L’agenzia californiana OEHHA (Office of Environmental Health Hazard Assessment) che si occupa di salute e ambiente, ha pubblicato un database di prodotti alimentari in bottiglia e in lattina che possono contenere bisfenolo A (BPA). La lista è un’iniziativa importante per affrontare la questione BPA ed informare i consumatori.
Il database contiene già 20 mila voci ed è molto dettagliato perché include informazioni come il marchio, la descrizione, la dimensione, il codice di prodotto universale (UPC) e la categoria. Inoltre segnala la data oltre la quale i prodotti, secondo le informazioni fornite dal produttore, saranno fabbricati senza impiegare BPA. Alimenti e bevande per cui è prevista l’eliminazione del bisfenolo sono facilmente identificabili dal colore verde.
L’OEHHA ha iniziato a focalizzare l’attenzione sui pericoli legati a questa sostanza due anni fa, quando nel 2015 il bisfenolo A venne aggiunto alla lista di sostanze tossiche per la riproduzione. Per questo motivo dal mese di maggio 2016 è prevista l’apposizione, su ogni articolo che lo contiene, del seguente avviso: “WARNING Many food and beverage cans have linings containing bisphenol A (BPA), a chemical known to the State of California to cause harm to the female reproductive system. Jar lids and bottle caps may also contain BPA. You can be exposed to BPA when you consume foods or beverages packaged in these containers” (ATTENZIONE Molte lattine per cibi e bevande hanno rivestimenti contenenti bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica nota allo Stato della California come causa di danni al sistema riproduttivo femminile. Anche coperchi di vasetti e tappi di bottiglie potrebbero contenere BPA. Potete essere esposti al BPA anche quando consumate cibi conservati in questi contenitori).
Purtroppo la stessa agenzia ha permesso fino ad ora che alimenti inscatolati o imbottigliati potessero essere etichettati senza l’indicazione dell’avviso per i consumatori, accettando la presenza di un cartello nei punti vendita. L’ultima modifica della legge ha addirittura esteso la possibilità di conformarsi alla legge entro il 30 dicembre 2017.
Com’era prevedibile, grossi gruppi industriali, associazioni di settore e organizzazioni non governative si sono opposti a queste misure. Addirittura, molte aziende continuano a sostenere che il bisfenolo A sia una sostanza sicura anche in un ambito delicato come quello alimentare.
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siamo alle solite: è più importante non disturbare il processo produttivo che difendere gli interessi dei cittadini/consumatori…
E’ più importante non disturbare il processo produttivo che quello riproduttivo.
Notevole notare nella lista brand come Barilla, Coca cola, sprite…
Mi sembra difficile anche circostanziare il fenomeno a categorie di alimenti. Infatti si va dalle birre (Beck’s, Budweiser) a olio (Bertolli) a energy drink ((Monster, Red Bull), succhi (Del Monte) e altri prodotti generici di Kraft, Campbell, Lipton, Pepsi, Lidl, Starbucks, Schweppes…
Grazie per questo blog!!!