“Compro spesso i biscotti Altromercato con miele e anacardi, che considero una vera e propria golosità. Leggendo gli ingredienti ho osservato però che contengono olio di palma, addirittura come terzo ingrediente. Vedo, sempre sull’etichetta, che non si tratta di olio di produzione biologica. Ho seguito la campagna de Il Fatto Alimentare sull’olio di palma e sono cosciente dei problemi che crea questo ingrediente per l’ambiente, oltre che dei possibili rischi per la salute legati a un consumo eccessivo. Mi sono quindi chiesto il perché di questa scelta da parte di un produttore che si propone come rappresentante del commercio equo e solidale. È possibile avere una risposta?
Giacomo”
In aggiunta a quanto detto dal lettore, abbiamo riscontrato che l’olio di palma (sempre senza indicazione di produzione biologica) è presente in altri prodotti Altromercato come i Biscotti frollini al miele e zucchero, i Frollini al cacao e anacardi e la Crema spalmabile al cacao con anacardi e nocciole Cajita. Mentre ad esempio le Crostatine al cacao contengono olio di palma, ma lo segnalano come ingrediente di provenienza biologica e del commercio equo e solidale. Un dato che comunque non emerge chiaramente dalle etichette dato che la percentuale di ingredienti del commercio equo è riferita al valore (la dicitura sul sito è “% ingredienti del commercio equo: oltre il 50% in valore”) e non al peso degli ingredienti. Abbiamo chiesto all’azienda di spiegarci le loro scelte in merito all’olio di palma e sulla provenienza di produzione non biologica/equosolidale. Di seguito la risposta dell’azienda.
“Siamo consapevoli delle numerose discussioni relative all’utilizzo di olio di palma nei prodotti alimentari ma purtroppo la questione è piuttosto complessa e priva di una semplice e immediata soluzione. Il nostro impegno verso produzioni in grado di rispettare la terra, i diritti e le persone è continuo e può trovare, nel nostro sito tutte le risposte e vedendo più nel dettaglio in che modo stiamo lavorando su questo versante.
Oramai da qualche anno è entrato nel nostro circuito un produttore di Commercio Equo e Solidale del Ghana che produce olio di palma biologico.
Serendipalm in Ghana ci ha dimostrato quindi come sia possibile la coltivazione della palma da olio in condizioni di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale lungo tutta la filiera produttiva. L’area in cui opera Serendipalm ospita centinaia di piccoli produttori di palma, cacao ed agrumi che traggono il loro sostentamento dalla coltivazione di piccoli appezzamenti tra 1 e 2 ettari. Quest’olio, dopo deodorazione, viene utilizzato nelle “Crostatine al cacao”.
Al momento non ci risulta possibile utilizzarlo negli altri prodotti da forno perché questi richiedono un olio di palma bifrazionato e il processo di frazionamento viene eseguito da aziende i cui lotti minimi di lavorazione sono troppo alti per noi.
Nella crema spalmabile “Cajita”, per i motivi sopra esposti, l’olio di palma è stato solo parzialmente sostituito con olio di palma bio del commercio equo. Tra i nostri prodotti vi è comunque anche una crema spalmabile al cacao biologica e senza olio di palma: “Cajita bio” che però è disponibile nelle Botteghe Altromercato e in tutti gli altri punti vendita, solo nei mesi freddi; infatti la mancanza di grassi solidi a temperatura ambiente determina, nella stagione calda, la separazione tra fase solida e fase liquida oleosa rendendo il prodotto poco gradevole.
Per la restante parte di prodotti nei quali si utilizza olio di palma, questo proviene quasi totalmente dal circuito RSPO. La Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile, in acronimo RSPO per l’inglese Roundtable on Sustainable Palm Oil, è un’organizzazione agricola nata dieci anni fa con l’obiettivo di promuovere la crescita e l’uso di prodotti di olio di palma sostenibile attraverso standard globali credibili ed il coinvolgimento delle parti interessate tra cui produttori, commercianti, organizzazioni non governative ambientali.
