L’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) è stato soppresso e assimilato al Cra (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura). Tutta opera del decreto legge “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”. Dal titolo sembrerebbe che per i consumatori cambi poco o nulla. Ma sono in molti a pensare il contrario. Riportiamo il servizio che Silvia Biasotto esperta di ricerche alimentari del Movimento Difesa del Cittadino ha realizzato per l’agenzia di informazioni Help Consumatori.
L’Inran chiude
“Verrà a mancare una istituzione che rappresentava un baluardo a difesa della salute del cittadino – dice allarmato il dirigente di ricerca Andrea Ghiselli che insieme a molte altre realtà ha sostenuto l’Inran contro il taglio della spending review. Anche l’Inran era un ente vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole. È vero, siamo sempre stati una realtà ibrida perché non ci siamo mai occupati dell’aspetto produttivo degli alimenti”. Ora, con il passaggio al Cra per Ghiselli “è più probabile che questo accada”.
“I vertici del Cra ci hanno rassicurato che la nostra ricerca continuerà all’interno del Consiglio e che le nostre competenze non verranno sciolte. Ma questo non vuol dire che siamo sereni”. Proprio nei giorni scorsi il presidente del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in agricoltura, Giuseppe Alonzo, insieme ai vertici dell’istituto ha incontrato i dipendenti dell’Inran. Alonzo ha assicurato che “ la ricerca dell’istituto verrà portata avanti con la massima autonomia sotto la gestione del CRA con qualche modifica statutaria. È impensabile ipotizzare altrimenti in un paese come l’Italia patria della giusta nutrizione”.
Cosa succederà?
Su come avverrà il passaggio di funzioni al Cra ancora non è dato sapere. Una direzione ad hoc o all’interno di esse? Si dovranno attendere i decreti attuativi del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell’economia e delle finanze, per l’individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie trasferite al CRA. “Qualunque cosa potremo essere all’interno del Cra sarà una diminutio di ciò che eravamo prima”. E quasi sognando Ghiselli immagina un “Istituto nazionale della nutrizione al cui interno ci dovrebbero esserci vari dipartimenti, tra cui proprio il Cra!”.
Il perché di tanta preoccupazione ce lo ha spiegato il professor Marcello Ticca, vicepresidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (Sisa), che all’Inran ha lavorato per moltissimi anni. Nel 1963 entrò appena laureato come primo ricercatore per poi diventare, fino al 2004, Responsabile dell’informazione nutrizionale. “Quello che è manca – spiega – è la consapevolezza di ciò che ha fatto l’Istituto negli anni come punto di riferimento per la ricerca in Italia. L’Inran esiste dal 1936 ed ha svolto azioni che nessuno ha mai fatto nel nostro Paese”. Dalle iniziative di educazione alimentare alle Linee Guida, Ticca ci ha raccontato tutto il prezioso lavoro svolto dall’Istituto nato nel 1936. Il professore parte dalle “Tabelle di composizione degli alimenti” comunemente consumati in Italia che sono il frutto di una serie di analisi compiute nei laboratori dell’Istituto e aggiornate periodicamente negli anni”. Siamo nel 1958.
L’Inran e l’educazione alimentare
“Altra azione importante svolta dall’Istituto – prosegue – è stata l’educazione alimentare. Ricordo come agli inizi degli anni 80, l’Inran fu incaricato dallo stesso Ministero a svolgere, tra l’altro con poche risorse, una campagna alimentare a sostegno del modello mediterraneo, quale quello più adatto a proteggere la salute nel mondo. Ricordo, inoltre, come a molti anni di distanza la dieta mediterranea rimanga valida e non sia stata affatto una moda. Tantissimi anche gli studi svolti sulle scuole per avere una mappatura sul territorio del peso delle giovani generazioni.
Nel 1986 nascono le “Le Linee Guida per una Sana Alimentazione”, aggiornate negli anni ben 3 volte. Si tratta di una importante pubblicazione stampata e distribuita oculatamente fino a 12 milioni di copie. Proprio nel 2013 dovrebbero essere riaggiornate e a questo punto mi chiedo chi possa farlo. Rilevante anche il lavoro sui Larn “Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione italiana”, per i quali l’Istituto è stato primo attore insieme alla Società Italiana di Nutrizione Umana. Anche questo lavoro è in corso di aggiornamento e non si sa chi lo finirà”, insiste Ticca.
Nel Paese sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ma privo di un univoco riferimento internazionale in tema di alimentazione, non si può non pensare che da oggi in poi anche la nutrizione avrà un rappresentante in meno all’estero. “L’Inran – conclude il professore – è sempre stato un importante riferimento a livello internazionale ed europeo. Penso, ad esempio, al progetto Eurodiet promosso dall’Unione Europea dal 1999. Iniziativa per la quale l’interlocutore italiano fu proprio l’Inran”.
Silvia Biasotto (della redazione di Help Consumatori)
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