Dal 2005 l’Efsa lavora per raccogliere dati sulle abitudini alimentari degli europei. In un primo momento, l’obiettivo era quello di uniformare la raccolta dei dati e stimolare un aggiornamento costante della nascente banca dati particolareggiata dell’Efsa sui consumi alimentari in Europa. Poi, nel 2011, è stato lanciato il progetto EU Menu che, nel tempo, raccoglierà le informazioni armonizzate provenienti da 21 paesi: Austria, Belgio, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Montenegro, Macedonia del Nord, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna e Ungheria. In base a direttive elaborate nel 2009 e rese definitive nel 2014, i dati sono suddivisi in base all’età (dai 3 mesi ai 74 anni) e danno grande rilievo sia all’apporto nutrizionale degli alimenti consumati, sia ai potenziali pericoli derivanti dal cibo.
Ora, alla notevole mole di numeri ed elementi già raccolti, si aggiungono i dati provenienti da ben nove indagini condotte in: Austria, Belgio, Cipro, Grecia, Paesi Bassi e Slovenia, relative a tutte le fasce d’età, e presentate per la prima volta per sesso.
“La notizia è molto positiva – ha commentato la responsabile del progetto EU Menu Sofia Ioannidou – perché accresce notevolmente la percentuale di informazioni armonizzate nel database, che ormai supera la metà dei dati raccolti secondo la metodologia comune. Si tratta di un punto di partenza ineludibile per proseguire. Rendere uniformi le informazioni raccolte è infatti un passaggio fondamentale per gli studi. Inoltre è un elemento indispensabile per individuare eventuali punti critici, o veri e propri pericoli, così come per capire quali sono i settori nei quali è più urgente intervenire”.
La raccolta e, soprattutto, l’armonizzazione dei dati sulle abitudini alimentari dovrebbero essere completate entro il 2023, e poi continuare a essere aggiornate.
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Giornalista scientifica