Alcune di queste ultime riconoscono dei meriti di una parte delle aziende facenti parte di RSPO mentre le altre aziende hanno ancora da lavorare su questo fronte, ma con uno sguardo positivo verso il futuro.”
Sara Rossi
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Fanno sempre tenerezza le persone che credono di poter avere la botte piena e la moglie ubriaca. Le “ricette” industriali sono così per mille motivi, se vuoi un prodotto ad hoc te lo produci o lo pretendi dal laboratorio che ne potrà produrre una minima frazione.
Invece si pretende disponibilità, prezzo da discount e mille garanzie. Quanto siamo diventati viziati….
Scusa ma devo contraddirti. I biscotti con anacardi di altromercato non sono prodotti a basso prezzo.
E quindi trovo assolutamente giusto che il consumatore pretenda la qualità. Si parla di olio di palma biologico. L’olio di palma , che sia biologico o meno è sempre un grasso vegetale di scarsa qualità,volendo tralasciare i problemi per la salute di chi consuma questi prodotti in grande quantità.
Evidentemente abbiamo ben altra concezione di “prodotto a basso prezzo”.
Quanto alla salute ricordiamo sempre che anche esagerare con l’acqua uccide.
L’industria fa il suo tornaconto a scapito dei consumatori. Coloranti, addensanti, antiossidanti, chimici tutti. Se vogliamo qualcosa di diverso e più sano andare nei forni e pasticcerie dove è possibile comprare prodotti confezionati con componenti meno chimici. Costano di più ma non credo che si scambi volentieri la salute con il risparmio in certi prodotti non essenziali. Mangiamo meno biscotti o prodotti lievitati, più pane e miele o marmellate artigianali faremo meglio per la ns. salute.
Purtroppo l’equazione lavorazione artigianale = prodotti senza additivi chimici e sani non è sempre vera.
Ricordo un laboratorio che produceva “Biscotti al farro”, con una preziosa confezione simil incartato a mano. I biscotti erano tagliati a mano ma contenevano olio di palma e “aroma burro”. Per fortuna oggi sono obbligati a sostituire l’accattivante dicitura “grassi vegetali non idrogenati” con “olio di palma”, ma l’aroma burro resta…
Per evitare completamente l’olio di palma, io acquisto al biologico ( e se si cerca bene spesso ci sono ottimi prodotti a prezzi bassi) oppure anche nei normalissimi supermercati ci sono delle sottomarche di biscotti che non usano assolutamente olio di palma e sono buonissimi:)
Ma non è la questione del Bio o Non Bio, l’ olio di palma fa male perché è ricco di grassi saturi nocivi! Le aziende non dovrebbero proprio usarlo, visto che fa male alla salute!
Fa male se ne consuma tanto , le caratteristiche sono simili a quelle del burro. Il problema e che si trova dappertutto compreso i biscotti Plasmon che diamo ai bambini
forse si deve tenere conto dell’alto fabbisogno di grassi saturi e anche di colesterolo di cui i bambini hanno bisogno, per cui dire che l’olio di palma è anche nei plasmon non è un male o il demonio. se si sotituisce il palma con il burro oltre a lievitare i costi, ci sarò lo stesso problema per la salute dei grassi saturi, è un problema di educazioen alimentare, non di aziende, non è un prodotto nocivo come lo voelte far passare e l’azienda ha risposto benissimo.
L’olio di palma pone grossi problemi all’ambiente, e non è nocivo alla salute ma non può essere considerato-almeno nella versione raffinata che usano le aziende- come altri oli vegetali.
Concordo al 100% con Fabiana: quando faccio la spesa leggo gli ingredienti. Se il prodotto contiene olio di palma oppure olii vegetali (dicitura subdola per nascondere l’olio di palma), il prodotto se ne torna immediatamente sullo scaffale.
E pensare che proprio oggi, dopo aver spiegato alla mia collega che la Nutella è praticamente zucchero e olio di palma, lei mi ha detto “ah io no, io compro solo quella di altroconsumo ” …. poverina non sapeva cosa mangiava !!!!
