Stangata per Carrefour in Francia. La catena di supermercati è stata multata per oltre 2,9 milioni di euro per aver violato le norme sulle negoziazioni commerciali contenute nella legge sull’alimentazione entrata in vigore nel febbraio 2019. Insieme a Carrefour, sono stati sanzionati anche Système U e Intermarché, che rispettivamente hanno ricevuto multe per 1,14 milioni di euro e 211 mila euro, portando il totale a oltre 4 milioni di euro di sanzioni.
I provvedimenti sono stati decisi dalla Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione frodi (Dgccrf), in seguito ai controlli condotti nel corso dello scorso anno. Secondo l’autorità la norma che fissa come “ data limite il 1° marzo per la firma degli accordi annuali non era stata rispettata per un numero significativo di fornitori”. Il rispetto della data, spiega il comunicato della Dgccrf, è indispensabile per garantire la trasparenza e l’equilibrio delle relazioni commerciali tra fornitori e distributori. Firmare gli accordi dopo la scadenza sbilancia il rapporto a favore del distributore. Per questo le sanzioni sono state calcolate in rapporto al numero dei contratti firmati oltre la data.
La legge che ha generato la sanzione, approvata nell’ottobre 2018 e in vigore dal 1° febbraio dello scorso anno, focalizza l’attenzione sui rapporti commerciali tra fornitori e distributori. Il testo include anche l’obbligo per i supermercati di vendere i prodotti a prezzi superiori del 10% o più rispetto a quelli di acquisto (abolendo di fatto il sottocosto), con lo scopo di riequilibrare i rapporti commerciali tra agricoltori, trasformatori e distributori.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Questi provvedimenti saranno anche figli di controlli approfonditi ma hanno sicuramente origine dalle proteste di fine 2019 del mondo contadino francese che quando si muove sa bene come farsi ascoltare.
I coltivatori lamentavano una scarsa considerazione da parte di larghe fasce di popolazione che li considera avvelenatori ambientali ( e io da amante della bioagricoltura non posso difenderli) e lamentavano una forte diminuzione di profitti causati dalle politiche dei grandi distributori organizzati.
Ora Macron ha parlato e vedremo cosa succederà perché il mondo produttivo si può difendere soltanto associandosi e facendo cartello, per i diritti dei consumatori si vedrà essendo improponibile una tale aggregazione.
Posso prevedere che la GDO cercherà di rifornirsi sempre di più da paesi meno sindacalmente evoluti e forse riusciranno a farlo senza che noi ce ne possiamo accorgere, perché nulla mi toglie dalla testa che tutti i movimenti sulla cancellazione dalle etichette del paese di origine delle materie prime riceva una spinta fondamentale proprio dai distributori organizzati.
Ora ammetto che estero spesso non vuol dire scadente o disonorevole ma per diversi motivi io sono tra quelli che preferiscono acquistare prodotti che non hanno fatto tanta strada per arrivare sulla mia tavola se esiste una possibilità praticabile.
Credo che la gran parte dei consumatori preferisca acquistare prodotti nazionali o regionali, in tutte le categorie merceologiche.
Attenzione a schierarsi a spada tratta in difesa dei cosiddetti agricoltori nazionali, si tratta di un mondo molto complesso e variegato, in cui ci sono sicuramente soggetti spremuti da grossisti e GDO ma anche malavitosi e percettori di sussidi non dovuti.