Grilli o cavallette fritti in un piattino con menta ed erba cipollina, accanto a bacchette, tazza e vaso con piantina; concept: insetti commestibili

È uno dei temi emersi dal dibattito sull’immissione in commercio di alimenti che contengono farine di insetti: i gusci di questi animali contengono chitina e questo suscita, inspiegabilmente, allarme. C’è chi teme che la chitina sia nociva, addirittura cancerogena. Alcune delle critiche che circolano sui social sono attribuite ad Antonietta Gatti e Stefano Montanari, due ricercatori noti tra l’altro per le posizioni critiche nei confronti dei vaccini. “In letteratura non emergono rischi legati al consumo di chitina, che invece ha effetti benefici sul microbiota”, sintetizza Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione presso l’Università di Bologna, che ha affrontato il tema anche in un post su Facebook.

Ad approfondire l’argomento arriva un dettagliato articolo apparso sul sito di informazione EVA – Sapere è Potere che fa il punto sugli studi disponibili, confermando che non c’è motivo di preoccuparsi. “Consideriamo anche che si tratta di studi in gran parte realizzati prima delle decisioni sugli insetti commestibili, che quindi esaminano il problema in modo obiettivo”, precisa l’autrice dell’articolo, la giornalista scientifica Maria Cristina Valsecchi.

Grilli fritti su un piatto bianco su una fogli di banano
Recentemente si è diffusa la diceria secondo cui la chitina degli insetti sarebbe nociva per la salute e addirittura cancerogena

Cos’è la chitina?

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? La chitina è un carboidrato complesso, simile alla cellulosa, ed è la componente principale delle corazze esterne di alcuni animali come crostacei e insetti, oltre ad essere contenuta anche nella parete cellulare dei funghi. Si tratta insomma di fibre e, in quanto tali, non digeribili per l’uomo: “Noi non produciamo chitinasi, l’enzima che serve a digerirla, come fanno invece rane e lucertole – ricorda Valsecchi. – O meglio, abbiamo il gene che permette di produrre chitinasi, ma non è ancora chiaro quanta effettivamente ne produciamo e se siamo almeno in parte capaci di digerire la chitina”.

Ciò però non significa che questa crei problemi. Gli studi disponibili mostrano che ha effetti positivi sul nostro microbiota, promuove il transito intestinale e quindi combatte la stitichezza. “Inoltre alimenta la nostra flora intestinale favorendo in particolare la proliferazione dei bifidobatteri, che ci proteggono dalla colonizzazione dei batteri patogeni, rafforzano le nostre difese immunitarie e modulano il metabolismo degli zuccheri – spiega Valsecchi. – D’altronde il chitosano, da tempo in uso come integratore alimentare per aiutare a perdere peso, è un derivato della chitina fatto con il carapace di crostacei. Senza dimenticare che la chitina si trova anche nei funghi, il che significa che la consumiamo da sempre senza particolari problemi”.

Uno studio autorevole randomizzato in doppio cieco, realizzato nel 2018 mostra che la farina di grilli ha effetti positivi sul microbiota”, sottolinea Spisni. E altre conferme di questo tipo arrivano da uno studio spagnolo del 2020 secondo il quale, inoltre, il consumo di fibre di origine animale è inevitabilmente destinato ad aumentare, senza effetti negativi per la nostra salute.

Gli allarmi (infondati) sulla chitina

Perché allora tanto allarme? “Il fatto che apprezziamo tanto i crostacei ci fa capire che la nostra repulsione per gli insetti è solo culturale: dal punto di vista biologico, insetti e crostacei sono strettamente imparentati, – ricorda Spisni, – in effetti ci sono più di 110 Paesi nel mondo in cui gli insetti sono consumati all’interno di piatti tipici delle tradizioni locali”. In sintesi gli insetti possono essere considerati, dal punto di vista evolutivo, crostacei di terra, anche se qualche differenza c’è, “ma dipende dall’alimentazione, visto che i crostacei consumano alghe e sono quindi più ricchi di acidi grassi della famiglia degli Omega-3 come DHA ed EPA, – osserva il docente, – ma sono le stesse differenze che ci sono tra i pesci di mare e quelli di acqua dolce”.

gambero rosso o viola
La chitina è presente anche nel carapace dei crostacei e nei funghi, alimenti che sono consumati da sempre anche nei Paesi occidentali

Paragonata alla carne di mammiferi, invece, quella di insetti offre alcuni vantaggi: “Contiene meno grassi saturi e meno colesterolo: gli insetti sono le proteine animali più a buon mercato e con il minore impatto ambientale, – precisa Spisni – senza dimenticare che quelli allevati a scopo alimentare crescono in ambienti igienicamente controllati e che gli insetti hanno un sistema immunitario particolarmente efficiente che permette di evitare l’uso di antibiotici”.

I possibili rischi

Ovviamente anche la chitina non è del tutto priva di rischi: può provocare allergie nelle persone che sono sensibili ai crostacei e agli acari della polvere – anche se la cottura degli insetti e dei loro derivati riduce in parte il rischio – e come altre fibre può ostacolare l’assorbimento di alcuni nutrienti, soprattutto calcio, ferro, zinco e magnesio.