E comunque l’olio di Palma fa male, la storia del “fa male se se ne consuma tanto” non vale più, visto che è presente ovunque, e poi perché dovremmo accettare prodotti con ingredienti scadenti, abbiamo tutto il diritto di chiedere di trovare sul mercato prodotti consoni, fatti con ingredienti che così si possono chiamare, non con maledetti surrogati !!!!!
a livello organilettico, per un adulto, il burro (sostituto animale del palma) è più nocivo perchè oltre aglis tessi grassi saturi presenta anche colesterolo animale…. surrogato? olio di palma, olio di oliva, olio di semi di girasole, sono surrogati di che? sono oli vegetali….
“Tra i nostri prodotti vi è comunque anche una crema spalmabile al cacao biologica e senza olio di palma: “Cajita bio” che però è disponibile nelle Botteghe Altromercato e in tutti gli altri punti vendita, solo nei mesi freddi; infatti la mancanza di grassi solidi a temperatura ambiente determina, nella stagione calda, la separazione tra fase solida e fase liquida oleosa rendendo il prodotto poco gradevole.”
l’azienda risponde che il problema non è semplice come fare una petizione, e il problema per la salute è alquanto difficile da individuare e da definire perchè non è così scontato come i siti web vogliono far credere, si divaga su mille argoemnti senza ter conto di tutti i fattori. Se comprate prodotti industriali mi sembra ovvio e palese non poterli confrontare con la pasticceria che ovviamente contiene burro e scadenze di 1-2gg.
Esistono delle creme al cioccolato, e anche dei biscotti, che non contengono olio di palma ma solo cacao e nocciole, olio vegetale di oliva, mais, girasole, soia, oppure burro….
se serve il burro, il grasso di palma non è più nocivo anzi secondo me lo è meno, se utilizzato come olio bisogna tener conto di quale olio si utilizza perchè l’olio di oliva si degrada molto più velocemnente mutando il sapore del prodotto (industriale) la sostituzione non è semplice e non sempre le informazioni che circolano sono corrette. Vedo più un problema di educazione alimentare perchè se un individuo mangia dei biscotti, le merendine, la nutella e altri prodotti in una giornata più sostanze con grassi animali e burro be non è un problema di aziende ma di educazione aliemntare, i grasi saturi sono TUTTI esplicitati ora, non vedo il problema così macro, piuttosto bisogna capire con cosa e come verrebbero sostituiti e i costi e in particolare i tempi. la nutella sono 20 anni che lo usa e nessuno è mai morto, ci sono prodotti ancora con presenza di grassi idrgenati. magari si fuma e si vive a Milano o vicino un’acciaieria e si pensa al palma… mah
La sua affermazione che è simile al burro è a dir poco allucinante, lei paragona il grasso piu nobile al grasso Trans peggiore che esiste…..stendo un velo pietoso su questa disinformazione
Quando poi afferma che fa male solo se se ne consuma tanto..rimango allibito.
Una cosa che è tossica e che fa male …fa male se ne consumi poco e anche se ne consumi tanto….farà solo più o meno male….in diversa misura
Secondo la sua tesi allora non fa male consumare alimenti con la diossina , basta che è poca.
Non farà male fumare……basta che fumi poco…..ecc ecc
Sinceramente molte delle sue esternazioni sono inappropriate
il vero problema legato all’olio di palma è il suo vasto impiego nel l’industria dei prodotti da forno e pasticceria. Il consumo di olio di palma quindi, attualmente, è di grand lunga superiore a quello del burro con cui lo paragonate.
Esattamente quello che intendevo io nel mio commento precedente.
Inoltre fra due prodotti che contengono uno il burro e l’altro olio di palma cosa scegliamo ?
