In Francia, il presidente della repubblica Emmanuel Macron è al centro delle polemiche. Nei giorni scorsi, per festeggiare la 22esima vittoria del campionato francese di rugby da parte dello Stade Toulusain e accondiscendere alle sollecitazioni dei giocatori, si è fatto riprendere mentre beveva una bottiglia di birra tutta d’un fiato: un’immagine che sottolinea il legame tra vittoria e alcol, sport e bevute, virilità e assunzione rapida di grandi quantità di alcolici. Gli esperti di dipendenze e di alcol non l’hanno presa bene, ben conoscendo il valore simbolico di un’immagine del genere.
A raccontare la storia è Le Figaro, che riferisce delle reazioni di due esperti al gesto di Macron, i quali hanno concordato sul fatto che i politici dovrebbero dare l’esempio. La birra nello spogliatoio, bevuta come farebbe il presidente di un’associazione studentesca, non è accettabile perché, come ha sottolineato Bernard Basset, presidente di Addictions France, autorizza a pensare che bere per festeggiare sia un gesto normale e, soprattutto, positivo. Ancora più severo è stato Mickael Naassila, presidente dell’Associazione francese di alcologia e membro del Gruppo di ricerca sull’alcol e le farmacodipendenze dell’Università della Piccardia, che non ha trovato alcuna giustificazione per il comportamento di Macron, anche perché vi sono dei precedenti.
Come accade anche in Italia, in Francia si tende a difendere a qualunque costo la filiera del vino attraverso manifestazioni di vario tipo, sottolineandone sempre il valore economico e culturale e tralasciando il fatto che l’alcol, in qualunque quantità, è cancerogeno, associato a incidenti e una molteplicità di effetti negativi che andrebbero tenuti in considerazione molto più di quanto si faccia. Macron, presenziando a uno di questi eventi, nel 2018 ha infatti dichiarato: “Fino a quando sarò presidente, non ci sarà alcun emendamento per inasprire la legge Évin”, facendo riferimento alla legge che regola la pubblicità delle bevande alcoliche e vieta quella del tabacco. Il presidente francese ha inoltre rivendicato di berne quantità moderate sia a pranzo che a cena, quindi, promuovendo un’assunzione ‘ragionata’. Al tempo stesso, in altre occasioni ha sottolineato la piaga sociale rappresentata dalla diffusione dell’abitudine del binge drinking tra i giovani. Siamo di fronte a messaggi contraddittori che confondono l’opinione pubblica e che, oltretutto, secondo Naasila, non tengono conto dell’aleatorietà del concetto di ‘bere con moderazione’, un’idea che sarebbe poco più di un alibi, buono per autorizzare il consumo tout court.
Di più: farsi riprendere mentre si beve una bottiglia di birra in pochi secondi, spiega Naassila, significa sdoganare il binge drinking, cioè assolvere una delle modalità peggiori di assunzione dell’alcol. Anche se tecnicamente il termine indica un consumo di almeno sei bicchieri di alcolici in due ore, mostrare quel modo di bere anche una sola birra media sarebbe un primo passo in quella direzione. Ma, a parità di quantità assolute, bere alcol in poco tempo significa avere danni assai più rilevanti rispetto a farlo lentamente e, come ha ricordato ancora l’esperto, un innalzamento rapido dell’alcolemia causa blackout nella memoria e nella coscienza che sono all’origine di migliaia di incidenti. E la popolazione, anche per responsabilità dei politici, non lo sa e continua a bere. Secondo uno studio dell’Inserm (l’analogo del Cnr italiano) del 2021, un diciassettenne su due afferma di aver bevuto quantità rilevanti di alcol nel mese precedente, mentre secondo l’inchiesta Baromètre Cancer 2021 di Santé Publique France, un quarto dei francesi pensa di che bere quantità moderate di alcol possa avere un effetto preventivo nei confronti del cancro, quando è vero esattamente il contrario. Un dato che Naassila commenta così: “Abbiamo un piano tabacco, dov’è il piano alcol?”
Tradotto in costi per il sistema sanitario, secondo gli ultimi dati ufficiali, in Francia l’alcol provoca ogni anno 49mila decessi e costa 118 miliardi di euro. Secondo altre stime, più datate, è in cima alle classifiche delle cause di ospedalizzazione: nel 2012 oltre 518mila ricoveri, pari al 2% del totale, sono stati causati direttamente dal consumo di alcolici, così come 2,7 milioni di giorni di ricovero in psichiatria, pari al 10% del totale, e 2 milioni di giorni di assistenza e riabilitazione. Nello stesso anno, i costi associati all’alcol sono stati il 3,6% del totale. In questa situazione, ci si aspetterebbe che un presidente facesse di tutto per scoraggiarne il consumo o comunque trasmettere messaggi corretti, e non per difendere o anzi promuovere il consumo smodato di alcol.
Va ricordato che in Francia, come in Italia e in tutto il mondo, la lobby dei produttori di alcolici è molto forte e continua a influenzare le decisioni dei politici e l’opinione pubblica, utilizzando strumenti indiretti e impropri. Sempre Le Figaro, nello stesso giorno, ha pubblicato un’indagine che dimostra come la sponsorizzazione di eventi sportivi e culturali, vietata, sia una realtà diffusa, perché le aziende hanno imparato da tempo a mettere in campo vari stratagemmi come quello di lanciare sul mercato marchi paralleli rispetto a quelli di alcolici. I produttori di alcol riescono a fare ciò che hanno fatto per anni quelli di derivati del tabacco e di zucchero: mistificare, nascondere, spostare l’attenzione e, nel frattempo, promuovere. E i politici sembrano non accorgersene.
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Giornalista scientifica
Sicuramente mai lo “sballo” ovvero la “sbornia” ma,una ” BIRRETTA” per ” festeggiare ” un avvenimento quindi – una tantum – non mi sembra tanto riprovevole…!!!…bisogna pur vivere!!!
Approvo, a furia di polemiche sempre + assurde finiremo x “tirarci la zappa sui piedi”