
A un anno dalla presentazione della proposta di legge Oltre gli allevamenti intensivi (ne avevamo parlato in questo articolo), promossa da Greenpeace Italia, ISDE-Medici per l’Ambiente, Lipu, Terra! e WWF Italia, si fa ancora più pressante l’urgenza di superare l’attuale modello zootecnico. Secondo numerose ricerche, il sistema degli allevamenti intensivi è responsabile di gravi problemi sanitari, ambientali ed economici. Recentemente, una lettera pubblicata sulla rivista Science da un gruppo di scienziati ha lanciato l’allarme per una possibile nuova pandemia di influenza aviaria, causata dal passaggio del virus dagli uccelli ai mammiferi. In particolare, negli Stati Uniti si sono già verificati casi di contagio tra i lavoratori di allevamenti bovini. A questo si aggiunge il problema crescente dell’antibiotico-resistenza, strettamente collegato all’uso di farmaci negli allevamenti.
Oltre agli aspetti sanitari, il modello intensivo ha pesanti ricadute ambientali: in Italia è la seconda causa di emissioni di polveri sottili PM2,5. Nonostante questi dati allarmanti, le politiche pubbliche faticano a intervenire in modo deciso. La recente visione strategica su agricoltura e alimentazione presentata dalla Commissione Europea, ad esempio, è del tutto insufficiente per promuovere una vera transizione ecologica.
La proposta di legge Oltre gli allevamenti intensivi
La proposta di legge vuole aprire una strada concreta al cambiamento, ponendo le basi per un sistema agroecologico che tuteli la salute, l’ambiente e la giustizia sociale. Il testo è sostenuto da 23 parlamentari di diverse forze politiche, da numerose associazioni e comitati, e da decine di Comuni che stanno approvando mozioni a sostegno. Il cuore della proposta è la creazione di un fondo per la transizione del settore, che favorisca le piccole aziende agricole – sempre più penalizzate dal mercato.
Nonostante il forte sostegno da parte della società civile, la proposta è ancora ferma alla Commissione Agricoltura della Camera. Le associazioni promotrici chiedono con forza l’avvio dell’iter legislativo e un impegno chiaro da parte di tutte le forze politiche per avviare subito un cambiamento non più rinviabile.
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