Mano guantata afferra piastra petri con pezzetto di carne; attorno altri strumenti da laboratorio; concept: carne coltivata, carne sintetica

Scientist holding Petri dish with forcemeat over table, top viewCon una votazione a larga maggioranza, nello scorso mese di marzo il Parlamento olandese ha compiuto un passo decisivo verso l’introduzione della carne coltivata sul mercato europeo: ha approvato una risoluzione per permettere di effettuare assaggi dei diversi tipi di carne già messi a punto dalle aziende nazionali. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché i complessi dossier di approvazione, compresi quelli richiesti dall’Efsa, oltre alle prove in laboratorio incentrate sulla sicurezza, richiedono anche i risultati dei panel di assaggio, che finora era impossibile reclutare a causa della mancanza di una norma per permettere il consumo di queste carni. I Paesi Bassi si pongono così all’avanguardia, per mantenere il vantaggio che hanno sempre avuto in questo ambito, a partire dalla presentazione al mondo del primo hamburger realizzato dal bioingegnere dell’Università di Maastricht Mark Post, avvenuta nel 2013 a Londra. Tre anni dopo Post ha fondato la sua start up Mosa Meat, seguita da Meatable e da Magic Caviar, specializzata nella produzione di caviale coltivato, e sono proprio queste tre aziende che, per prime, effettueranno i test di assaggio. 

Finora ne erano stati condotti alcuni in Francia e in Germania, ma si è trattato di situazioni specifiche, autorizzate da specifiche normative finalizzate alle singole occasioni. Nei Paesi Bassi ci aveva provato nel 2018 Eat Just, l’azienda californiana che produce anche sostituti vegetale delle uova, l’unica che, a oggi, vende il suo pollo coltivato a Singapore, dopo che la locale agenzia per la sicurezza alimentare lo ha approvato nel 2020 (la trasmissione della televisione svizzera Patti Chiari ha condotto un suo test di assaggio su questo pollo, andato in onda nello scorso mese di dicembre). 

mosa meat barne coltiva burger mark post
Mark Post dell’Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, ha presentato nel 2013 il primo burger di carne coltivata e ha fondato la start up Mosa Meat

Ma l’autorità per la sicurezza alimentare olandese Nvwa aveva fermato Eat Just, impedito la convocazione del panel, e confiscato la carne pronta per l’assaggio. Da quel momento, racconta Forbes alcuni partiti politici come i Democraten 66 si sono intestati la battaglia per la legalizzazione del commercio di prodotti che stanno attirando capitali crescenti e che, secondo tutte le stime, sono destinati ad avere un successo planetario nei prossimi anni. E sono riusciti a superare il primo passaggio: quello dei panel.

Secondo l’istituto di ricerca indipendente Good Food Institute nel 2021 il settore della carne coltivata ha attratto, solo in Europa, oltre 130 milioni di euro, una quantità di denaro tripla rispetto a quanto era accaduto l’anno precedente; di questi, ai Paesi Bassi ne sono arrivati quasi 53,5 milioni. Oltre ai Paesi Bassi potrebbero arrivare presto gli Stati Uniti, perché la Fda ha concluso una fase di consultazioni che ha raccolto circa 1.700 commenti, molti dei quali hanno insistito sulla necessità di informazioni chiare e trasparenti al consumatore. Poi dovrebbe arrivare la Cina: per la prima volta il presidente Xi Jinping ha parlato di carne coltivata nel suo discorso sul piano quinquennale dell’agricoltura, e anche l’India sta entrando nel settore attraverso una collaborazione con lo stesso Good Food Institute.

Nel frattempo, dal punto di vista tecnico si susseguono le novità: oltre ai bioscheletri tridimensionali vegetali, diverse start up stanno lavorando su ibridi con il micelio, un mix che offre grandi potenzialità dal punto di vista nutrizionale e ambientale, e che sembra essere caratterizzato da un gusto e una consistenza ancora più vicini a quelli della carne ottenuta con i metodi tradizionali.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock, CC-BY Mosa Meat

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