Brutta tegola per Burger King nel Regno Unito. L’Autorità britannica per la pubblicità (Advertising standards authority) ha censurato la campagna del Rebel Whopper, l’ormai famoso panino con burger vegetale che la catena di fast food ha lanciato nel novembre 2019. Secondo l’Asa la pubblicità sarebbe ingannevole perché lascia intendere che il prodotto sia adatto a una dieta vegetariana o vegana. Ma non è così.
Rebel Whopper di Burger King inadatto a vegetariani e vegani
Il problema era già stato sollevato subito dopo il lancio. Anche se il burger a base di soia contiene solo ingredienti di origine vegetale, nel panino è presente la classica maionese a base di uova. Ma la principale controversia riguarda un altro punto: il burger, realizzato da The Vegetarian Butcher di Unilever, viene cotto sulla stessa piastra delle svizzere di manzo. Di conseguenza il panino è inadatto al consumo sia per i vegani che per i vegetariani, a meno che non chiedano espressamente di togliere la maionese e di cuocere il burger in maniera alternativa, nel microonde.
Le pubblicità al centro delle controversie erano accompagnate dallo slogan “100% Whopper. No beef”, che in Italia è diventato “100% Whooper. 0% carne”. Un post promozionale su Facebook, poi, conteneva il logo “Offerto da The Vegeterian Butcher” e solo in caratteri più piccoli l’avviso “prodotto cotto insieme alla carne”. Un disclaimer che Burger King afferma di aver comunicato chiaramente ai giornalisti, nei post sui social network e direttamente ai consumatori che chiedevano informazioni.
La decisione dell’ASA
Nonostante la difesa di Burger King, l’Asa, che ha ricevuto 10 segnalazioni riguardo tre post sui social media, ha deciso di censurare la campagna pubblicitaria bollandola come ingannevole. Secondo l’Autorità britannica, infatti, la terminologia usata – “100% Whooper. 0% carne” e “burger a base vegetale” – può essere interpretata dai consumatori come “il prodotto non contiene derivati animali”. Secondo l’Asa l’avviso in caratteri di piccole dimensioni “non era sufficientemente prominente da scavalcare l’impressione generale che il burger fosse adatto a vegetariani e vegani”. Inoltre, negli spot non c’erano indizi sulla presenza di maionese.
A peggiorare la situazione, la presenza del logo di The Vegetarian Butcher e la coincidenza temporale della campagna pubblicitaria con l’iniziativa Veganuary, che consiste nel seguire la dieta vegana durante il mese di gennaio, hanno rinforzato la percezione che il prodotto potesse essere consumato tranquillamente anche da chi non mangia carne e derivati animali.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Nel merito, il problema è “significativo” per i vegani, molto meno direi per i vegetariani, vista la modesta contaminazione dell’uso della stessa piastra (ed il diverso approccio tra vegani e vegetariani)
La questione della contaminazione mi sembra davvero cercare il pelo nell’UOVO! Non si tratta di allergie o intolleranze ma di una scelta di vita che nulla ha a che fare con microscopiche contaminazioni con proteine animali (non sono un esperto di mondo Vegan quindi potrei aver detto una fesseria, nel caso mi scuso).
Da vegano sono innorridito dal mangiare alimetni anche solo contaminati all’origine, come la farina con addittivi di origine animale, anche se non ne resta traccia nel prodotto finale.
Il caso è uguale a quello di tanti bar che fanno i panini vegani poi li scaldano sulla stessa piastra dove sono presenti tracce di formaggio, affettati, etc.
Solidarietà a Burger King.
Mi pare di capire che da nessuna parte abbia vantato le caratteristiche vegane del panino, ma solo l’assenza di carne (con indicazione di possibile contaminazione da carne).
Cosa altro pretendere? Chi fa una scelta etica deve essere messo in grado di verificare che il prodotto sia adatto alle sue scelte (ed in questo caso è così) ma non deve essere trattato come chi distrattamente potrebbe recarsi danni alla salute (a causa di allergeni poco evidenziati).
Trovo che questa sia la furbizia del movimento vegano estremista. Piuttosto che ingoiare il rospo di una piccola contaminazione da carne/animali, fanno una pubblicità immensa contro l’unico fast food che si è mosso nella giusta direzione, di fatto tagliandogli le gambe.
Non è così che si promuove il cambiamento. Così si rende solo le condivisibili idee di riduzione ed eliminazione di consumo degli alimenti animali qualcosa di estremista, lontano dal sentire comune, qualcosa che se fatto rende automaticamente parte di una strana setta.
Ma forse è questo il problema: un vegano estremista DEVE sentirsi migliore degli altri, DEVE stare su un piedistallo. Se il vegetarianesimo/veganesimo divetasse mainstream, non potrebbe più sentirsi migliore degli altri giusto?
