Due mani femminili circondano un segno di riciclaggio sopra uno sfondo di erba. vista dall'alto.

E questo dove lo butto? Una domanda che, prima o poi, tutti si sono posti davanti a un imballaggio dubbio e senza indicazioni di smaltimento, o peggio di rifiuti come piatti rotti e penne esaurite, che possono diventare un grattacapo quando non si hanno sottomano le istruzioni della raccolta differenziata del nostro comune. E allora che fare? Per aiutare i cittadini confusi, negli anni sono nate diverse app per la raccolta differenziata, come la popolarissima Junker (ne avevamo già parlato qui), prima in Europa spiegare come separare correttamente confezioni e imballaggi semplicemente inquadrando il codice a barre, che ha recentemente lanciato la nuova funzione “inquadra e differenzia” basata su tecnologie di riconoscimento immagine.

È sufficiente fotografare l’oggetto – per esempio, un cucchiaino da tè – di cui vogliamo scoprire le modalità di smaltimento e il sistema proverà a riconoscerlo. Una volta inviata la foto, in pochi secondi arriverà la risposta e l’app ci chiederà se è corretta o sbagliata. Se la risposta è giusta e il software ha riconosciuto l’oggetto, fornirà informazioni sulla sua composizione e su come smaltirlo nel modo giusto: nel nostro caso, negli ingombranti metallici. Se invece la risposta è sbagliata e il sistema non ha riconosciuto l’oggetto, lo si può comunque cercare manualmente nel database dell’app, una funzione già presente in precedenza, ma sicuramente meno immediata del riconoscimento fotografico.

junker app cucchiaio prova
Con l’app Junker si può scoprire come smaltire oggetti e rifiuti senza codice a barre grazie al riconoscimento fotografico e all’intelligenza artificiale

La funzione, infatti è ancora in beta, cioè il sistema sta ancora “imparando” a identificare correttamente gli oggetti dalle foto degli utenti. “Abbiamo lavorato molti mesi per arrivare a questo risultato – sottolinea Giacomo Farneti di Junker – Si tratta infatti di una tecnologia sperimentale, mai applicata prima d’ora in questo campo, basata su un sistema di apprendimento automatico che si evolve grazie alla collaborazione degli utenti”. Quindi, più fotografie vengono caricate, meglio il sistema imparerà a riconoscere i rifiuti. Per il momento, è lecito

In più, se il proprio comune di residenza è uno degli 800 che hanno aderito alla rete Junker, l’app dirà anche se deve essere conferito presso una piattaforma ecologica (come nel caso del nostro esperimento), con tanto di indirizzo e orari, oppure se è previsto il ritiro porta a porta e con quali modalità.

Il cavallo di battaglia di Junker, però, resta il sistema di ricerca dei prodotti basato sui codice a barre, che già oggi riconosce oltre 1,6 milioni di prodotti, di cui 220 mila segnalati dagli utenti. Infatti, se un prodotto o un oggetto non sono presenti nel database dell’app è possibile inviare una segnalazione, così che le informazioni di smaltimento vengano inserite e rese disponibili agli altri 1,3 milioni di utenti che l’hanno scaricata gratuitamente.

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Marco
Marco
14 Luglio 2020 11:11

Junker è molto utile, ma mi permetto di segnalare che quando non riconosce un prodotto e io, utente, scrivo dove secondo me andrebbe smaltito, il mio giudizio è passibile di errore. Se, pertanto, tutti gli altri smaltiranno come ho detto io, tutti contonueremo a sbagliare nello smaltimento di quell’imballaggioo qualunque cosa sia. Dico bene o mi è sfuggto qualcosa? Chi verifica le indicazioni degli utenti?

Stefano Salgò
Reply to  Marco
17 Luglio 2020 21:23

Buonasera Marco,
desideriamo tranquillizzarti, poiché le segnalazioni degli utenti relative ai prodotti non ancora censiti nel database vengono vagliate dai nostri operatori prima di essere approvate.
Buona differenziata!
Junker Team

Carmelo Pezzella
Carmelo Pezzella
6 Agosto 2020 09:42

Ma così facendo non si corre il rischio di annullare la capacità critica di ogni individuo? Forse mi sbaglierò, ma sapendo che c’è una APP per tutto, nessuno si curerà più di approfondire le varie tematiche su vari argomenti: rifiuti, ambienti, recupero, riciclaggio, compostaggio, emissione, odori, etc.etc.
Ben venga la tecnologia, ma attenzione, diamo alle persone un capacità di giudizio propria e non guidata pedissequamente da una APP.

rolf250
rolf250
6 Agosto 2020 13:47

E’ giusto che il consumatore faccia attenzione al corretto smaltimento dei rifiuti, ma non è giusto che le aziende che li producono non danno indicazioni o usino materiali problematici. Ad esempio su un pacco di biscotti per colazione si può leggere da “incarto non ancora riciclabile (Mulino Bianco) al più valido ” smaltimento carta” (Misura). Altro esempio: l’incarto delle caramelle: nessuna indicazione, plastica? carta?

Le aziende dovrebbero per legge utilizzare imballi biodegradabili e il più naturali possibili.