Mentre cresce la consapevolezza dei danni ambientali causati dai rifiuti plastici, si moltiplicano gli sforzi per dire addio agli oggetti di plastica usa e getta. L’ultima iniziativa arriva dall’Inghilterra, dove due ristoranti, il Brace and Browns di Bristol e il Coco de Mama di Londra, hanno deciso di abbandonare le cannucce monouso in plastica, per sostituirle con quelle fatte di pasta, dal formato lungo e forato al centro (tipo ziti), che si adatta perfettamente allo scopo.
Il proprietario del Brace and Browns ha dichiarato alla BBC che, per ridurre il proprio consumo di plastica, hanno considerato di sostituire le classiche cannucce con quelle di carta, giudicate però troppo fragili e poco durevoli, poi con quelle di metallo (troppo costose) e infine con le cannucce di plastica biodegradabile. La scelta finale è ricaduta proprio su quelle in pasta, anche se non possono essere usate dai clienti celiaci. Nonostante questo difetto, la reazione del pubblico a queste originali cannucce è stata positiva.
Nel frattempo, la catena di fast food McDonald’s ha annunciato l’intenzione di eliminare le cannucce di plastica dai ristoranti del Regno Unito entro il 2019, sostituendole con quelle in carta. La decisione arriva dopo che quasi mezzo milione di persone hanno firmato una petizione per chiedere alla catena americana di dire addio alle vecchie cannucce. Secondo quanto dichiarato da McDonald’s il passaggio alla carta inizierà già nel settembre di quest’anno.
Entrambe le iniziative si inseriscono nel solco della campagna The Last Straw lanciata dal quotidiano britannico Evening Standard lo scorso 15 gennaio, a cui hanno aderito già decine di catene alberghiere e ristoranti. Il progetto è approdato anche in Italia, dove l’associazione Terminaction si è posta l’obiettivo di rendere Terni la prima città italiana senza cannucce di plastica. Secondo un sondaggio condotto dai volontari dell’associazione, i commercianti del capoluogo umbro hanno risposto positivamente all’iniziativa e sono già 28 i locali che si sono impegnati a dire addio alle cannucce di plastica. La speranza è che anche in altre città italiane nascano iniziative analoghe.
Fonte immagini: pastastraw.com, Instagram (@braceandbrowns)
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
c’è un aspetto etico da affrontare per le cannucce di pasta relativo al fatto di usare del cibo che poi va buttato.
Steli o gambi di piante tipo canna degli stagni no sarebbe meglio?
Direi che, di fronte all’emergenza plastica, una banalissima cannuccia di pasta è comunque meglio di una qualsiasi canna dello stagno, se può servire fin da subito a sostituire le dannose cannucce da bibita. Uno zito è già presente sul mercato, ha un bassissimo prezzo ed è facilmente reperibile nei negozi di alimentari. L’aspetto etico dello zito sprecato mi pare, in questo caso, l’ultimo dei problemi.
Del resto è proprio di oggi un articolo su Repubblica in cui si dice che, secondo uno studio di Greenpeace, gli sforzi (pur positivi) per aumentare la percentuale di plastica riciclata non salveranno di certo gli ecosistemi dall’invasione della plastica. L’unica soluzione sarà quella di ridurre sempre più la produzione di nuova plastica monouso (imballaggi ecc.), perché altrimenti ci sarà sempre una quantità rilevante di questo materiale che andrà dispersa nell’ambiente. Purtroppo la produzione di plastica per imballaggi sta aumentando e bisogna davvero pensare ad un deciso cambio di rotta!
Bisogna avere il coraggio di abolire la plastica ove possibile, anche tornando ad usare il vetro. E se si può usare uno zito per bere una bibita, ben venga lo zito.
assolutamente d’accordo con Alberto, ma aggiungerei che il governo dovrebbe fare di più, incentivando la conversione della produzione di plastica in bioplastica e, compatibilmente con la necessità di circolazione delle merci, e la stessa riduzione di tutti i tipi di imballaggi. occorre un vero e proprio ripensamento dei materiali immessi sui mercati, senza perdere altro tempo, visto che l’ingegno e le nuove tecnologie non difettano.
ps cannucce non adatte non solo ai celiaci, ma anche nel caso di allergia alle proteine del grano… Chissà se è prevista la segnalazione al consumatore finale…
Sì ok, si elimina la plastica ma aumentando l’uso di carta per sostituire la plastica non ci si imbatte poi nel problema della deforestazione per prelevare la cellulosa?