E non trascurabile l’impatto ambientale del viaggio dell’olio di palma e del disboscamento dei territori dove viene prodotto …..
per un adulto, dopo vari incontri con nutrizionisti, forse è meglio scegliere il palma perhè ha QUASI gli stessi grassi saturi del BURRO, ma, al contrario di quest’ultimo non contiene COLESTEROLO animale, lo sapevate? Sapevate che il burro al contrario del palma muta e cambia il sapore delle ricette perchè ovviamente è una caratteristica del prodotto? Forse non è chiaro, ed è evidente, che in molti prodotti che hanno bisogno di un grasso animale, il burro, per le margarine, besciamelle, ecc si utilizza il palma. Quindi è palese trovare più palma che burro e non solo perchè costa meno. Il paradosso vero sarebbe pagare i prodotti 3 o 4 volte di più perchè invece del palma utilizzano il burro e trovare glis tesso GRASSI SATURI di prima, io lo ritengo assurdo in più c’è il colesterolo. Il palma è ad oggi, l’olio con più RESA per ETTARO di tutti. Allevare animali per ottenre il burro…. lascio a voi le scontate conclusioni.
Il burro contiene grassi ma di origine animale quindi, mi viene da pensare, dalla struttura molecolare più affine alla nostra e, sempre secondo il mio parere che, ripeto, è assolutamente personale, meglio assimilabili nell’organismo.
Dà inoltre un maggior senso di sazietà.
Questi sono fattori che mi fanno preferire il burro al palma indipendentemente dalle considerazioni espresse in precedenza da altri.
il Grana Padano contiene il 18% di grassi saturi, perchè non facciamo la guerra al formaggio sulla pasta? alla cheesecake con il philadelphia?
Perché il grana, il burro etc hanno un valore nutrizionale- e gustativo che il palma nella versione raffinata usata dalle industrie, non ha ( senza considerare il diverso “peso” ambientale) Le industrie usano il palma perché è economico e si conserva a lungo senza irrancidire, mi sfugge quale sarebbe il vantaggio per il consumatore….
si divaga sui temi e si cambia sempre argomento, qui si pone l’argomento grassi saturi come essenziale da sconfiggere e poi mi dite che siccome il burro e il grana sono “più buoni” possono essere mangiati perchè costano di più del palma? Quindi alla fine la cosa che da fastidio è che costa poco e deduco, che la Francia, grande produttrice di colza, abbia cominciato questa lotta solo per fini economici, visto che i problemi ambientali sono facilmente risolvibili con la certificazione RSPO. Il palma irrancidisce meno degli altri ed è a livello industriale il migliore per questo e la proprietà della raffinazione per cui non ha sapore e non va a inficiare sulla ricetta personalmente lo ritengo un plus, visto che non amo il burro. Il vantaggio per il consumatore sarebbe quello di avere scadenze più lunghe, costi più bassi, e sapori più forti degli ingredienti più nobili, senza tenere conto dell’ASSENZA di colesterolo animale, che si sa fa male e lo contiene il burro.
Sono d’accordo con chi dice che ai prodotti industriali dovremmo preferire quelli casalinghi. Seppure l’innovazione e la ricerca in campo alimentare abbiano apportato molti vantaggi, vedi tutti i processi di stabilizzazione, dall’altra credo che dovremmo evitare alimenti eccessivamente manipolati e contententi additivi alimentari e consumare quelli semplici e genuini. Ci piace ricordare di quando da piccoli gustavamo la fettina di pane con l’olio e lo zucchero, ebbene nessuno ci vieta di ripetere lo stesso rituale se non la nostra stupidità e prigrizia!!!!
sono d’accordo il problema è solo di educazione alimentare. I prodotti industriali purtroppo sono essenziali nella vita moderna, se tutti potessero prodursi biscotti, pane, tonno sott’olio ecc sarebbero contadini non manager, impiegati o altro. Bisogna però cominciare ad avere la consapevolezza di quello che si compra e soprattutto delle tabelle nutrizionali. Faccio un esempio: in Francia nelle vending machine la scadenza media è di 15gg, in Italia minimo 30/40gg per molti prodotti alimentari, in GDO idem in Francia si trovano molti prodotti sotto i 30gg, in Italia la richeista è sempre di 45/60gg, questo comporta la manipolazione e l’aggiunta di additivi e conservanti. E’ il consumatore che sceglie e guida il mercato.
