La notizia era nell’aria da alcuni giorni. Il Gruppo Carrefour ha intenzione di cedere il 100% di Carrefour Italia a NewPrinces Spa, il gruppo italiano nato recentemente dall’assorbimento di Princes Limited all’interno di Newlat, titolare dei marchi come latte Giglio, Polenghi Lombardo, pasta Delverde e, entro la fine dell’anno, dei brand di baby food Plasmon e Nipiol. L’operazione ha un valore stimato di circa 1 miliardo di euro.
La crisi di Carrefour Italia
Carrefour in Italia gestisce una rete di quasi 1.200 punti vendita tra ipermercati, supermercati, negozi di prossimità e cash & carry, distribuiti principalmente in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. Negli ultimi anni la catena in Italia ha registrato un calo del fatturato e nel 2024 ha chiuso il bilancio con una perdita di circa 150 milioni di euro. Per concludere l’operazione, Carrefour ha contribuito con quasi 240 milioni di euro, e, salvo imprevisti, l’acquisizione sarà completata entro la fine del 2025, in seguito alla consultazione con i sindacati e all’ottenimento delle autorizzazioni richieste.
I piani di NewPrinces
NewPrinces potrà continuare a utilizzare il marchio Carrefour su licenza per un periodo transitorio e si impegna a realizzare un investimento minimo di 200 milioni di euro, che porterà l’investimento totale per il rilancio della catena a 440 milioni di euro. Il gruppo ha in programma un piano di modernizzazione progressiva dei punti vendita, un rilancio del marchio GS in Italia e l’integrazione con la sua piattaforma logistica, con il rafforzamento dei canali di consegna a domicilio e Ho.Re.Ca (hotel, ristorazione e catering).
La multinazionale, ancora pressoché sconosciuta al grande pubblico, fino a pochi anni fa operava soltanto nel settore lattiero caseario come Newlat. Poi, è entrata nel mercato della pasta, con l’acquisizione di Delverde, nel 2019, e di altri brand. Nel 2024, ha assorbito il gruppo britannico Princes Limited, titolare di numerosi marchi in vari settori merceologici, dal pesce alle bevande, dando vita a NewPrinces. L’ultima mossa del gruppo è l’ingresso nel settore della grande distribuzione organizzata: con l’acquisizione del ramo italiano della catena francese, NewPrinces diventerà così il secondo gruppo italiano nel settore food per fatturato e il primo in termini occupazionali con 13mila dipendenti in Italia e più di 18mila nel mondo.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.



Nell’articolo non è stato spiegato il motivo della crisi del Gruppo, qua in Italia
Sono iscritta alla newsletter da tanti anni e vi leggo sempre con molto interesse
Quando Mastrolia quindici anni fa acquisiva la gloriosa Centrale del latte di Salerno, noi salernitani pensavamo che uno speculatore avesse fatto un grosso affare col Comune e con il latte DOC delle colline salernitane. Invece i fatti e solamente i fatti hanno dimostrato le capacità di un salernitano DOC, coraggioso e operativo
Sono stata per anni cliente di GS, mi auguro che torni ad essere quello dei tempi migliori, non degli ultimi, quando sono uscita giurando di non metterci più piede
Probabilmente, Carrefour paga una serie di scelte manageriali sbagliate, almeno nel mercato italiano, e quindi l’abbandono definitivo del nostro Paese altro non è che l’ultimo anello di una catena di scelte (negative) che ha visto il gruppo francese dapprima puntare su punti vendita di grandi dimensioni (scelta oggi in crisi) e poi, abbandonare molte regioni del nostro Paese (cioè quelle del Sud), per poi cercare di recuperare attraverso un modello di “franchising”, con i suoi pregi e difetti ma, complessivamente, in un lento ed inesorabile “cupio dissolvi”. I migliori auguri alla nuova catena che subentrerà.
Fa piacere che ogni tanto si senta parlare ed esista qualche multinazionale italiana che fa progressi.
Mi chiedo se la nuova Carrefour continuerà a sostenere l’esercitò più crudele, cinico, barbaro e genocidario al mondo, come ha fatto fino ad ora Carrefour
Quale esattamente, quello turco, cinese, cambogiano, russo, iraniano, o quello che attualmente va più di moda, israeliano?
Dovrebbe allargare un poco la lista, che è lunga e a volte, non spesso in prima pagina…
E nella logica delle cose che NewPrincies cerchi come fa il fiume il suo sbocco al mare. E’ importante la trasparenza il mantenimento dei posti di lavoro e , sopratutto, della coerenza e non contrasto tra etica di imprendere e fare utili ed il rispetto del giusto ruolo e margine dei partecipanti. Vedremo nei fatti.
Dobbiamo tornare a discount medio piccoli con costi di gestione sostenibili perché non abbiamo bisogno di fare chilometri con il carrello per trovarci a scegliere la pasta in sessanta metri di scaffali con sei ripiani. Abbiamo invece bisogno di sapere che semole usano che percentuale di grano duro estero importano e da dove per almeno visualizzarci una catena del valore e scegliere il prodotto che ci e’ più’ vicino al di là del prezzo. Questa e’ la nuova frontiera della GDO ma lede i principi e i ruoli dei loro dirigenti pagati e premiati per fare utili . Utili che arrivano come confluenti al fiume, dai fornitori, dai costi delle maestranze, dalla mistificazione del valore dei prodotti e dal soddisfacimento del bisogno di sicurezza che noi affidiamo e deleghiamo al marchio .
Un’ impresa italiana, come ai vecchi tempi o magari meglio? In un tempo in cui anche IVECO finisce in Asia mi pare bene.