Altroconsumo ha pubblicato un test comparativo sul latte UHT parzialmente scremato, quello, per intenderci, che si conserva per almeno 3 mesi fuori dal frigorifero. Si tratta di un latte spesso considerato di qualità inferiore rispetto al fresco, sia perché ha un leggero sapore di cotto che a molti non piace, sia per qualche nutriente in meno che si perde nella lavorazione durante la fase di riscaldamento. La rivista ha inviato in laboratorio i prodotti di 30 aziende diverse, acquistati in quattro città: Milano, Roma, Firenze, e Palermo.
Il test di Altroconsumo sul latte UHT
Nell’elenco troviamo tutte le marche famose come: Granarolo, Parmalat, Latteria Soresina, Sterilgarda e anche quelle dei supermercati: Coop, Esselunga, Conad, Carrefour, e un gruppo di confezioni di prodotti venduti negli hard discount come: Lidl , Eurospin, MD/LD. La rivista ha fatto analizzare le 30 confezioni per verificare la composizione nutrizionale, l’acidità e ha valutato anche il danno termico. L’ultima prova è stata quella sensoriale per dare un giudizio al sapore.
La buona notizia è che tutti i campioni hanno superato il test ricevendo un giudizio positivo. Nessun residuo di antibiotici, nessun annacquamento, niente aggiunta latte in polvere e livelli molto bassi di aflatossina M1. Alla fine ben 27 campioni su 30 sono stati classificati di “buona qualità”. Questo vuol dire che il latte a lunga conservazione in commercio in Italia, ha una qualità piuttosto omogenea, con poche differenze tra una marca e l’altra.
Il miglior prodotto del test
Il miglior prodotto è stato il latte UHT 100% italiano Coop, seguito dalla confezione denominata Buono dal gusto leggero di Conad e da due tipi di latte UHT microfiltrato firmati Selex e Coop. In quinta posizione troviamo il miglior acquisto, il latte Malga Paradiso della catena di hard discount MD/LD, venduto al prezzo molto conveniente di 0,59 €/l. Il campione a dispetto del prezzo, ha superato brillantemente le analisi di laboratorio e anche la prova di assaggio. In fondo alla classifica ci sono: Optimus, Biancolatte e Carrefour Bio con un giudizio non buono come tutti gli altri ma comunque al di sopra della sufficienza.
Una nota importante riguarda l’origine del latte. La nuova legge obbliga i produttori a indicare la provenienza della materia prima in etichetta. Le analisi di laboratorio hanno giudicato egualmente buoni e sani i prodotti di provenienza nostrana ed estera.
L’ultima considerazione riguarda il prezzo che varia da 0,59 €/l sino a quasi il triplo (1,70 circa). La differenza non è collegata all’origine e nemmeno alla qualità, né all’origine. Si tratta di marketing, di costi pubblicitari, di distribuzione e di politiche di prezzo delle singole aziende.
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Il latte a marchio Coop risulta essere il migliore del test. Il latte è prodotto da Sterilgarda.
Il latte a marchio Conad è il secondo classificato. Il latte è prodotto da Sterilgarda.
Il latte Sterilgarda risulta 22mo in classifica.
C’è qualcosa che non mi è chiaro.
Sterilgarda produce latte, con il suo marchio, di qualità nettamente inferiore a quello prodotto per Coop e Conad?
Mi suona commercialmente poco comprensibile.
Ogni catena di supermercati firma un capitolato di fornitura del latte e stabilisce le caratteristiche tecniche, chimiche e qualitative.
Sterilgarda non produce latte, lo confeziona solamente per molti marchi e quindi la differenza la fa la scelta della materia prima con un preciso capitolato, che è fatta dal marchio e non dal confezionatore.
Quindi Coop ed altri acquistano del buon latte, Sterilgarda ed altri preferiscono un prezzo più basso. E’ solo una questione di marketing e di prezzo finale per clienti diversi.
Poi Sterilgarda confeziona solamente con ottimi impianti per sè e per altri allo stesso modo.
Ma dai ! non diciamo ridicolaggini ! Concordo con Calò.Il cambio da una marca all’altra avviene sempre in fase di confezionamento cambiando rotolo di carta o semplicemente etichetta su titolazioni di latte in grande miscela con batch di 1000-2000 hl. Mi piacerebbe vedere la procedura di esecuzione del test, soprattutto il metodo di allenamento del panel, e magari le date di scadenza ed il tipo di confezione. Poi su eventuali significative differenze può aver avuto importanza il tempo e la temperatura di conservazione presso i magazzini della GDO, visto che un test uscito adesso sarà stato effettuato su latte prodotto fra primavera ed estate. Ve lo dice uno che di test comparativi ne ha fatti per decine d’anni.
