Parmigiano ReggianoIl consorzio del Parmigiano Reggiano si dimostra sempre più impegnato nella promozione e nella valorizzazione del benessere animale tra i suoi allevatori. Il sistema adottato per incrementare l’attenzione a quest’aspetto della filiera produttiva del suo formaggio prevede di premiare le aziende che hanno dimostrato particolare attenzione al tema o hanno realizzato investimenti specifici, ottenendo miglioramenti misurabili. Il Bando benessere animale, istituito lo scorso anno, ha già visto lo stanziamento di 8,7 milioni di euro, dati in premio dal Consorzio prevalentemente agli allevamenti (una quota minore anche ai caseifici). A questi si aggiungeranno altri 6,3 milioni, che saranno distribuiti tra il 2022 e il 2023.

Al progetto hanno aderito oltre la metà degli allevamenti che riforniscono il consorzio (fornitori del 72,5% del latte lavorato), ma anche due terzi dei caseifici, i quali hanno comunque un ruolo determinante nel promuovere l’impegno dei propri allevatori. Il benessere è stato misurato con il contributo di un team veterinari, reclutati per valutare le realtà che hanno scelto di partecipare sulla base di una lista articolata in 105 criteri, definiti dal Centro di referenza nazionale per il benessere animale (CReNBA). A questi sono stati aggiunti altri punti relativi ad alcuni aspetti specifici: la disponibilità di aree di movimento, il contatto madre/vitello, la percentuale di animali destinati alla macellazione, il numero di lattazioni a fine carriera e il livello di zoppie e di cellule somatiche nel latte (indicatore di infezioni alla mammella).

Parmigiano reggiano, vitello in primo piano
Tra i miglioramenti più praticati, spiccano quelli relativi alla gestione dei vitelli, di minore impatto economico, ma molto importanti per il benessere

Gli esiti delle valutazioni fatte nelle aziende che hanno aderito all’iniziativa hanno permesso di verificare che, nella filiera del Parmigiano Reggiano, è in atto un percorso di miglioramento del benessere animale. Nel 2021 considerando un punteggio da 1 a 100, gli allevamenti hanno ottenuto un ‘voto’ medio di 74,02, contro il 67,2 del 2018. “La maggior parte dei miglioramenti – spiegano dal Consorzio – si è osservata nella gestione dei vitelli, un dato che non sorprende, visto che in quest’ambito la normativa è particolarmente stringente e l’attenzione dei consumatori è elevata, oltre al fatto che possono essere realizzati interventi con vantaggi importanti a un costo relativamente modesto. Un’altra area nella quale si sono rilevati miglioramenti è quella della dimensione e funzionamento degli abbeveratoi e della disponibilità di spazio per raggiungere e utilizzare la mangiatoia. Questi sono stati probabilmente motivati soprattutto dalla percezione che la comodità e facilità di accesso all’acqua e al cibo sono fattori di benessere che non riducono in alcun modo la produttività”. Naturalmente le iniziative messe in campo sono molto varie, su oltre 1.400 allevamenti partecipanti, infatti, le situazioni di partenza sono piuttosto diversificate e ognuno ha agito in base alle proprie prerogative, in funzione di aspetti come le dimensioni della struttura, la collocazione geografica e il tipo di stabulazione (in stalla o all’aperto).

© Riproduzione riservata; Foto: Consorzio Parmigiano Reggiano

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7 Giugno 2022 09:36

Buone notizie. Speriamo che oltre a premiare le aziende per l benessere animale si ricordino di premiare anche quelle per il benessere dei mungitori e degli stallieri: l’etica non può essere unidirezionale ma appartenere all’impostazione aziendale complessiva; compreso l’ambiente, tra l’altro.