In ogni caso, per ora nessuno si troverà nel piatto cavallette fritte. Le specie di insetti autorizzate finora sono quattro (larve di verme minore della farina, grillo domestico, locusta migratoria e larve di verme giallo della farina) e le quantità utilizzate in genere sono limitate.

“Le farine di insetti introdotte in piccola quantità in prodotti tipicamente europei ne aumentano la quota proteica senza interferire sul gusto. Ho mangiato di recente pasta e muffin con farina di insetti e posso dire che se non l’avessi saputo non me ne sarei accorto – ricorda Spisni. – Senza dimenticare che uno studio dell’Università IULM di Milano segnala che già consumiamo 500 grammi di insetti all’anno, sotto forma di residui ammessi dalla legge in molti alimenti come conserve di frutta e verdura, perché eliminarne del tutto le tracce è impossibile. Si tratta di una media, ed è probabile che per molti di noi la quantità sia decisamente inferiore, ma certamente ci sarà capitato di mangiare qualche insetto”. “Non abbiamo voluto dire che si debbano mangiare insetti: ognuno è libero di fare come crede – conclude Valsecchi – ma certamente la ragione per evitarli non è la presunta pericolosità della chitina”.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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21 Commenti
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laura
laura
15 Marzo 2023 12:59

Quello che non mi torna in tutto questo è che se la chitina non è digeribile per mancanza di enzimi deputati come possiamo considerare gli insetti una fonte proteica. Vi ringrazio della risposta

Roberto La Pira
Reply to  laura
16 Marzo 2023 10:12

Gli insetti hanno una componente proteica importante che non è composta a chitina

Davide
Davide
28 Marzo 2023 08:54

La campagna pro-insetti continua.
Tranquilli, intanto quand’anche si presentassero controindicazioni, le scopriremmo tra vent’anni

Katia
Katia
Reply to  Davide
28 Marzo 2023 12:12

Sì infatti, sono d’accordo con Davide

paola cicerone
paola cicerone
Reply to  Davide
28 Marzo 2023 13:59

Considerato che in buona parte del pianeta vengono consumati abitualmente se ci fossero controindicazioni lo sapremmo da tempo.

Davide
Davide
Reply to  paola cicerone
28 Marzo 2023 15:57

La buona parte cui fai riferimento corrisponde grossomodo al terzo mondo, dove si mangia ciò che è reperibile, l’aspettativa di vita è bassa e controlli e norme sono pressappoco inesistenti.

paola cicerone
paola cicerone
Reply to  Davide
28 Marzo 2023 20:42

Gli insetti si mangiano, tra l’altro, in Giappone in Tailandia e in Corea. Comunque l’espressione “terzo mondo” è, a voler essere gentili,desueta.

Samantha
Samantha
28 Marzo 2023 08:55

E’ vero, i gamberetti sono le cavallette di mare e hanno un aspetto molto simile a quelle di terra, perciò il problema è solo culturale (anche mio).
Com’è accaduto con tanti altri alimenti che oggi mangiamo comunemente, anche questi un giorno saranno accettati e consumati senza grossi problemi.
Ad esempio, molti vegetali importati dalle Americhe sono entrati nella nostra dieta molti anni dopo il loro arrivo, perché la popolazione pensava che fossero velenosi o non commestibili.
Altri cibi, invece,hanno iniziato ad essere consumati quando sono diventati di moda (il tartufo ne è un perfetto esempio)… E’ facile che gli insetti subiscano lo stesso trattamento: fateli mangiare alla Ferragni e vedrete che spopoleranno 😀

Doriana
Doriana
28 Marzo 2023 09:36

Quindi, se ho capito bene, le critiche portate avanti dai ricercatori Gatti e Montanari non sono attendibili, perché i due hanno posizioni critiche anche sui vaccini, mentre gli studi che confermano la posizione dell’Unione Europea sul mangiare insetti sono inequivocabilmente corretti.
E le affermazioni di un professore, docente in un’università sita nel capoluogo di una regione prona ai dettami dell’Unione Europea (lo so perché ci abito) sono vangelo.
Sarebbero graditi articoli che illustrassero le posizioni e le eventuali ricerche fatte da chi è contrario al consumo di insetti, tanto per avere anche un contraddittorio.
Mi auguro di poterli leggere nel prossimo futuro.

Paola Emilia Cicerone
Paola Emilia Cicerone
Reply to  Doriana
28 Marzo 2023 10:43

Gatti e Montanari sono noti per le loro posizioni sui vaccini. In questo caso, il problema è che non spiegano, per esempio, perché in Africa, Asia, Oceania gli insetti siano normalmente consumati senza problemi, o perché la chitina diventi un problema solo quando si parla di insetti, e non di crostacei, di funghi o di integratori. Le loro affermazioni sugli insetti non hanno base scientifica: ovviamente, c’è un rischio di allergia,ma questo vale per moltissimi alimenti, che non escludiamo dalle nostre tavole.

