Abbiamo ricevuto una lettera in cui ci raccontano di una cena presso un ristorante “all you can eat” di Genova conclusasi con una multa. Riportiamo sotto la lettera e a seguire la risposta della catena di ristoranti di cui fa parte quello al centro della vicenda.
La lettera sull’all you can eat
Vi scrivo per segnalarvi un’esperienza che mi è capitata oggi a pranzo, e che mi sembra pertinente al vostro articolo sulla multa nei ristoranti per lo spreco alimentare. Oggi, insieme a due amici, sono andato a pranzare al ristorante All you can eat K Kaiseki, situato a Genova centro. Siamo arrivati al locale alle ore 14:00 e, appena entrati, ci hanno comunicato che la cucina avrebbe chiuso alle 14:40, quindi avremmo dovuto ordinare il più velocemente possibile.
Una volta seduti e iniziato il pranzo, un dipendente ci ha nuovamente avvisati che la cucina stava per chiudere, invitandoci a fare tutte le ordinazioni subito, anche se non avevamo ancora chiara la quantità di cibo già richiesto. Nel tentativo di sfruttare il concetto di “all you can eat”, siamo finiti per ordinare più del necessario.
Se avessimo avuto più tempo a disposizione, saremmo riusciti a consumare tutte le portate ordinate, anche con un po’ di sforzo, dato che il nostro obiettivo era evitare qualsiasi spreco alimentare. Tuttavia, quando ci è stato comunicato che il locale stava chiudendo, alcuni piatti erano ancora da terminare (due mezze porzioni di patatine, alcuni pezzi di sushi e mezza porzione di tempura).
A quel punto, abbiamo chiesto cortesemente alla cameriera se fosse possibile portare via gli avanzi con una doggy bag, proprio per evitare di buttare il cibo. La nostra richiesta, che consideriamo assolutamente normale nel 2024, ha suscitato sorpresa. La cameriera è andata a consultare un superiore e in breve sono arrivati quattro dipendenti a osservare i nostri piatti, senza dare alcuna risposta chiara alla nostra richiesta.
Uno di loro ci ha invece portato il conto direttamente al tavolo, come a volerci sollecitare a lasciare il locale. Quando siamo andati alla cassa per pagare, è successa una cosa molto spiacevole: la titolare ci ha raggiunto, ha strappato dalle mani della nostra amica lo scontrino già emesso, sostituendolo con uno nuovo, che riportava una maggiorazione di 10 euro.
Alla mia richiesta di spiegazioni, ci è stato detto che il sovrapprezzo era dovuto al cibo avanzato, che secondo loro sarebbe stato comunque buttato. Ho cercato di far notare che, con la doggy bag, avremmo evitato ogni spreco, ma la titolare è rimasta irremovibile. Inoltre, ha aggiunto che se tutti i clienti agissero come noi, ci sarebbe il rischio di abusi da parte di persone che ordinano cibo extra per portarlo a casa. Una posizione che posso comprendere in linea di principio, ma che non trovo applicabile al nostro caso, essendo noi gli ultimi clienti rimasti in sala.
Trovo discutibile, e per certi versi incomprensibile, la logica di questa “multa per lo spreco” applicata in questa circostanza. Inoltre, non mi è chiaro con quale criterio sia stato deciso l’importo del sovrapprezzo, né ritengo regolare il fatto che uno scontrino già emesso sia stato ritirato e sostituito con un altro.
Vi ringrazio per l’attenzione e spero che questa mia segnalazione possa contribuire a fare maggiore chiarezza su un tema così importante come la lotta allo spreco alimentare, che tuttavia non dovrebbe penalizzare chi cerca di agire responsabilmente. Cordiali saluti, D
La risposta della catena di ristoranti K Kaiseki
Innanzitutto ringraziamo per l’opportunità di poter dare la nostra opinione su un tema che non interessa solo noi di K Kaiseki, ma quasi tutti gli All You Can Eat in Italia. Siamo sinceramente sorpresi di aver ricevuto questa segnalazione, soprattutto perché fin dall’apertura del nostro ristorante abbiamo sempre prestato molta attenzione al tema dello spreco alimentare.
Siamo profondamente contrari agli sprechi e consapevoli che un menu All You Can Eat possa, talvolta, incentivare comportamenti poco responsabili. Per questo motivo, abbiamo introdotto una piccola penale per ogni piatto, o porzione consistente, che non viene consumato.
Nel caso di questo lettore, aveva lasciato sul tavolo due porzioni di patatine fritte, una porzione di tempera di gamberi e una di verdure, più altre porzioni di sushi mangiate a metà.
Quando i clienti arrivano al ristorante vicino all’orario di chiusura, li informiamo sempre prima di farli accomodare. Inoltre, circa venti minuti prima della chiusura, avvisiamo tutti i tavolo affinché possano fare l’ultimo ordine. Questo non è mai un invito a ordinare in eccesso, ma un modo per dare a tutti la possibilità di ordinare ciò che desiderano senza dimenticare qualche piatto che avrebbero voluto assaporare. Siamo sempre felici di accogliere e servire tutti i clienti, anche quelli che arrivano un po’ più tardi!
Tuttavia, considerando che abbiamo comunicato l’orario di chiusura in più occasioni, è fondamentale che anche i clienti valutino con attenzione quanti piatti ordinare in base al tempo a disposizione.
