dewormer or injecting household cleaners into their veins) as well as to pave the way for future treatments.————————
————If scientists understand how vitamin D works to combat inflammation, they understand more about how both the drug and related diseases work, paving the way for new, even more effective drugs.———————

Diverse idee nel cesto……una certezza, una vera bufala, una battuta politica velenosa insignificante, una ammissione di non avere capito ancora un fondamento comunque salvifico, e la solita immancabile formula speranzosa di nuove cure più efficaci……….
Che la vitamina funzioni è una certezza, il fatto che non sia ancora chiaro come avviene non dovrebbe essere trascurato ma pazienza.
Quindi la vitamina D potrebbe certamente aiutare ed è una banale foglia di fico affermare che non si sa se la carenza c’era prima dell’inizio della malattia o è causata dalla stessa malattia ma ancora pazienza……..facciamo finta che sia possibile non sapere pur con una serie infinita di esami del sangue onnipresenti.
Proseguendo nel ragionamento, la medicina crede fermamente nel valore degli integratori e nella loro efficacia in caso di carenza altrimenti non sarebbero così popolari, e salati, nelle prescrizioni, questa cosa la so per certo la verifico quotidianamente sulle persone che mi circondano nonostante il mio disappunto…..
Per sintetizzare quindi coloro che credono negli integratori e che dovrebbero sapere che la D è utile in carenza si premurano di affermare che non ci sono integratori utili ( probabilmente perchè il paradigma principale del mistero covidoso è un’altro ).
Per me va bene così, ma la contraddizione c’è e non è l’unica.