Daniela
Daniela
Reply to  Doriana
28 Marzo 2023 10:47

A me non convince nemmeno tutta questa sicurezza sul fatto che gli insetti siano del tutto privi di rischi: molti sono allergici ai crostacei, chissà quanti lo saranno agli insetti. Anche se molte popolazioni se ne cibano, non vuol dire che tutti i popoli dovranno diventare insettivori. Esiste un adattamento all’ambiente: nei millenni passati la feroce selezione naturale ha stroncato le persone allergiche o fragili che non resistevano alle condizioni del loro territorio. Questo, ovunque. Non possiamo paragonarci ai popoli insettivori. Probabilmente loro non tollererebbero una fetta di salame o un pezzo di formaggio, per non parlare del bicchiere di vino (anche se ormai demonizzato).
Noi non conosciamo nemmeno le malattie degli insetti, quale veterinario è formato in entomopatologie? Sappiamo quali malattie, fra le loro, possono essere trasmesse agli umani, al di là delle allergie? Quanti secoli di allevamento di ovini, bovini e suini ci sono voluti per avere carni sane? Certo, gli insetti non si ammalano, nessuno di noi li ha mai visti pallidi o sentiti starnutire…
La nostra alimentazione è basata da secoli su cereali, legumi, ortaggi, prodotti caseari e, in minima parte, carne di mammiferi, di volatili o di pesci.
Anziché puntare sul riuso di terreni agricoli per reimpiantare colture di legumi e cereali, con miglioramento generale dell’ambiente e dell’occupazione, si prefersce sperimentare l’innovazione con enormi capannoni a temperatura e umidità controllate, con enormi investimenti energetici, ambientali e di propaganda, per convincere la popolazione che senza questo cambio di alimentazione non avremo altre fonti proteiche.
Mah, quasi quasi mi sembra più convincente il ponte sullo Stretto…

alessio
alessio
28 Marzo 2023 10:13

Vi prego di aggiungere che il loro impiego negli alimenti deve per legge essere dichiarato in etichetta.
Repetita iuvant.

(Da allergico agli acari della polvere posso purtroppo confermare di aver sviluppato da adulto l’allergia nei confronti dei crostacei e ora averla confermata per gli insetti.
Purtroppo sono tutti e 3 parenti stretti…)

Roberto La Pira
Reply to  alessio
28 Marzo 2023 11:04

La legge è molto chiara e gli allergeni vanno dichiarati in etichetta in tutti prodotti alimentari compresi quelli che contengono farina di grillo o larve di insetto. Non bisogna modificare assolutamente niente

alessio
alessio
Reply to  Roberto La Pira
28 Marzo 2023 16:11

Ben detto. Meglio comunque ripeterlo….magari qualcun* del governo (i quali volentieri dichiarano che “l’Europa ci vuole far mangiare di nascosto gli insetti”) capita su questa pagina e si informa. Cosa che purtroppo avviene troppo raramente.

Andrea
Andrea
28 Marzo 2023 11:18

Quello che trovo fastidioso è il volerci a tutti i costi presentare come un grande progresso quello che è invece un regresso per la nostra civiltà alimentare, sintomo e segno del degradarsi della qualità della vita sul nostro pianeta. Dobbiamo avere il coraggio di dire le cose come stanno, senza abbellimenti inutili (esperti, vantaggi, ecc…)
E questo senza parlare del discorso sicurezza per la nostra salute.

paola cicerone
paola cicerone
Reply to  Andrea
28 Marzo 2023 14:02

Perché un regresso? Sono proteine di buona qualità nutrizionale con un impatto ambientale minimo…Comunque sia, non è certamente un obbligo consumarne, qui si chiarisce solo che la chitina non presenta rischi

Daniela
Daniela
Reply to  paola cicerone
28 Marzo 2023 15:12

Impatto ambientale minimo, se andassimo per boschi e prati a raccoglierli. Se dobbiamo allevarli in apposite strutture, con impiego di energia e acqua per mantenere temperature e umidità costanti, l’impatto ambientale sarà notevole, così come lo è per ogni altro allevamento o per le serre.

paola cicerone
paola cicerone
Reply to  Daniela
28 Marzo 2023 20:52

No, sono stati fatti calcoli e gli insetti, considerando un chilo di materia edibile” costano infinitamente meno in termini di acqua e spazio rispetto ad altre proteine animali

Katia
Katia
28 Marzo 2023 12:10

Buongiorno vorrei sapere se è indicato sulla lista degli ingredienti del prodotto acquistato

Valeria Nardi
Reply to  Katia
28 Marzo 2023 12:18

Certo. Come per qualsiasi altro ingrediente, anche l’eventuale presenza di insetto dovrà essere indicata in etichetta.

alessio
alessio
28 Marzo 2023 16:17

A tal proposito:
quando verrà modificato il Regolamento 1169/2011(Allegato 2), includendo chiaramente gli insetti (e prodotti a base di) tra la lista delle ” SOSTANZE O PRODOTTI CHE PROVOCANO ALLERGIE O INTOLLERANZE”?

L’attuale testo consolidato non contiene riferimenti. C’è quindi attualmente un vuoto legislativo?