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Nei ristoranti americani presto si dovrà indicare quante calorie ci sono in ogni piatto

Si avvicina la decisione finale sulla nuova legge negli USA relativa all’indicazione delle calorie dei pasti. Il testo definitivo è stato mandato nei giorni scorsi dalla Food and Drug Administration alla Casa Bianca per la firma presidenziale e, salvo modifiche dell’ultima ora, dovrebbe entrare in vigore al massimo entro la fine di quest’anno, ma probabilmente prima.

 

In questi mesi si è molto discusso su ogni aspetto, al punto che la commissaria dell’FDA responsabile del programma, Margaret Hamburg, ha commentato: «È stata molto più dura del previsto». Numerosi sono i punti su cui si sono levate richieste di segno opposto e per i quali non è ancora chiara la decisione finale dell’agenzia. Ecco le cinque tipologie di esercizi per le quali si attendono le decisioni finali.

 

Pizza Chains Resist Proposed FDA Rules On Menu Labelling
Le norme sullìindicazione delle calorie dovrebbero riguardare solo le catene con più di 20 punti vendita

Ristoranti: le grandi catene, così come i singoli ristoratori, sono sempre stati favorevoli a una normativa federale, fino dall’inizio del processo di revisione, nel 2010. Quando però è stato chiaro che il collage di tutte le leggi e norme locali e statali rendeva loro la vita assai complicata e dispendiosa, una parte ha cambiato parere. Sempre i ristoratori avevano chiesto che le stesse regole fossero applicate ugualmente a rosticcerie, pasticcerie, caffetterie e così via.

 

Le grandi catene della pizza, guidate da Domino’s, hanno sottolineato che pochi clienti entrano nei negozi e si fermano a mangiare, mentre la stragrande maggioranza porta o si fa portare la pizza a casa. Per questo motivo non avrebbe dunque senso impiegare denaro per indicare le calorie nei negozi. Inoltre, sempre secondo le associazioni di categoria, sono al momento possibili ben 34 milioni di ordinazioni diverse, considerando le dimensioni, le varietà e le integrazioni. Questo numero  rende di fatto impossibile stilare le indicazioni delle calorie per ciascun piatto. Le grandi catene di ristorazione  hanno quindi chiesto una flessibilità superiore rispetto agli altri ristoranti, incontrando l’opposizione dei colleghi, che hanno  sottolineato come lo stesso discorso si potrebbe fare per  altri cibi non esentati dall’indicazione delle  calorie come i sandwich. Le norme sulle calorie dovrebbero riguardare solo le catene con più di 20 punti vendita, e anche per caffetterie, pasticcerie e gelaterie varrebbe la regola del numero minimo di esercizi commerciali. L’alcol è invece stato già esplicitamente escluso dall’obbligo.

 

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Per supermarket e piccoli negozi fornire indicazioni sulel calorie è complicato perchè la merce in vendita cambia spesso

Supermarket e piccoli negozi sono la categoria più problematica, perché la merce in vendita cambia spesso, e adeguare  le indicazioni potrebbe comportare uno sforzo poco sostenibile. All’epoca della prima versione  provvisoria del regolamento, resa nota nel 2011, era stato deciso che i supermarket avrebbero dovuto garantire l’indicazione calorica solo nei cibi pronti attraverso le etichette poste sui banconi. Le aziende del settore avevano risposto che un adeguamento a questo sistema costerebbe almeno un miliardo di dollari su scala nazionale, e che questo costo sarebbe stato inevitabilmente trasferito sui clienti. Secondo la National Association of Convenience Stores, il costo sarebbe eccessivo, e in ogni caso le norme sono state concepite per i ristoranti, che sono cosa diversa dai negozi che vendono alimenti.