In un panorama mediatico che vede Coldiretti come il principale interlocutore in ambito agro-alimentare del governo giallo verde (come avveniva in passato con i governi di altri colori) (leggi articolo), il vice presidente della Società italiana di medicina veterinaria preventiva (Simevep) Vitantonio Perrone prende una posizione molto netta contro il sovranismo alimentare della lobby. Nella nota pubblicata su “La Settimana Veterinaria” del 3 aprile 2019, dopo una disamina sulla globalizzazione e la biodiversità, si focalizza l’attenzione sulle tensioni tra i vari Paesi europei. In questo ambito l’autore evidenzia la posizione furbesca di Coldiretti che, ancora una volta, stravolge i dati ufficiali del Rasff (Rapid alert system for food and feed) per supportare tesi prive di significato con il solo scopo di criticare l’Europa.
“A questo punto non sembri un volo eccessivamente pindarico vedere che, anche nel nostro Paese, certe posizioni, ancorché con intenti positivi, di fatto portano acqua al mulino di chi vuole erigere muri piuttosto che costruire ponti. In tal senso vanno anche inquadrati certi eccessi encomiastici nei confronti dell’agro‑alimentare made in Italy che, da difesa soprattutto delle sue eccellenze, spesso assume toni che rasentano il nazionalismo (o sovranismo come si usa dire da qualche tempo). Da qualche anno questa posizione sta caratterizzando la Coldiretti, che porta avanti una forte politica a difesa delle nostre produzioni agro‑alimentari, messe a rischio da produzioni di altri Paesi che si accostano e spesso oltrepassano i confini della frode alimentare.
Una battaglia sacrosanta negli intenti ma che, da tempo, sta assumendo toni a nostro avviso francamente eccessivi, quando non distorti per la facile ricerca di consenso popolare e politico. Infatti, se non è in discussione la tutela dei nostri prodotti dall’Italian sounding, non pensiamo siano da condividere certi argomenti che, più che esaltare le nostre eccellenze produttive, fanno intendere che i prodotti importati siano fatti con ingredienti scadenti e pericolosi quando non dolosamente nocivi. A tutt’oggi non ho visto commenti o reazioni in ambito veterinario a questa impostazione che, mescolando dati vecchi e nuovi, pone in dubbio l’efficacia dei controlli europei (e quindi anche italiani), che non sarebbero in grado di impedire il danneggiamento dell’agroalimentare nazionale.
Qualche settimana fa, alla presenza del vicepremier Luigi Di Maio, è stata presentata una black-list di prodotti introdotti in Italia da Paesi, anche comunitari, utilizzando a tal fine i dati raccolti dal Rasff, non facendo molto caso al fatto che anche prodotti italiani sono incorsi nella segnalazione di vari inconvenienti, sia per nostri controlli che di altri Paesi. Questo atteggiamento molto strillato ma non molto argomentato ci sembra alquanto rischioso per uno Stato dal forte e solido export agro‑alimentare diretto anche in quei Paesi che, a forza di sentirsi accusare di produrre e quindi esportare solo alimenti pericolosi, potrebbero iniziare a pensare di fare a meno delle nostre produzioni per quanto indubbiamente eccellenti.”
Vitantonio Perrone (vice-presidente Simevep)
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Spiace dirlo, ma ogni volta leggo che la fonte di una notizia è Coldiretti, prima di pubblicare sul Blog cerco informazioni aggiuntive, se non fosse che poi sulle maggiori testate online trovi solo un generico Copia & Incolla della velina di Coldiretti.
Perché deve dispiacerle? Coldiretti per alcuni è un totem, ma non deve essere un tabù. Il sovranismo alimentare di Coldiretti, come di altri soggetti economici non ha molto fondamento, nè dal punto di vista della sicurezza alimentare nè da quello economico.
Beata non conoscenza… da imprenditore agricolo chiedo a chi si batte per le importazioni che faccia sciogliere al nostro governo tutti i lacci che ci legano rispetto a tanti altri paesi facendoci sopportare costi di produzione assurdi rispetto ad altri!!! un esempio? in alcuni paesi si posson dare da mangiare ai suini sottoprodotti alimentari come scarti di ristorazione ecc.… in Italia no…cambiamo la legge!
L’Italia è uscita dalla recessione grazie alla domanda estera, ma a Coldiretti la cosa non sembra interessare, il che fa pensare che i suoi interessi siano diversi, se non addirittura conflittuali rispetto a quelli dei suoi associati. Se infatti i Paesi denigrati decidessero di vendicarsi (anche per effetto delle bordate del Governo) e l’export andasse in crisi si creerebbe un’eccedenza di offerta sul mercato interno che genererebbe effetti simili a quelli osservati per il Pecorino Romano, che hanno mandato in crisi i pastori. A Coldiretti forse interessa poco, ma se fossi un agricoltore ci penserei un po’ su.