Io sposo tutta la linea di GP. Questa storia dell’olio di palma è approssimativa e con poco senso, senza contare che fino a ieri non era un problema, oggi è mania (leggasi moda). Mah..
concordo in pieno con quanto argomentato da GB ed aggiungo per il buon Emiliano che il grasso Trans peggiore che esista è solo una semplice questione di idrogenazione nel caso di oli idrogenati. Un grasso di palma saturo e non parzialmente idrogenato contiene una percentuale ben bassa di acidi grassi trans e forse sarebbe il caso di fare un confronto con quelli presenti nel prosciutto di parma o in altre eccellenze italiane.
se poi siamo sui frazionati possiamo avere un mix di saturi ed insaturi ma sempre con tenori di trans risibili.
Inoltre ancora concordo con GB: biscotti, merendine biscottini, creme spalmabili e quante ne volete mangiare!?!?!?
4 biscotti a colazione e via pedalare o un pane e crema spalmabile a merenda ma allore non vi pappate anche i biscotti e poi il dolcetto. Credete che tutto questo fatto con olio EVO e burro sia più salutare? per favore….
Ma scusate, il Fatto Alimentare non aveva attivato una campagna contro l’ olio di palma, invitando anche i lettori a segnalare i prodotti che non lo contengono? E invece ora la sig.ra Cicerone dice che non fa male alla salute? C’ e’ un po’ di contraddizione…
Il problema non è l’olio che fa male ma la quantità assunta senza saperlo che risulta spesso elevata. Lo abbiamo scritto più volte
Come ha già fatto notare Roberto La Pira, il problema e’ la quantità..e, aggiungo io, il fatto che l’olio di palma, fino a poco tempo fa etichettato come “olio vegetale” possa essere percepito come qualcosa di simile agli oli di oliva, girasole etc..mentre dal punto di vista nutrizionale ha effetti più simili a quelli del burro, senza averne il gusto o le proprietà nutritive.
A me la risposta di altromercato è piaciuta, anche molte risposte di GP sono interessanti però preferisco il burro al palma e poi non mangio biscotti tutti i giorni oppure merendine oppure prodotti industriali, di tanto in tanto li mangio.
GP dice che è un problema di educazione: in effetti penso sia così. La gente che dice che vuole l’olio buono nei prodotti industriali parla di un ossimoro.
Sono totalmente contrario a quanto scrive GP. Innanzitutto il fatto che l’ olio di palma non contenga colesterolo non significa che non lo faccia aumentare. Infatti in Internet si possono trovare vari studi commissionati dall’ Organizzazione mondiale della Sanità che certificano che pur non contendolo è l’ alta percentuale di acido palmitico, 50%, a stimolare nell’ organismo l’ aumento del colesterolo LDL. Nel burro questo è più bassa che nella polpa del frutto della palma dendè, mentre è più alto l’ acido stearico che é un grasso saturo neutro rispetto al colesterolo LDL: quindi il grasso del latte ha più grassi saturi, ma meno grassi saturi dannosi!!! Capito? Per non tenere conto dell’ effetto sapore: infatti il burro dopo un po’ stanca. L’ olio di palma sembra più leggero perché insapore e inganna l’ organismo perché non lo riconosce.
i grassi animali contegono già colesterolo, il palma lo stimolerebbe in % minore, deduco quindi che faccia meno male se consideriamo il colesterolo. I grassi saturi implicati nei problemi cardiovascolari sono tutti cattivi aimè. Piuttosto non è una questione di ingannare l’organismo con il sapore, lo scopo del burro o di altri ingredienti non è quello non funziona così che se ne mangio troppo lo riconosco e mi stufo, bisogna leggere le etichette e i grassi saturi che si ingerisce, quello si, ma quindi è un finto problema con annessa petizione come conferma La pira nel comemnto precedente, la quantità, è indefinita ognuno ha il cervello per decidere, sulel etichette sono indicati tutti gli elementi.
