Se gli americani mangiassero meglio risparmierebbero fino a 50 miliardi di dollari all’anno. E a parte le considerazioni economiche, dovrebbero farlo, perché in caso contrario tra pochissimo, entro il 2030, uno su due sarà obeso e uno su quattro gravemente obeso. Questi due messaggi, che arrivano da due studi pubblicati negli stessi giorni, dipingono un quadro molto preoccupante per un paese che da tempo fa i conti con i danni associati a un’alimentazione in forte contraddizione con le linee guida e i consigli di tutti gli esperti internazionali.
Nel primo i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e della Tufts University di Boston hanno voluto verificare che cosa succederebbe dal punto di vista economico, ovvero quali conseguenze ci sarebbero sui costi delle malattie cardiometaboliche (ictus, diabete 2 e patologie cardiache che, da soli, sono responsabili del 45% di tutti i decessi) se si adottasse una dieta più sana, definita un base al consumo di dieci tipi di alimenti: frutta, verdura, noci e semi vari, cereali integrali, carni rosse non lavorate, carni lavorate, bevande dolci, grassi polinsaturi, omega tre di pesce e sale.
Verificando i consumi reali in base ai dati del grande studio National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), e confrontandoli con i consumi ideali, il risultato – pubblicato su PLoS Medicine – è stato che se le scelte fossero ottimali si spenderebbero, in costi associati alle malattie cardiovascolari e metaboliche, 300 dollari in meno per ogni americano all’anno, cioè 50 miliardi di dollari. Tre i fattori che più contribuiscono a far lievitare i costi: il consumo eccessivo di carni rosse e quelli, insufficienti, di noci e simili e di omega tre.
Questi risultati trovano una sorta di conferma nel secondo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine dai ricercatori della Harvard T. H. Chan School of Public Health anch’essa di Boston, che hanno verificato l’indice di massa corporeo di 6,2 milioni di adulti che avevano risposto a un’indagine del sistema di monitoraggio Behavioural Risk Factor Surveillance System Survey (BRFSS) dei CDC di Atlanta e li hanno messi in relazione con quelli di 57.000 cittadini dello stesso NHANES, che comprende anche dati clinici. Il risultato è un quadro veramente impressionante, soprattutto per l’andamento temporale.
Nel 2000, infatti, nessuno Stato aveva un tasso di obesità superiore al 35%; nel 2010 ben 27 Stati avevano raggiunto questo valore, e nel 2019 tutti gli stati hanno avuto un tasso superiore al 35% tranne due, il Colorado e le Hawaii più il distretto di Colombia (quello di Washington); dieci Stati hanno avuto un’incidenza di obesi del 45%, e il peggiore di tutti è stato il Mississippi, arrivato al 50%.
Ciò permette di prevedere come sarà la situazione nei prossimi anni: nel 2030, a meno di drastici cambi di rotta, sarà obeso un americano su due, sarà gravemente obeso (con un indice di massa corporeo pari o superiore a 40) un americano su quattro, e in 29 Stati il valore sarà superiore al 50%. Le stime dicono poi che le più colpite saranno le donne afroamericane con un introito annuale inferiore ai 50.000 dollari, perché i due fattori di rischio più evidenti sono l’appartenenza alla popolazione nera e il basso reddito.
Il quadro è dunque drammatico, e necessita di azioni molto decise, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione e il livello di attività fisica, sempre più basso.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista scientifica
Perlomeno la sanità in USA se la pagano i singoli cittadini tramite le assicurazioni.
Qui da noi, dove il trend (anche se con qualche anno di ritardo) sarà lo stesso, l’enorme spesa sanitaria sarà a carico di tutti, con gli ovvi risultati che chi sarà davvero malato avrà cure peggiore. Il tutto sprecando risorse per chi, per ignoranza o pigrizia, sarà obeso ( i malati veri sono un ristrettissima minoranza).
Servirebbe urgentemente il superticket non solo per chi ha un IMC superiore a una certa soglia ma anche per i fumatori, i forti bevitori e tutte le categorie la cui malattia dipende eesclusivamente da comportamenti deleteri.
Anche se difficile da mettere in pratica, per obesi, fumatori e bevitori sarebbe perfettamente parametrizzabile su parametri fisici non sindacabili.
Sarebbe un bel disincentivo e un buon segnale verso chi fa una vita più sana
Questi stessi pensieri malevoli mi vengono in mente quando si vede in TV o altrove qualche personaggio che ha guadagnato in carriera vagonate di soldi dissipandoli poi più o meno allegramente e presentandosi poi in vecchiaia a chiedere sostegno per vivere.
Ma come vengono altrettanto velocemente questi pensieri se ne devono andare perchè la vita è , come sappiamo tutti , molto complicata e ci sarebbe scarsità di giudici adatti a sentenziare.
La condanna dei malati è la malattia stessa e le ulteriori difficoltà e sofferenze che patiscono.
Se i numeri del sovrappeso sono veri invece a me la cosa fa molta impressione perchè da una parte lo stato in questione regge e propaga il sapere scientifico del mondo dall’altra ottiene tra i suoi cittadini risultati molto deludenti , ci sono molte ipotesi al riguardo ma come dicono i siciliani a me vengono pensieri tinti……e maleodoranti.
Si certamente, ma qualcuno pensa con orrore ai 50 miliardi di dollari che non potrà più guadagnare. Business è business.
E’ lampante che più si va avanti con le osservazioni più si scopre che se si risparmia troppo sugli alimenti oppure si eccede in scelte pesanti in zuccheri-grassi-sale poi si spende molto di più nella difesa della salute e con risultati spesso deludenti.
Tutto crea movimento di capitali ma la malnutrizione in senso lato porta con se anche malattia , sofferenza e dispendio di energie e mezzi , che diventano motivo di ricavi e “utili” per alcuni.
E’ una banalità ma la salute indiscutibilmente fa meno PIL della malattia e toglie spazio a modelli economici dominanti.
Importante sarebbe il libero arbitrio vero secondo la definizione del filosofo medioevale Giordano Bruno ma il gioco pubblicitario tra i pro e i contro non è alla pari e solo la capillare istruzione potrà ridare responsabilità alle persone.
non credo che sia così, perché anche la buona salute, secondo me, può generare pil. basti pensare a tutte quelle attività che si possono fare godendo di buona salute…
Concordo senz’altro sul fatto che le persone sane spendano e consumino, ma dubito che le stesse persone siano disposte a dare totale fondo ai propri risparmi per diporto , mentre credo che tutti , anche i più risparmiatori, siano disposti anche a svenarsi e indebitarsi quando si tratta di sperare di guarire la propria salute e quella delle persone care , dati anche i problemucci del sevizio sanitario nazionale e la costosità intrinseca delle nuove tentate cure.