Dopo Washington, Minneapolis, San Francisco, Oakland, Portland, Albany e Seattle, anche a New York ha messo al bando il polistirolo utilizzato per contenere cibo e bevande. Dal prossimo primo luglio, i contenitori alimentari monouso di polistirolo espanso dovranno essere eliminati da tutte le attività, essendo stato impossibile creare una filiera per il riciclo.
Secondo il sindaco di New York, Bill de Blasio, il divieto eliminerà circa trentamila tonnellate annue di rifiuti da discariche, strade e corsi d’acqua.
Durante il primo anno i trasgressori non riceveranno multe ma solo un ammonimento. Le piccole imprese e quelle non profit, con entrate annue inferiori ai cinquecentomila dollari, potranno fare domanda di esenzione al divieto, se dimostreranno che l’acquisto di prodotti alternativi comporterebbe un danno economico ingiusto. Queste due misure sono state accolte favorevolmente dall’associazione dei ristoranti dello Stato di New York.
La decisione del divieto è stata presa dopo aver verificato che il polistirolo espanso non può essere inserito nell’attuale sistema di raccolta differenziata di metallo, vetro, plastica e cartone avviati all’impianto di riciclaggio di New York. Sarebbe stato quindi necessario creare un nuovo circuito di raccolta e riciclaggio, il che non avrebbe soddisfatto i necessari requisiti di efficacia ambientale, sostenibilità economica e sicurezza per i dipendenti dell’impianto di riciclaggio newyorkese. In base alla legge, quindi, il polistirolo espanso è stato giudicato non riciclabile.
Nelle scuole, le 830.000 vaschette di polistirolo espanso usate quotidianamente saranno sostituite con piatti compostabili, al ritmo di sedici scuole l’anno. Una scelta analoga è stata fatta da Milano Ristorazione che nel capoluogo lombardo ha avviato in questi giorni la sostituzione dei piatti di plastica monouso con piatti compostabili per 46 mila alunni al giorno.
Beniamino Bonardi
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