Utilizzare la carta da forno può fare male alla salute? Navigando in rete capita di trovare blog e siti che riportano notizie e informazioni contrastanti, poco chiare o ancor meno attendibili. A oggi non esistono evidenze scientifiche per sostenere questa tesi e l’unica cosa sensata è rispettare le indicazioni riportate sull’etichetta, per evitare inconvenienti. Dal punto di vista legislativo non esiste una normativa comunitaria, ma si preferisce demandare il compito ai singoli stati. Tra questi solo Belgio, Francia, Germania, Olanda ed Italia hanno un apparato normativo che spiega come deve essere realizzata la carta da forno e quali criteri deve rispettare perché possa essere utilizzato senza rischi.
Chi immette in commercio una carta da forno, così come qualsiasi altro oggetto destinato ad entrare in contatto con alimenti, è tenuto a rilasciare una dichiarazione sulla sicurezza, in modo da certificare che il prodotto contenga solo sostanze ammesse dalla legge. Negli ultimi 10 anni il Rasff (Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi) non ha mai notificato problemi in merito a lotti di carta da forno. Per approfondire questo argomento, Il Fatto Alimentare ha intervistato Alessandro Pessana, marketing manager della Cuki, azienda proprietaria anche del marchio Domopak.
Con quali materiali è fatta la carta da forno?
È prodotta con fibre di cellulosa ricavate da legname proveniente da boschi finlandesi gestiti in modo sostenibile allo scopo di proteggere le foreste. È composta da polpa di pura cellulosa con uno strato di silicone che la rende impermeabile, antiaderente e resistente a temperature garantite sino a 220°C. Viene acquistata esclusivamente da produttori finlandesi, i migliori in questo settore. Il prodotto è certificato per il contatto con gli alimenti e costantemente testato per verificarne l’assenza di migrazioni secondo le normative europee e italiane. La produzione viene realizzata nel nostro stabilimento di Frosinone che possiede la certificazione BRC (certificazione richiesta poiché siamo fornitori di packaging di grandi multinazionali alimentari).
Come viene prodotta?
Le fibre di cellulosa sono trattate e lavorate meccanicamente senza l’uso di additivi chimici (altre carte utilizzano nel processo acido solforico, che ne pregiudica la compostabilità e biodegradabilità). La resistenza ai grassi e la resistenza alle temperature viene conferita attraverso la raffinazione delle fibre di cellulosa: in questo modo le molecole di grasso non riescono a passare da pori. Dopo aver costruito il velo di carta, entrambe le superfici sono siliconate con un’emulsione a base di acqua per garantire un perfetto distacco della carta dall’alimento e dalla contenitore utilizzato per la cottura. Le certificazioni necessarie per rispettare la normativa italiana (e USA) sono eseguite da laboratori esterni.
Come deve essere utilizzata ?
La temperatura massima di utilizzo nel forno è 220°C. La carta comincia progressivamente ad annerirsi quando viene superata di questa temperatura.
Quali problemi in caso di un uso improprio?
La carta può prendere fuoco quando la temperatura raggiunge i 440°C
Esperto di Food Contact –
Linkedin: Foltran Luca –
Twitter: @foltranluca
Salve. Esistono versioni riciclabili o più sostenibili di quelle attualmente in commercio (tutte da cestinare nell’indifferenziato)?
Verifica ed informazioni molto utili, se fossimo in grado di controllare la temperatura interna dei forni casalinghi.
Così come avviene nei frigoriferi domestici, che non sono dotati di termometro indicatore per il controllo della temperatura reale interna, la stessa cosa avviene per i forni di cottura, che essendo dotati di solo termostato per impostare la temperatura di cottura, generalmente non sono dotati di termometro di controllo.
Quindi ci deve basare solamente dell’impostazione del termostato, che potrà essere anche preciso ma sicuramente incontrollabile, con le conseguenze citate.