No, se fai una scelta la porti avanti, non è estremismo è coerenza con le scelte fatte, oltre che un possibile problema di salute, un vegano mediamente non sa se potrebbe digerire il latte o meno, io non mangio prodotti animali da oltre 6 anni, non ho idea di cosa possa succedere se mangiassi oggi formaggio o uova, probabilmente niente, ma se sto male perchè nel frattempo sono diventato intollerante o peggio allergico?
Se vuoi fare un prodotto per vegani e lo sponsorizzi come vegano/vegetariano, non può essere contaminato con la carne, altrimenti non è vegano/vegetariano, ed è giusta la sanzione inglese, personalmente volevo provarlo, ma se viene cotto sulle stesse piastre dove cuoci anche la carne non è più vegano e non mi interessa, come non mi interessano i panini vegani del bar o le brioche vegane a contatto con le non vegane.
Non si tratta di sentirsi superiore o meno, non ho nessun problema con chi mangia carne e derivati animali, mia figlia non è vegana e si prepara la sua carne da mangiare, che compro al supermercato, basta che rispetti a mia scelta di non mangiare i derivati animali e non cerchi di rifilarmelo sotto banco, cosa che pochissimi carnivori fanno, ma l’estremista è sempre chi fa scelte di minoranza, non chi vuole imporre le sue scelte carniste agli altri.
IO non sono estremista e per me il burger va benissimo solo cambiando la maionese per una vegana. Noi vegani, non abbiamo idea di quanti prodotti mangiamo con tracce di latte, uovo.. etc etc. io promuovo il cambiamento, perché solo cambiando un po alla volta si riesce ad arrivare lontano al 100%, altrimenti la strada sara molto più lunga e brutta.
Quindi per dare retta a modaioli che neppure si prendono il fastidio di leggere le avvertenze (cotto insieme alla carne – maionese con uova) e, nel caso, di astenersi dall’ordinare ciò che loro non accomoda, si penalizza una intera catena di fast food.
Il prossimo step sarà obbligare BK ad affiancare all’inserviente un interprete che, come per la LIS, legga ad alta voce le avvertenze e magari le traduca in gesti e movenze di mimo?
Forse a Burger King converrebbe semplicemente eliminare questo e tutti gli altri prodotti analoghi dai suoi menù e aggiungere sull’insegna “QUI SOLO CIBI NORMALI”.
Mauro
Hai mai chiesto il libro degli ingredienti in un ristorante/Bar/fast food?
Io lo faccio spesso e alcune volte non esiste, oppure non è aggiornato, altre volte semplicemente mi dicono che non hanno tempo, leggere le avvertenze non sempre è così semplice e comunque non sono riportati gli ingredienti di origine, ma solo quelle presenti nel prodotto finito, basterebbe essere chiari e non far passare per vegano/vegetariano qualcosa che vegano/vegetariano non è, altrimenti il rischio di un ritorno pessimo in pubblicità, come in questo caso, oppure affidarsi ad enti/aziende certificatrici per i propri prodotti vegani/vegetariani, come fanno molti produttori.
Oramai i vegani/vegetariani stanno diventano una fetta importante del mercato e ogni azienda cerca di entrare in questo mercato, a volte con coscienza, altre volte in maniera “furba”, ma la maggioranza dei vegani/vegetariani sono molto più attenti a quello che mangiano e i “furbi” normalmente vengono scoperti, con tanto di pubblicità negativa di ritorno.
Il rispetto delle scelte prima di tutto. Non capirò mai i vegetariani e tanto meno i vegani. Comunque se c’è stato un errore seppure involontario da parte di Burger King è giusto che sia stato evidenziato. Certo che il tam tam mediatico non aiuta in casi di questo genere, ma è il boomerang dello stesso tam tam utilizzato per la presentazione e la pubblicità dei prodotti in genere.
Per mia fortuna non soffro di intolleranze né di allergie, né tantomeno seguo l’ultima moda nella mia alimentazione, quindi se mi capita di chiedere al cameriere gli ingredienti è solo per sapere come è composto il piatto, e non se siano o meno presenti tracce di qualcosa.
Ma se mai adottassi una dieta restrittiva, che sia prescritta da un medico o da una stupida moda, che mi proibisse di consumare i cetrioli glassati nella curcuma o le zampe di rana farcite di cioccolato ebbene, sì, chiederei e pretenderei di sapere se quello che sto per mangiare contiene o no quegli ingredienti: non mi baserei certo sul cartellone pubblicitario che NON è affatto sostitutivo della lista ingredienti OBBLIGATORIAMENTE DISPONIBILE al pubblico.
Al pubblico che intende informarsi, ovviamente, ai modaioli che cercano solo visibilità non basterebbe un banditore che glieli urlasse nell’orecchio con un megafono.
Mauro