Leggere le etichette forse non è sufficiente ma è fondamentale.Infatti il problema del palma è emerso ora non per “moda”, ma perché da poco i produttori sono tenuti a specificare quali oli vegetali usano, prima era ammessa la definizione generica “oli vegetali” e non era possibile scegliere.
Sono molto contenta che sia venuta fuori questa questione è da un po’ di tempo che mi facevo la stessa domanda, tra l’altro l’olio di palma è presente anche in gran parte della linea coop solidal e davvero anche lì stona; e ho smesso di comprarla… certo molti commenti evidenziano aspetti salienti e veri anche se in contrapposizione, ma il dato importante è uno a mio avviso: che stiamo cercando in tanti di diventare seppur “consumatori” almeno più consapevoli. forse pian piano con sempre maggior consapevolezza ricorreremo meno a prodotti industriali ed elaborati e questo sarà comunque un bene per la nostra salute e quella dell’ambiente che ci ospita…
Concordo con gp, l’olio di palma di usa nell’arte bianca per il suo alto contenuto in grassi saturi che,avendo caratteristiche tecnologiche diverse dagli insaturi, conferiscono al prodotto finito la consistenza finale desiderata e la conservabilità desiderata. Fa bene,fa male? Come tutti i grassi saturi (burro, lardo, strutto, cocco, burro di cacao) andrebbero consumati con moderazione chi più chi meno. Come dice gp,anche secondo me, e’ solo un problema di educazione alimentare.
L’olio di palma viene usato “solo” perché costa meno e quindi permette alle aziende di tenere i prezzi dei prodotti a un livello accettabile. Usare olio di altra derivazione, comunque di semi e comunque più salutare, farebbe schizzare i prezzi di biscotti & C. alle stelle, e nessuno li comprerebbe. E’ noto che dove impera la quantità la qualità scarseggi.
Inoltre leggo che l’olio di palma fa male solo se assunto in gran quantità. Ma quant’è questa quantità?
Magari cerchiamo di emulare Mitridate: chissà se a forza di farne uso alla fine ci faccia bene!
In questo articolo è indicata la quantità massima e come si raggiunge facilmente: http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-salute-consigli.html
Questioni di lana caprina. Certo che i fabbricanti e i commercianti si arrampicano sugli specchi per difendere i loro interessi. L’unico fattore per cui il palma viene usato nella nutella, è la sua “spalmabilità”. Quanto al costo, vi sono prodotti a base di burro o di oliva che costano meno del palma. Tutta questione di politica commerciale. Quanto alla maggiore deperibilità dei grassi diversi dal palma, è solo questione di consumarli entro la data di scadenza. E quanto al fatto che il palma dà lavoro a famiglie di autoctoni, ma non possono riconvertire le loro produzioni ? Per conto mio, faccio di tutto per evitare il palma, anche se a volte è arduo. Ma non si potrebbe usare come carburante nei motori diesel ?
Bravo gp. Finalmente ! Buonsenso, informazione. E senso pratico.
La soluzione vera è l’artigianale e l’autoprodotto. Con altri costi, che ci spingeranno…a non ingolfarci di biscotti. Se uno ne fa largo uso deve tenere conto che le industrie devono avere ingredienti standard e cambiare standard è complicato (specie se bisogna stare in vincoli di prezzo finale). E’ un po’ come la camicia da camiceria e quella da sarto. Con tutti i gradi intermedi a seconda di portafoglio, bisogni, gusto.
Cerchiamo di non far mangiare ai nostri figli merendine industriali. So che sono comode ma troviamo colazioni e merende alternative!! Lo faccio da 13 anni senza grande fatica..
Il tasso di olio di palma calerà ‘ d’incanto , e pure di zuccheri, che fanno malissimo.
Ci sono cmq tanti biscotti e prodotti senza olio di palma. Il Fatto alimentare ha pubblicato una lista ..