Pesticidi nei fertilizzanti per agricoltura bio: sequestrate 65 tonnellate. I retroscena di una storia iniziata un anno fa e il ruolo fondamentale delle associazioni del biologico
Pesticidi nei fertilizzanti per agricoltura bio: sequestrate 65 tonnellate. I retroscena di una storia iniziata un anno fa e il ruolo fondamentale delle associazioni del biologico
Roberto La Pira 23 Luglio 2014All’inizio del 2014 FederBio rilancia l’allerta. Il resto fa parte della cronaca di questi giorni quando l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari e la Guardia di finanza annunciano la conclusione dell’indagine “Mela stregata”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari e il sequestro di decine di tonnellate di “fertilizzanti” della Icas contenenti matrina (un alcaloide estratto dalla radice della Sophora Flavescens, pianta diffusa in Asia e Oceania i cui estratti sono ampiamente utilizzati dalla medicina tradizionale cinese, che attribuisce loro una spiccata attività antitumorale ed efficacia contro epatite, enteriti e miocarditi virali). Ma, a parte questi presunti o accertati effetti farmacologici, la pianta e le sue radici sono classificate come tossiche, per gli effetti sul sistema nervoso e altri sintomi negativi sull’organismo. I sequestri sono avvenuti in Lombardia (nella sede della Icas) e presso altre filiali, in Sardegna e Puglia, anche se i prodotti sono stati probabilmente distribuiti in altre aree del Paese.
Anche se la stampa, dopo il sequestro, ha affermato che i prodotti a base di matrina “sono assolutamente banditi”, in Oriente (i principali produttori sono Cina e India) la matrina è legittimamente utilizzata come insettidica, l’oxymatrina come antibatterico. Al di là dell’enfasi giornalistica, che la presenza di matrina in un corroborante agricolo possa avere effetti nocivi sull’uomo e l’ambiente è da dimostrare. La cosa certa è che il prodotto, non essendo registrato nell’Unione europea, non può entrare nella composizione di fitofarmaci né di fertilizzanti e neppure di “corroboranti” impiegati in qualsiasi azienda agricola.
La segnalazione di FederBio alle autorità è stata fondamentale nell’avvio delle indagini e questo fatto (per la prima volta) è stato riconosciuto nei comunicati stampa diffusi dagli investigatori. “L’operazione “Mela stregata” – dice Paolo Carnemolla, presidente di FederBio – dimostra l’importanza di un’organizzazione a livello interprofessionale come la nostra, in cui le diverse componenti cooperano e si scambiano tempestivamente le informazioni, così come che la collaborazione tra autorità competenti per affrontare situazioni che, se non risolte in tempi ragionevoli, potrebbero causare gravi danni non solo al settore biologico, ma all’intero agroalimentare italiano”.
(*) Il gruppo di lavoro predisponeva gli elenchi dei prodotti fitosanitari impiegabili in agricoltura biologica per la difesa delle colture, dei prodotti commerciali a base di feromoni (sostanze naturali utilizzate per la confusione e il disorientamento sessuale dei parassiti) e dei principali macrorganismi utili (insetti, acari e nematodi), accessibili sul sito www.federbio.it.
Roberto Pinton (unità di crisi di FederBio)
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
“che la presenza di matrina in un corroborante agricolo possa avere effetti nocivi sull’uomo e l’ambiente è da dimostrare”
Non si possono usare due misure: la stessa affermazione si può fare anche per molti OGM, ma il mondo “bio” su quel fronte ragiona con il principio opposto.
Le coltivazioni sono difese tramite prodotti fitosanitari, i cui effetti e tossicità sull’uomo e sull’ambiente sono valutati a livello europeo e poi registrati a livello nazionale. Per ciascuna sostanza attiva viene presentato un dossier specifico. I prodotti fitosanitari usati in biologico sono conosciuti alla natura, derivano per esempio da minerali, da vegetali o da microrganismi. I prodotti fitosanitari usati in agricoltura convenzionale sono di sintesi chimica. Tutti però sono valutati per la loro tossicità sull’uomo e sull’ambiente. Per la matrina non sono state fornite tali indicazioni perché la sostanza non è registrata. Qui sta la truffa, è stata scelta una scorciatoia per la commercializzazione del prodotto, ma la sostanza potrebbe essere tossica oppure non esserlo.
Gli OGM non sono conosciuti dalla natura, sono quanto di meno naturale può esistere al mondo, il loro DNA viene modificato in laboratorio.
Cosa c’entrano gli OGM?
Qui i biologici avevano la certezza che il concime era irregolare come etichetta e sospettavano che avesse altri problemi e bene hanno fatto a denunciarlo. La segnalaziome ha permesso di scoprire la sostanza non autorizzata. La sostanza è vietata, che abbia effetti nocivi sarebbe un aggravanre, quello che conta è che è vietata, chi produceva il fertilizzante non doveva usarla, bravo a chi ha lanciato l’allerta.
vanno a guardare il pelo dentro l’uovo e non guardano l’uovo marcio , cioè tutte le truffe che ci sono in giro, che tutti sanno e nessuno interviene…..
Questa storia sembra un altro esempio di comunicazione/confusione/iniziativa istituzionale, poco comprensibili.
Allarme, allerta e ritiri in notevole ritardo di oltre un anno dalle segnalazioni.
Colpevole sbagliato, anzi meritorio e garantista preventivo.
Il vero responsabile assolto almeno per un anno, poi vedremo come finirà la storia.
Informazione stampa strumentale ed intempestiva.
Ma nel mondo dell’agricoltura convenzionale chi controlla chi e cosa ne sappiamo?
Il principio di precauzione (Reg. CE 178) prevede che se non è accertata (scientificamente) l’innocuità (per l’uomo) di un prodotto che entra nella catena alimentare, questo non può essere utilizzato. Non il contrario.E se un principio attivo o prodotto che lo contiene non è autorizzato, non si può utilizzare.