Abbiamo dovuto aspettare a lungo, tra autorizzazioni e sperimentazioni ma, con il mese di aprile, è cominciata la distribuzione dei primi prodotti realizzati da un’azienda italiana con farina d’insetti tra gli ingredienti. Si tratta di chips non fritte di mais biologico della veneta Fucibo. Negli snack, proposti nei gusti pizza e formaggio con un 15% di farina di lenticchie, sono presenti anche, in una quota del 10%, le larve delle tarme della farina (Tenebrio molitor), essiccate e polverizzate. Quest’innovativa materia prima proviene dall’azienda francese Agronutris, la prima ad aver commercializzato questo prodotto. Se è vero infatti che la Commissione europea ha finora permesso la commercializzione anche della farine di Locusta migratoria e, da febbraio di quest’anno, di grillo (Acheta domesticus), solo quella di Tenebrio molitor, autorizzata dal maggio 2021, è già disponibile per essere impiegata dalle industrie di trasformazione.
La scelta da parte dell’azienda di lanciare sul mercato proprio degli snack come primo prodotto con farina d’insetto si deve alla volontà di avvicinare il consumatore al nuovo ingrediente partendo da qualcosa di estremamente riconoscibile, ma anche accattivante e, soprattutto, adatto per i momenti di condivisione, come un aperitivo o una festa, durante i quali è più facile essere tentati dalla sperimentazione. “Il nostro prodotto intende rappresentare un mix fra la rassicurazione della tradizione e la sfida dell’innovazione – dichiara Lorenzo Pozzato, cofondatore di Fucibo insieme a Davide Rossi –, con il vantaggio di proporre uno snack con meno grassi e più proteine rispetto agli equivalenti tradizionali”.
È noto infatti che gli insetti rappresentino una fonte di proteine, ferro e vitamine. Inoltre, l’allevamento di questi animali si è dimostrato molto più sostenibile rispetto a quelli tradizionali, con un minor consumo di acqua, suolo, e cibo e una produzione inferiore di gas serra. I fondatori ricordano infatti come sia stato calcolato che servano 12 litri d’acqua per un grammo di proteine di insetto e 112 per la stessa quantità di proteine di manzo e che sono 15 i metri quadrati di suolo necessari per produrre un kg di insetti, contro i 250 mq per la stessa quantità di manzo. Infine, per quanto riguarda l’emissione di gas serra, gli allevamenti tradizionali ne emettono circa 100 volte di più rispetto a quelli di insetti. “Pensiamo che il settore dei prodotti a base di farine di insetti farà passi da gigante nei prossimi anni – commenta Rossi –. Per quanto ci riguarda, nel corso di quest’anno usciremo con la pasta, i biscotti e i crackers, per poi dedicarci allo sviluppo di ulteriori idee. Siamo inoltre convinti che il made in Italy sarà per noi un vantaggio importante nei mercati esteri” .
In effetti Fucibo intende valorizzare l’italianità come punto di forza, sia in Italia che all’estero. “Puntiamo sul know-how nostrano nella produzione alimentare – sottolinea Pozzato –, significativo per tutto e, in particolare, per gli alimenti più tipici, come la pasta. Poi, non appena sarà possibile, intendiamo approvvigionarci con farina di insetti allevati in Italia, in modo da vendere i nostri prodotti come 100% italiani”. Per il momento, infatti le uniche aziende autorizzate alla commercializzazione dalla Commissione europea sono la francese Agronutris e l’olandese Fair Insects BV, ma c’è anche l’italiana Alia Insect Farm, che alleva i grilli a scopo alimentare umano e sta lavorando alla presentazione di un dossier destinato alle autorità europee ma non ha ancora ottenuto le necessarie autorizzazioni da Bruxelles.
© Riproduzione riservata; Foto: Fucibo
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Speriamo sia ben segnalato sulla confezione in modo inequivocabile e visibile l’ingrediente…”particolare”.
Non vorrei incorrere in spiacevoli avventure di incoercibile emesi psicosomatica.
Con tutto il rispetto del “de gustibus” di Plutarchiana putativa memoria.
punteggio NOVA pessimo devo supporre….
Peccato.
Se queste sono le confezione, non mi pare di vedere chiaramente scritto che fra gli ingredienti ci sono farine di insetti. Credo, invece, che sia molto fuorviante e che, messa nello scaffale degli snack, possa essere comprata inavvertitamente.
Un conto è credere di comprare latte di mucca e comprare latte di avena o di mandorle per errore.
Un altro è acquistare ciò che si crede essere uno snack a base di patate o formaggio e ritrovarsi con dei vermi nel piatto. O della pasta. Non è detto che a tutti piaccia mangiare grilli e vermi.
Nel caso, memorizzo nome e marchio, per evitare di acquistare questa cosa.
E comunque, rifaccio la domanda, sperando di avere una risposta: qualcuno mi può spiegare come uccidono questi animaletti?