Quando si visita un supermercato straniero è facile imbattersi in qualche specialità alimentare italiana proposta in una versione improbabile. Di solito si tratta di produttori locali che interpretano in modo fantasioso piatti e ricette tipici della nostra gastronomia. Altre volte sono proprio le aziende con un marchio leader di mercato, che propongono all’estero prodotti riadattati ai gusti locali, con risultati che fanno quanto meno sorridere.
Bertolli, marchio italiano ormai nel portafoglio del gruppo spagnolo Deoleo, presenta ai consumatori olandesi un preparato da usare per condire quattro porzioni di pasta. La confezione è venduta in una busta da 460 ml. L’aspetto curioso è che leggendo le indicazioni sull’etichetta si scopre che l’ingrediente principale del condimento per la pasta è l’acqua, seguita da una lista di 24 componenti che spesso hanno poco a che fare con la ricetta originale .
Ingredienti: Acqua, olio di colza, pancetta affumicata 5,4% (carne di maiale (a strisce), sale, pepe, fumo di legna), amido di mais, burro, panna 1,7%, porri, tuorlo d’uovo 0,9%, sale, formaggio grattugiato 0,8% (formaggio italiano stagionato, antiossidante E339), estratto di lievito, maltodestrine, emulsionante E472e, spezie (erba cipollina, prezzemolo), succo di carota concentrato, siero di latte, amido di mais modificato, addensanti, aromi, pepe nero, curcuma, estratto di pancetta affumicata, aromi di affumicatura (vedi foto sotto).
A questo punto si può provare a indovinare il tipo di condimento. La soluzione non è facile, anche se nell’elenco ci sono due ingredienti che dovrebbero aiutare.
Il preparato è un condimento per 4 piatti di pasta alla carbonara, o perlomeno dovrebbe esserlo. Se appare quasi scontata l’aggiunta di panna nella ricetta (facile da trovare anche in Italia), la sostituzione del guanciale con la pancetta può far inorridire i puristi, così come la presenza di erba cipollina e prezzemolo, che nell’immaginario internazionale sembrano essere obbligatori in qualsiasi condimento per pasta italiano. Tuttavia la cosa che lascia veramente perplessi è chiamare carbonara una salsa in cui le uova rappresentano lo 0,9%. Il colore giallo è dato dal concentrato di carota e dalla curcuma. Per fortuna, almeno l’aglio non c’è.
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Si fa un gran parlare dell’olio di palma ma pochissimi si preoccupano delle alternative.
L’olio di colza è di gran lunga peggiore (tanto per capirci è quello che usano nei fast food per friggere), tanto che sino al 19° secolo era considerato inadatto all’alimentazione umana a causa del suo alto contenuto di acido erucico e veniva usato come olio per lampade. Solo gli incroci negli anni hanno portato alla creazione di una varietà meno “problematica”, che è quella tutt’ora in uso, sviluppata in Canada e battezzata Canola (Canadian Oil Low Acid). Vero che ha un contenuto molto più basso di questo acido, tuttavia secondo me se si evita di mangiarlo è meglio perchè si tratta del più scarso tra gli oli di scarsa qualità.
Sorvoliamo sugli ingredienti poco ortodossi che comunque possiamo trovare in ogni cucina e su quelli prettamente industriali, intanto sappiamo che la stragrande maggioranza dei cibi confezionati vengono fatti così. In fondo, se in giro si trova il pesto alla genovese con gli anacardi..
L’olio di palma viene sostituito nel 90% dei casi con girasole e mais.