Ma infatti nel video si dice che tutto il latte UHT si assomiglia molto
Grazie Costante.
Ezio, dire che Sterilgarda non produce latte mi sembra eccessivo.
Sterilgarda è il terzo produttore di latte in Italia, dopo Parmalat e Granarolo.
Produce un ottimo latte con il suo marchio, ovviamente Sterilgarda, e lavora il latte anche per catene nazionali quali Coop, Carrefour, Auchan, Selex, Conad, ecc. Nulla di male, anzi è normalissimo. Lo fanno anche Parmalat e Granarolo.
Non vorrei essere stato frainteso. Ritengo Sterilgarda un ottimo latte.
Del resto la differenza di qualità e gusto del latte fra il primo e l’ultimo è veramente minima.
Mi chedevo semplicemente come mai un produttore che ha il suo latte, confezionato per conto terzi, ai primi posti del test, finisca al 22mo posto con il suo marchio (anche se con differenze minime a livello punteggio).
Verissimo quello che dice il Dott. Roberto La Pira.
Lo scrivo, anche se non ha certo bisogno della mia conferma.
Molte catene, in primis Coop, Conad e Despar, hanno capitolati rigorosissimi per quanto riguarda il controllo di qualità dei prodotti messi in vendita con il loro marchio.
I fornitori sono soggetti, per contratto, a visite frequenti dei loro ispettori del controllo qualità.
Detto questo, concordo con Costante: rimane qualche dubbio sull’attendibilità del test.
Sterilgarda acquista latte prodotto dagli allevatori e lo confeziona per se e per altri se delegato, oppure confeziona latte che il proprietario del marchio sceglie da se, presso allevatori convenzionati e/o associati in coperativa. Così fan tutti, dal più piccolo al più grande confezionatore.
Produrre vuol dire trasformare il latte in un derivato, mentre confezionare in bottiglia oppure in Tetra è solo confezionamento, fatto bene o fatto male in funzione degli impianti dedicati in particolare al latte ed alle sue caratteristiche quali-quantitative specifiche (carica microbica, grassi, proteine, minerali). Mentre la delattosazione enzimatica è un processo produttivo eseguito prima del confezionamento.
Se Sterilgarda avesse confezionato a proprio marchio il latte che ha confezionato per Coop o Conad sarebbe in testa alla classifica del test di Altroconsumo e non corrisponde al vero che tutto il latte in commercio è uguale. Lo sanno bene sia gli allevatori sia i confezionatori, ma soprattutto i produttori dei derivati.
E’ una libera e precisa scelta di marketing e di prezzo a scaffale di ogni marchio.
Una analisi organolettica su un latte UHT non è semplice e va fatta con rigoroso metodo scientifico, la data di confezionamento non è certa e ci si basa solo su quella di scadenza ma questo non significa che il latte abbia la stessa “età”. il latte UHT potrebbe avere 3, 4 o 6 mesi di SL. Vicini a fine vita commerciale del latte UHT è facile trovare un sedimento sul fondo del pacchetto che ovviamente falsa notevolmente l’analisi chimica che valuta solo ciò che è in soluzione/emulsione/dispersione ma certamente non vede ciò che è sul fondo della confezione. Concordo comunque che un latte UHT di buona qualità è dato dall’unione di ottima materia prima e ottima dotazione tecnica (impiantistica e organizzazione aziendale).
Davide, anche quello che dici tu è parzialmente discutibile, per esempio , il sedimento al fondo del contenitore è molto diverso se si tratti di sterilizzazione UHT di tipo indiretto , dove la frazione di sedimento non finisce nel contenitore ma resta attaccata alle superfici di scambio termico, o invece di trattamento termico Diretto (iniezione o infusione di vapore) meno denaturante, per cui la frazione proteica denaturata sterilizzata (ma edibile) cade al fondo del contenitore (leggera patina bianca). Diverso invece, se il sedimento abbastanza spesso , leggero e gelatinoso, può derivare da azione più o meno lenta sulle proteine del latte sterilizzato da parte di proteasi (in genere parecchio termostabili) non sufficientemente denaturate dal trattamento termico che per lo più derivano da latti ricchi di microflora psicrofila, magari non correttamente refrigerati all’origine o nelle operazioni di stoccaggio prima del trattamento. In tal caso si possono avere anche variazioni organolettiche di una certa importanza