Redefine Meat

L’evento organizzato da Redefine Meat in collaborazione con Giraudi Group “La New-Meat stampata in 3D arriva nei ristoranti italiani” si è svolto nel locale Doppio malto in via Dogana a Milano, dove è stato presentato un menu internazionale con ampia scelta di tagli di carne (vegetale) e abbinamenti gourmet. Il profumo emanato al passaggio delle pietanze è incredibile se si pensa che si tratta di prodotti a base vegetale il cui colore è dato dalla barbabietola rossa. La consistenza è quella della carne, e al taglio si ritrovano sia la venatura tipica sia la parte grassa. Il menu presentato all’evento ha visto protagonisti diversi tagli della “nuova carne” presentati con ricette ricercate: Gyros, Kebab, Mini Burger, Bratwürst, Bavetta, Filetto, Pasta al Ragù.

Redefine Meat ha dato il via a questa avventura che ha portato in alcuni tra i migliori ristoranti italiani, la New Meat, con una gamma di qualità superiore realizzati con ingredienti vegetali non OGM, senza colesterolo e antibiotici. Motivazioni etiche, religiose, ambientali: sono tanti i motivi che condizionano le nostre scelte alimentari e ci sono realtà come Redefine Meat, che vogliono soddisfare chi fa queste scelte nel modo migliore puntando a gratificare uno dei sensi maggiormente implicato nell’atto del cibarsi: il gusto. Ed è la soddisfazione di quel gusto  che ha spinto il visionario Eshchar Ben-Shitrit AD e Founder di Redefine Meat a creare New Meat. Il team conta circa 250 dipendenti, di cui 230 sono onnivori e solo 20 sono vegetariani si pone l’obiettivo di creare un alternativa plant-based che non fosse il semplice burger di legumi ma che si avvicinasse il più possibile alla carne non solo in termini di gusto ma anche di consistenza e aspetto.

La presentazione di un piatto di Redefine Meat
La presentazione di un piatto di Redefine Meat

Quali sono state le ragioni che vi hanno spinto a sviluppare e produrre New Meat?

“ Pur amando l’esperienza di cucinare e mangiare carne – spiega Eshchar Ben Shitrit – eravamo preoccupati per i suoi effetti sull’ambiente. Questo ci ha spinto a cercare un modo per continuare a gustare un’ottima carne senza danneggiare gli animali e senza contribuire all’inquinamento ambientale che si verifica nell’allevamento tradizionale. Sfruttando la cultura dell’innovazione di Israele, il suo ecosistema di tecnologie alimentari e la sua leadership nell’Additive Manufacturing abbiamo creato Redefine Meat e la New Meat, che gode di un posizionamento esclusivo per trasformare le industrie della carne e degli alimenti tradizionali.”

Qual è stata la sfida più difficile? La consistenza, il gusto, l’aspetto?

“All’inizio abbiamo ottenuto una consistenza, un sapore e un colore straordinari separatamente: la sfida è stata quella di unirli senza compromettere nessun aspetto. Cioè, li combinavamo per poi scoprire che la consistenza era completamente alterata. All’epoca non sapevamo quanto tempo ci sarebbe voluto per riuscirci, quindi è sorprendente vedere quanta strada abbia fatto l’azienda in pochi anni.

Qual era il vostro obiettivo iniziale?

“Creare un mondo in cui chiunque possa godere di un’ottima esperienza di consumo di carne senza compromessi. L’allevamento di bestiame è un modo inefficiente e insostenibile dal punto di vista ambientale per nutrire la popolazione mondiale in crescita. Siamo consapevoli che molte persone amano mangiare carne e continuano a farlo nonostante le problematiche che comporta, perché dopo tutto la carne è gustosa, è facilmente disponibile ed è profondamente radicata nella nostra cultura”.

consistenza, aspetto e gusto della carne per i prodotti vegetali
L’azienda ha cercato di ricreare consistenza, aspetto e gusto della carne

Può dirci qualcosa in più sulle tecnologie?

“Redefine Meat ha 11 diverse famiglie di brevetti (oltre 50 brevetti in totale) che coprono un’ampia gamma di innovazioni.” L’azienda ha utilizzato una serie di tecnologie, che vanno dalla scienza dei materiali all’intelligenza artificiale, e si è avvalsa di un team di biologi che hanno studiato la struttura della fibra della carne in modo tale da riprodurre la stessa consistenza e dare al consumatore la possibilità di vivere un’esperienza sensoriale completa. L’alternativa non è valida solo dal punto di vista sensoriale ma anche estetico.

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shadok
shadok
30 Giugno 2023 19:29

Una curiosità: sono da considerarsi prodotti ultraprocessati?

Roberto La Pira
Reply to  shadok
1 Luglio 2023 17:39

Probabilmente sì

Marco Andrea Giuseppe Bonetti
Marco Andrea Giuseppe Bonetti
Reply to  Roberto La Pira
20 Luglio 2023 11:17

Sarebbe bello leggere l’etichetta nutrizionale e come viene valutato da nutri score e dal nutrinform battery …..

Laura Palli
Laura Palli
Reply to  shadok
20 Agosto 2023 15:03

Sì, chiaramente, e di tutta evidenza. A livello nutrizionale junk food. Inoltre bisogna leggere gli ingredienti, le aggiunte di vitamine e sali minerali sintetiche anche se ” naturali” che vuol dire solo che hanno la stessa formula chimica ma spesso sono di forma diversa e non equivalenti per l’assimilazione… e poi fare il check x sale grassi saturi zuccheri e cosi’ via.. e’ cibo finto insomma, quindi si, nella casella “ultraprocessato” di sicuro. Nutrizionalmente da evitare. Il gusto: oggi in laboratorio si può ottenere qualsiasi gusto e consistenza e si pilotano anche i gusti dei consumatori creando gusti artificiali inestistenti ma che fanno raggiungere il ” bliss point” a livello cerebrale.. capitato immagino spesso di persone che mangino solo cibo finto e che poi non riescono piu’ a mangiare cibo normale. anche da un punto di vista fisiologico immense problematiche, poiche’ il corpo se non riceve sostanze xy non crea piu’ gli enzimi per le digestioni per esempio.. Mangiar sano vuol dire mettere ad ogni pasto tanto verdura fresca e il giusto del resto secondo eta’ sesso salute/malattia attivita’ fisica… mangiare queste cose non ha nulla a che vedere con la salute e non sono certo messi sul mercato x questo: infatti gia’ si vedono moltissimi tumori fra cui al colon fra giovani che da anni hanno escluso gruppi alimentari… questo a livello nutrizionale. Altre scelte sono personali e non rientrano nel quadro di valutazioni cliniche. dott Laura

Dottor Riccardo Ferrero Leone
20 Luglio 2023 12:13

Il futuro proteico “plant based” è già presente, per il pesce, la carne così come per il pane, la pasta e la pizza.

Maria Grazia
Maria Grazia
20 Luglio 2023 22:16

Come vorrei poterli acquistare questi prodotti vegetali, sono vegetariana e anche se sono prodotti processati hanno una qualità e un gusto sicuramente migliore, ma qua in Italia ormai stanno bloccando tutto!!! Non li mangerò mai purtroppo!

Antonino
Antonino
21 Luglio 2023 15:28

Siete un sito d’informazioni alimentarie fantastico