In estate spesso capita di cercare sollievo dalla calura bevendo qualcosa di fresco, magari una bibita dolce e frizzante diversa dalla solita acqua. Ma occorre stare attenti, perché lo zucchero può essere presente in grande quantità. In media, un bicchiere da 250 ml contiene l’equivalente di 4 cucchiaini di zucchero, che assimiliamo senza rendercene conto, perché facile da ingerire e di buon sapore.
La rivista francese 60 Millions de consommateurs ha pubblicato una guida alle bevande zuccherate, corredata da un test su 163 marche raggruppate in varie categorie, utile per orientarsi e comprendere quanti e quali zuccheri stiamo versando nel bicchiere.
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che l’apporto quotidiano di zuccheri semplici – quelli non presenti naturalmente in alimenti come frutta e latte – sia inferiore al 10% del fabbisogno calorico giornaliero di un adulto. La percentuale indicata equivale a 50 g di zucchero, o a 10 cucchiaini. In altre parole, un bicchiere di bibita contribuisce in un sol colpo a coprire quasi la metà del fabbisogno quotidiano. Inoltre, una bevanda non sazia come un alimento solido di uguale apporto calorico: le calorie così ingerite sono “nascoste”, e andranno ad aggiungersi occultamente a quelle già assunte coi pasti della giornata.
I pericoli dell’eccessivo consumo di zucchero sono ormai noti: dipendenza, sovrappeso, obesità, aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato di correre ai ripari agendo su vari fronti. Le industrie, sollecitate dalle istanze della sanità pubblica, hanno ridotto le quantità nelle bevande, o lo hanno sostituito con edulcoranti come aspartame, estratto di stevia, sucralosio, acesulfame K. Posto che numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’uso di edulcoranti non apporta alcun beneficio al controllo del peso o della glicemia, rimane invariata la questione di fondo: il problema non è quello di sostituire un tipo di zucchero con un altro, quanto abituare le persone a un gusto meno zuccherato.
Sull’onda di una maggiore consapevolezza, molti Paesi hanno imposto una Sugar Tax e adottato le etichette a semaforo come, ad esempio, il Nutri-Score francese (*) per orientare i consumatori. In Italia non c’è un piano per introdurre la Sugar Tax, e le etichette a semaforo sono viste con una certa ostilità dalle istituzioni.
Per orientarsi fra le bevande, la rivista 60 Millions de consommateurs indica il numero di cucchiaini di zucchero in un bicchiere da 250 ml. Con una quantità media di 4,2 cucchiaini per bicchiere, le 26 bevande a base di cola risultano fra le più zuccherate, e ci sono 6 marchi che utilizzano edulcoranti in aggiunta agli zuccheri semplici. Per quanto riguarda i 22 tè freddi, i cucchiaini di zucchero variano da 6 per bicchiere sino a zero per quelli che contengono solo edulcoranti: la media è di 3 cucchiaini. Per le bevande frizzanti al limone, la media è di 3,8 cucchiaini per bicchiere, mentre per quelle all’arancia e agli agrumi è di 4. Viste le bassissime quantità di succo presenti nelle bibite, si evince che il sapore sia più correlato a zuccheri, edulcoranti e aromi naturali che all’agrume. Fra i nettari multifrutta, la media è di 5 cucchiaini per bicchiere, e fra le bevande non frizzanti alla frutta la quantità è di 4,2: in sintesi, molto zucchero, poca frutta, ma meno edulcoranti rispetto alle bevande agli agrumi. Infine, prendono piede le acque di cocco: fra le 8 comparate, la media è di 1,6 cucchiaini per bicchiere.
Il consiglio finale è quello di limitare la quantità di zucchero e, soprattutto, di fare attenzione a quello liquido, forse il più insidioso.
(*) Sistema di etichettatura che aiuta a identificare i valori nutrizionali di un prodotto in una scala colorata dal verde al rosso e alfabetica da A ad E. Vedi l’articolo.
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[sostieni]
Vorrei solo sottolineare l’utilità di questo articolo. Personalmente, conscio di quanto male facciano le bevande zuccherate, d’estate faccio bollire 2 litri di acqua con dentro salvia e rosmarino, Metto 2 cucchiai di zucchero (1 cucchiaio x ogni litro), lascio rafferddare e metto in frigo. Uso questa bevanda quando ho sete.
