Il Cornetto “Algida” è il gelato che rappresenta meglio l’icona dei consumi estivi, con le immagini e le colonne sonore della pubblicità spesso trasformate in tormentone dai giovani. Nel testo abbiamo virgolettato la parola “Algida” perché, a dispetto di ogni previsione, il nome del marchio è praticamente sparito dalla confezione. Anzi per essere precisi sulla scatola di cartone il nome compare solo in una scritta proposta con caratteri tipografici minuscoli per indicare il sito. Da un punto di vista merceologico il Cornetto viene presentato come un “cono con gelato alla panna, con cialda, copertura al cacao e con granella di nocciole e meringhe“.
Sulla confezione vengono evidenziati altri due elementi importanti: l’uso di “100% panna fresca italiana” e la presenza di cioccolato nella punta della cialda. La panna fresca però rappresenta un ingrediente secondario, e forse per questo motivo il gelato non viene più pubblicizzato con il mitico slogan “Cuore di panna” come avveniva tempo fa.
Il Cornetto Algida negli anni
Algida diversi anni fa ha deciso di introdurre nella ricetta della cialda i grassi tropicali (cocco e palma) e di diminuire la quantità di panna. La novità di quest’anno è che Unilever, proprietaria del marchio, ha sostituito il palma con l’olio di girasole. La scelta ha un importante valore simbolico e ambientale perché la multinazionale da sempre schierata a favore dell’olio tropicale, ha di recente cambiato idea per non deludere i consumatori e non perdere quote di mercato.
Pur registrando la nota positiva di abbandonare il grasso tropicale, desta qualche perplessità la decisione di non cogliere l’occasione del cambio di ricetta per ripristinare un’adeguata percentuale di panna considerata il grasso di elezione del gelato. Leggendo l’etichetta si evince che il Cornetto contiene burro in quantità non definita e panna in misura pari al 2,5%. Per correttezza va detto che sul mercato sono presenti altri coni simili come quello proposto da Esselunga che arriva al 13,5 % di panna e quello Sammontana al 7%.
Le origini
Per capire meglio questa storia va ricordato che nel 1960, quando Algida lancia il nuovo gelato, il cono conteneva solo grassi nobili (burro e panna) ed era considerato un prodotto di qualità per gli ingredienti e per il felice abbinamento tra gelato, cialda e cioccolato. Negli ultimi anni gli ingredienti di pregio hanno lasciato spazio all’olio di cocco e al mediocre olio di palma. L’azienda nel 2016 di fronte alle nostre perplessità precisava che “dal confronto tra gli ingredienti presenti nella ricetta degli anni novanta e quelli presenti nella ricetta attuale, non si notano sostanziali differenze … i grassi di origine vegetale sono utilizzati esclusivamente nella cialda e nelle coperture”.
Sarà anche vero, ma allora perché il Cornetto non è più Cuore di panna. Il prodotto ha quasi 60 anni e in questo periodo la ricetta è sicuramente cambiata, per questo motivo fare un confronto e valutare le novità ci sembra legittimo. Per quale motivo Algida ostacola questa cosa appellarsi al segreto industriale?
Sempre meno panna nel Cornetto Algida
Esaminando le etichette di 15 anni fa si nota che la panna era il 40% in più (3,5% contro il 2,5) e il palma non era certo impiegato. Se una volta i concorrenti cercavano di imitare il Cornetto considerato un prodotto top, adesso la situazione si è ribaltata. Il Cornetto è un gelato industriale come tanti dove prevalgono i grassi vegetali, mentre in commercio ci sono coni di catene di supermercati e aziende che propongono gelati simili con un quantitativo di panna variabile da 3 a 5 volte di più. L’altra aggravante è il prezzo che risulta superiore anche del 50% rispetto agli altri concorrenti e questo senza un valido motivo.
Per correttezza va detto che non ci sono regole sulla ricetta del gelato. Esiste solo un codice di autodisciplina firmato dalle grandi aziende come: Sammontana, Sanson, Nestlé, Unilever, messo a punto dall’Istituto Gelati Italiano nel 1993 dove si dice che “il gelato alla crema di latte (come il Cornetto Algida) deve contenere panna, almeno il 2,5% di proteine del latte e almeno l’8% di grassi del latte ed è esclusa la presenza di grassi e proteine che non derivino dal latte”. Pur non trattandosi di una norma di legge, il testo individua gli ingredienti di un tipo di gelato che una volta veniva chiamato “Cuore di panna”.
(*) Nota:
Etichetta semaforo modello Nutri-Score applicato ai tre tipi di cono, generata con il sito Open Food Facts. Il Nutri-Score è il tipo di etichettatura a semaforo sviluppata in Francia, che dà un punteggio agli alimenti sulla base dei nutrienti contenuti (considerando sia quelli benefici per la salute sia quelli da limitare). L’etichetta prevede una gamma di cinque colori, che varia tra il verde intenso e il rosso, passando per l’arancione, abbinata alle prime cinque lettere dell’alfabeto, dalla ‘A’ alla ‘E’. Le lettere esprimono il livello di salubrità (ottimo per la ‘A’, minimo nella ‘E’). Il sistema è adottato volontariamente da centinaia di aziende sui prodotti alimentari.
Francesca Avalle e Roberto La Pira
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Bella roba, a parte che la maggior parte dei gelati aveva già l’olio di cocco, se si sostituisce il palma col cocco mi spiegate che differenza fa?
Probabilmente si ottiene un peggioramento dal punto di vista salutistico per via della maggior percentuale di grassi saturi (anche con la panna si avrebbero analoghi risultati, con in più la presenza di colesterolo).
La differenza è che eliminando l’olio di palma si segue la moda corrente.
Mediocre olio di palma?? E invece l’olio di cocco no? Ricordo che è saturo al 90 % e contiene molto laurico e miristico che sono gli acidi grassi saturi peggiori…
Il grasso di elezione del gelato è la panna , proprio quella del Cornetto di una volta.
Ma non era noto che il grasso vaccino, burro o panna che sia, è dal punto di vista degli acidi grassi alla pari o peggio del palma? e anche dal punto di vista ecologico il burro è spaventosamente sfavorito rispetto al palma. Ricordo anch’io quando controllavo le cisterne di panna destinate al cornetto. poi è arrivato anche il cocco, ricchissimo di saturi. Ora Unilever con azione di marketing data la guerra spietata al palma, ha mantenuto il cocco e ha messo un po’ di girasole= Tutti contenti !
Avevo già segnalato tempo addietro alla vs redazione i prodotti Lattebusche. Tutti i gelati sono prodotti con solo latte italiano fresco intero (e non reidratato) e panna (in percentuale molto alta). La presenza, nei prodotti con biscotto, di olio di cocco è ridotta al minimo. Questi prodotti non hanno una diffusione territoriale così capillare come quella dei prodotti da voi indicati ma, anche “esselunga” che voi chiamate spesso in causa non è presente in gran parte dell’Italia.