Da K Kaiseki, la possibilità di portare a casa il cibo avanzato (doggy bag) è sempre stata una pratica ben accetta, fin dal primo giorno. Vogliamo assolutamente che i nostri clienti possano evitare sprechi e portarsi a casa ciò che non hanno mangiato. Senza una sanzione però, c’è il rischio che qualcuno possa abusare di questa opportunità, ordinando cibo in eccesso solo per sfruttare la formula del menu fisso. Se facessimo un’eccezione, come nel caso di questo cliente, rischieremo che altri facciano lo stesso, creando un precedente difficile da gestire.
La penale non è pensata come una punizione, ma come un incentivo a riflettere sullo spreco alimentare. Vogliamo abituare i nostri clienti a non ordinare più cibo di quanto realmente possano mangiare, solo perché incluso nel menu a prezzo fisso. La doggy bag non deve essere vista come una scusa per eccedere nelle ordinazioni. Da K Kaiseki lavoriamo con ingredienti freschissimi e di qualità, il pesce arriva ogni giorno e siamo molto attenti alla sostenibilità.
Questi sono solo alcuni dei motivi che ci spingono a ritenere la sanzione necessaria per promuovere un consumo più consapevole. Siamo certi che i nostri clienti capiranno e apprezzeranno il nostro impegno per ridurre gli sprechi e garantire a tutti un’esperienza di qualità.
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Quando entriamo in questa tipologia di ristoranti sappiamo benissimo tutti che il cibo avanzato si paga a prezzo pieno e le doggy bag, in questo frangente, non hanno senso proprio per le ragioni spiegate nella risposta data dalla catena. Il problema è che noi clienti abbiamo sempre il timore di rimetterci in calorie rispetto al costo e tendiamo ad ordinare un numero di piatti esagerato. Ben venga, in questo caso, la regola di pagare a prezzo pieno i piatti non consumati o avanzati. Toccare il portafoglio è il miglior deterrente contro lo spreco.
Non è chiaro se ai clienti sia stato concesso di portare via gli avanzi visto che li hanno pagati a prezzo pieno seppur tramite una multa antispreco
Si cerca di approfittare di questi ristoranti,abbuffandosi in modo indegno,questo certe persone.In realtà solitamente sono abbuffate di riso spruzzato di alghe e pesce.Un mangiare,a mio avviso,poco sano.I furbi abbondano,e i ristoranti si difendono,chi vince?
A me sembra un atteggiamento indecente. Qualsiasi altro ristorante avrebbe restituito la maggiorazione, secondo me.
Esiste anche la buona fede, la mancanza di calcolo o di interesse nell’umana esistere. Vivere con l’orologio in mano, calcolando costi e calorie non è un comportamento universale, o geneticamente trasmesso.
Può succedere di pensare a una soluzione sbagliata ritenendola giusta (la doggy bag).
Mi rifiuto di credere che i comportamenti umani debbano essere soggetti a censure o sanzioni su questioni stupide, magari per regole fuoriuscite dal cappello del primo che passa. Specialmente quando c’è anche l’attribuzione gratuita di intenzionalità del gesto. Vivo in un luogo dove vengono violate continuamente delle norme di legge che tutelano l’ecosistema e la salute delle persone, nel menefreghismo generale oltreché delle autorità preposte.
Ciò detto credo che il personale sia stato scorretto. Lavorare a contatto con le persone implica sia il rispetto per i clienti, che comprende la buona educazione ma non solo, sia la conoscenza di norme (non quelle stabilite dal proprietario, ma quelle insegnate nelle scuole alberghiere). Lo scontrino e’ stato emesso? Sì, e allora quello vale e non si strappa dalle mani del cliente.
Poi, entriamo nel merito: così difficile accogliere una richiesta? Se erano gli ultimi nessuno avrebbe potuto emulare il giorno dopo, no? Meglio un cesto di rifiuti o una scatoletta al cliente, che magari dopo la disavventura ci torna per la comprensione ricevuta dopo l’errore commesso, e magari elogia il locale con gli amici o sui social?
Si dovrebbe tornare all’origine del significato delle parole; ristorante significa ristoro, perché devo uscire arrabbiato o insoddisfatto e quindi per niente ristorato?
Stranamente e per due volte con un amico ci è capitato opposto (in due ristoranti diversi all you can eat)
In pratica, nonostante spazzolassimo ogni piatto è arrivata in uno la titolare a dire “basta mangiare” e a seguito ignorare il nostro tavolo.. nonostante chiamassimo i camerieri per nuove portate (ordini mai presi e sconforto oltre che imbarazzo totale)
Idem altro ristorante, dopo un tot di portate, non prendono ordinazioni nonostante innumerevoli chiamate..
Ecco in ste caso cosa si deve fare?
Se non vigesse la regola che si ordina solo quello che effettivamente si riesce a mangiare ci sarebbe gente che ordinerebbe il menù intero per poi mangiarne solo una piccola parte. Il resto nell’umido con enormi sprechi o la pretesa di usufruire del doggy bag che non avrebbe senso. Se si va in un ristorante tradizionale e si paga ogni singolo piatto è giusto portarsi via un piatto pagato e non consumato in loco. Se si va in un ristorante con formula “eat all you can” si accetta il contratto che prevede che mangi tutto quello che ti sta nello stomaco con giudizio e senza fare sprechi. A me è successo una volta di ordinare un piatto che poi mi nauseava e non riuscivo a mangiarlo ma siamo riusciti a dividerlo tra i componenti la compagnia e a far sembrare lo spreco fisiologico. Si tratta però di un caso particolare.