Vorrei sapere se 2 cucchiai sono troppi e pertanto sarebbe meglio non zuccherare affatto
Un cucchiaio da 5-10 g per litro è una quantità adeguata, le bibite ne contengono 100 g
Ho trovato molto utile quest’articilo. C’è moltissoma disinformazuone e le aziende ne apptofittano a discapito della salute pubblica. Maggiore informazione a scuola meno pubblicità e meno interessi sarebbero d’aiuto….forse
Le aziende lo zucchero lo pagano, come lo pagano i consumatori: se i consumatori scegliessero prodotti senza zucchero, le aziende si adeguerebbero. E tutti sarabbero felici, ma il consumatore medio è ingnorante e non legge neache la lista ingredienti.
Del resto aziende come Ferrero che vengono solo prodotti con zucchero, fanno miliardi di fatturato, perchè devono togliere lo zucchero se il consumatore acquista i loro prodotti?
Il primo responsabile, della composizione dei prodotti alimentari, è il consumatore, è sempre lui che sceglie e determina gli andamenti di mercato
Inoltre la quantià adeguata di zucchero in una dietà DEVE essere determinata da un dietologo che in base al tuo metabolismo, quindi l’attività fisica e lavoro che svolgi, ti dirà il tuo fabbisogno energetico e da questo fabbisogno la quanità di zucchero giornaliera che puoi consumare.
Quindi NON esiste la quantità adeguata di zucchero in una bevanda senza ADEGUATA porzione.
Gentile Roberto,
non esiste un’assunzione adeguata di zuccheri (soprattutto aggiunti) nella dieta, ma un limite giornaliero massimo per non avere conseguenze per la salute. Teoricamente la quantità ottimale di zuccheri aggiunti in una dieta dovrebbe essere prossima allo zero.
Certo zero: quindi eliminiamo tutta la frutta e la verdura, perchè contenengono zuccheri, ovviamente anche il latte, che contiene zuccheri come la maggior parte degli alimenti.
Per il nostro organismo non c’è nessuna differenza tra zuccheri aggiunti o zuccheri tal quale, la chimica è chimica. Saccarosio, glucosio, fruttosio, ecc. La chimica non è un opinione.
Generalizzare la quantità di zuccheri a zero è una contraddizione, inutile ai fini medici.
Finita la moda del palma si passa allo zucchero, poi chissà…
Ho detto che il primo responsabile, della composizione dei prodotti alimentari, è il consumatore, è sempre lui che sceglie e determina gli andamenti di mercato. NON SOLO è anche il primo responsabile della sua forma fisica, dovuta alla NON attività motoria e all’alimentazione eccessiva, in tutto quello che comporta.
Questo visione elementare dell’alimentazione vista solo con lo zucchero aggiunto è lontano da qualsiasi pensiero di un serio dietologo. Del resto, non avevo altre aspettative da voi giornalisti.
Gentile Roberto,
quando si dice che il consumo teoricamente può essere pari a zero si sta parlando solo di ZUCCHERI AGGIUNTI, non di ZUCCHERI NATURALMENTE PRESENTI negli alimenti come la frutta e il latte.
È assolutamente vero che da un punto di vista chimico stiamo parlando delle stesse molecole (glucosio, fruttosio, saccarosio e così via), ma da un punto di vista nutrizionale c’è una differenza, cioè che gli zuccheri aggiunti sono spesso contenuti in alimenti dallo scarso valore nutritivo (o pari a zero come le bibite zuccherate), mentre gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta sono accompagnati da vitamine, minerali da fibre.
La distinzione tra zuccheri aggiunti (o zuccheri liberi) e naturalmente presenti non è un’invenzione giornalistica, ma sono le istituzioni sanitarie di tutto il mondo come l’Organizzazione mondiale della sanità ad insistere nel rimarcare la differenza (fin dai primi anni 2000), tanto che mentre raccomanda un’assunzione massima di zuccheri aggiunti pari al 10% delle calorie*, non fissa alcun limite per gli zuccheri naturalmente contenuti negli alimenti.
* Guideline: Sugars intake for adults and children, WHO 2015
Il limite di assunzione di zuccheri semplici, anche naturalmente presenti, è fissato da ogni dieta e da ogni medico e NATURALMENTE anche dalla WHO.
Anche la dieta più elementare si distingue principalmente dalla diversa % carboidrati, di cui zuccheri, grassi proteine ecc. E ovviamente varia sulla base dell’età, sesso, attività. Questo porta ad un assunzione raccomandata, di ogni nutriente.
Oltre a gli zuccheri aggiunti, si liminata molti alimenti che contengono naturalmente molti zucchero, oppure molto sale, grassi saturi e la WHO riporta tutte le raccomandazioni del caso, su tutte le problematiche nutritive. La porzione fa la differenza, sempre. La visione UNIVOCA, del solo zucchero aggiunto è sbagliata. Ma sopratutto è secondaria a molte altre problematiche, una su tutti, l’assenza di tabelle nutrizionali sugli alcolici, vino in particolare.