Perché bottiglie di plastica scadono? Una lettrice si chiede se cedono sostanze tossiche oppure è per incentivarne l’acquisto. Risponde l’esperto
Perché bottiglie di plastica scadono? Una lettrice si chiede se cedono sostanze tossiche oppure è per incentivarne l’acquisto. Risponde l’esperto
Valeria Nardi 5 Agosto 2014Ho letto il vostro articolo sul riuso delle bottiglie di plastica (vedi articolo). Ho acquistato un gassificatore – credo sia l’unica marca sul mercato – e sono rimasta stupita per il fatto che sia indicata sulla bottiglia una data di scadenza.
Mi vengono due dubbi. Uno più grave: che ci sia un effettivo rilascio di sostanze tossiche e che la bottiglia possa essere pericolosa ben prima – è in PET. Il secondo è più malevolo: obbligare il consumatore a buttare una bottiglia per ricomprarne un’altra…
Potrei cortesemente avere delucidazioni?
Ivana
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Le bottiglie di plastica tradizionali, come giustamente indicato dalla lettrice sono generalmente costituite da PET (polietilentereftalato) che, contrariamente a quanto possa apparire leggendo il nome completo, NON contengono ftalati (evidente anche l’errore presente su Wikipedia dove viene indicato chiaramente che il PET è composto da ftalati).
Il PET è largamente utilizzato in ambito alimentare e numerose sono le ricerche svolte su eventuali problemi di migrazione che possono avvenire verso l’alimento con l’impiego di questo materiale. Tra i più autorevoli sicuramente quello del BFR (Istituto tedesco di valutazione del rischio).
Tornando alla domanda, le date di scadenza presenti su bottiglie in PET per acqua minerale si riferiscono all’alimento contenuto: oltre questa data è preferibile non consumare l’alimento. Altre raccomandazioni riguardano la conservazione lontano da fonti di calore e di luce in luogo fresco, asciutto e pulito. La ragione di adottare queste precauzioni? Il processo di degradazione del PET che è favorito dal calore: potrebbe portare alla formazione di acetaldeide e antimonio. L’acetaldeide è una sostanza volatile incolore con un odore fruttato. Secondo le disposizioni di legge vigenti nell’UE, il limite massimo di migrazione per questa sostanza è pari a 6 mg per Kg di alimento.
Effetti negativi sulla salute si possono escludere fino a questo valore limite. Tuttavia, le persone possono rilevare già chiaramente l’odore o il sapore della sostanza a concentrazioni inferiori ad un centesimo di questo limite.
L’antimonio invece è un elemento che viene utilizzato come catalizzatore nella produzione del PET. Dopo la fabbricazione, una quantità rilevabile di antimonio può essere trovata sulla superficie del prodotto ma generalmente il suo residuo può essere rimosso con il lavaggio. Può rimanere però anche nel materiale stesso e, quindi, migrare in cibo e bevande. Questa eventualità diventa evidente solo se il PET è utilizzato con liquidi all’ebollizione o durante l’utilizzo in microonde.
Quindi le bottiglie in PET non presentano di per sé una data di scadenza vera e propria. Come è ovvio (ma questo è valido per ogni altro tipo di imballaggio) le bottiglie di acqua minerale sono contenitori monouso e non dovrebbero essere riutilizzate. Questa precauzione dovrebbe essere adottata ancor più quando la bottiglia (o l’imballaggio ma anche un qualsiasi articolo da cucina) presenta segni di usura (tagli, rotture, alterazioni) perché questi punti potrebbero rappresentare zone privilegiate per la migrazione di sostanze più o meno pericolose contenute nella plastica. Da ultimo è bene non utilizzare le bottiglie in modo improprio rispetto a quello cui sono destinate (per scaldare liquidi per esempio o per conservare alimenti a forte potere estraente).
Nel caso specifico di bottiglie in PET ad uso ripetuto la data di scadenza a mio parere è precauzionale ovvero si stima che riutilizzandola in un dato arco di tempo la bottiglia si usuri e quindi la plastica diventi più fragile e soggetta a migrazione verso l’alimento che contiene.
Anche i produttori parlano infatti di usura (come si può leggere sul sito di una nota azienda): “La bottiglia riporta una data perché con il tempo il materiale invecchia e quindi non risulta più sicuro per la gasatura. Per questo motivo è importante rispettare la scadenza”
Luca Foltran
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Foto: iStockphoto.com
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
La questione è sostanzialmente meccanica. Le bottiglie vengono riempite “sotto pressione”. Dopo innumerevoli cicli la plastica potrebbe improvvisamente rompersi, con rischi potenziali per gli utilizzatori.
Come tutte le “bombole” hanno una loro scadenza di legge, calcolata in base al tipo di materiale e al potenziale uso che se ne fa
Precisiamo che a seguito redazione del presente articolo, la voce PET (polietilentereftalato) su Wikipedia è stata rivista e corretta.
Condivido, da lunga esperienza innovativa nell’ applicare ad alimenti liquidi di larghissimo consumo il contenitore in PET, le conclusioni dell’articolista, tantopiù che il livello di riciclo, ora regolamentato anche per contenitori a contatto con prodotti alimentari, è ormai elevatissimo.
P.S. Come mai , nonostante per alcuni argomenti del “fatto Alimentare” siano presenti dei commenti già fatti, non appare in calce la casella “RISPONDI” ?