Esportare acqua minerale in bottiglie di vetro come la San Pellegrino negli Stati Uniti è un insulto per l’ambiente e al buon senso. Anche bere acqua San Pellegrino o Levissima o Lete in località siciliane come Pozzallo, Scicli o Modica è incomprensibile.Vuol dire che ci sono camion che con le bottiglie di vetro percorrono più di 1.500 km di autostrada per consegnare il carico ad un magazzino che poi le distribuirà ai ristoranti. L’acqua è un bene primario che ha un costo di estrazione pressoché nullo rispetto al prezzo di vendita. Stiamo parlando di un bene che sorga da centinaia di sorgenti naturali, decine delle quali sono presenti anche in Sicilia.
L’altro elemento da considerare è che pochissime persone sono in grado di distinguere una marca da un altra. Sarebbe interessante sapere quanti consumatori riconoscono un bicchiere di acqua minerale San Pellegrino o Levissima o Lite da altre acque minerali siciliane della stessa categoria, o da un bicchiere di acqua di rubinetto filtrata spillata dagli erogatori presenti in molti ristoranti.
Bottiglie che attraversano l’oceano
L’assurdità di fare attraversare l’oceano a decine di container di acqua San Pellegrino risulta ancora più bizzarro di fronte a una direttiva UE che detta linee di indirizzo per limitare gli imballaggi e di un’altra che invita gli Stati membri a sollecitare ristoranti, mense, bar, caffetterie a servire acqua di rubinetto in contenitori riutilizzabili o ricaricabili.
Le indicazione europee dovrebbero avere un forte significato per gli italiani che hanno la pessima abitudine di bere acqua minerale sempre e dovunque, anche se quella dei rubinetti in moltissime località è in grado di fare concorrenza a quella imbottigliata se non risultare addirittura migliore.
Record di consumi in Italia
Purtroppo le belle parole devono fare i conti con una realtà disarmante. Gli italiani sono i maggiori bevitori di acqua in bottiglia al mondo, con 14,9 miliardi l’anno, seguiti dai messicani. I produttori cercano di camuffare questo record assegnandoci il secondo posto nella classifica, presentando il dato considerando i consumi in litri. In realtà, quello che conta è il consumo di bottiglie. In Messico l’acqua minerale si usa perché in diverse località quella di rete non è potabile e per questo vengono commercializzati boccioni da 10 litri. Noi beviamo 252 litri l’anno a testa in bottiglie da 2,0, 1,5, 1,0, 0,5 e da 0,25 litri. La somma supera abbondantemente i 14,9 miliardi di contenitori e questo record non è certo da invidiare.
© Riproduzione riservata. Foto: San Pellegrino, Fotolia
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
sono dati impressionanti. io cerco di contribuire il meno possibile al raggiungimento di simili numeri, bevendo acqua del rubinetto.
Ma al ristorante, se chiediamo acqua del rubinetto, possono negarmela?
Diciamo che non sono obbligati a servirla
E immagino che se me la porto da casa, diranno che è contro le norme igieniche
In teoria non ci sono contro indicazioni. Qualche studente della Statale situata nel centro di Milano quando consuma un pranzo fuori usa la sua borraccia
non possono negartela di certo! E se lo fanno insisti.
I’m half Italian and half American, but living in America for several years has made it difficult for me to write in Italian, even though my understanding is still perfect. I just wanted to say that I can easily tell the difference between a San Pellegrino and any other sparkling water.
you like san pellegrino sparkling water. ok. but the point is still the same: is it really necessary selling bottled water from a country to another country or from a continent to another continent? it’s an ethical question…
Ho segnalato l’articolo su Mastodon ed uno dei mie lettori ha scritto che: “In Sicilia sta prendendo piede anche l’acqua imbottigliata in Albania e venduta dalla Sibeg(Coca-Cola) a prezzi più bassi di quella locale.”
Alla giornalista chiedo e allora perché importiamo la carne dall’argentina e da altre parti del mondo ???? Dove sta la differenza ?????
Tempo fa, in un programma televisivo dove si parlava della globalizzazione delle merci, si diceva di una camicia venduta in un grande magazzino italiano dove:
– il cotone era coltivato in Egitto che poi veniva spedito
– in Inghilterra per fare il filato che veniva spedito
– in Bangladesh la per produrre la stoffa che veniva iniviata
– in Vietnam per il taglio ed il confezionamento e i cui bottoni in plastica venivano
– dalla Cina la quale aveva riciclato la plastica usata
– proveniente dall’Europa…
Oggi così va il mondo, non so se è un bene o un male, ma non possiamo scandalizzarci se esiste il commercio globale dal quale nessuno di noi è esente.
E in tutto ciò risultano più economiche di una camicia realizzata da un’azienda locale (o almeno italiana)?
E non parlo dell’artigiano che le fa su misura con tessuti di qualità estrema ma di una normalissima, economicissima azienda che ne producesse a centinaia in maniera economica.
“E in tutto ciò risultano più economiche di una camicia realizzata da un’azienda locale (o almeno italiana)?”
Esattamente, altrimenti tutto il sistema che ho elencato non funzionerebbe…
É già assurdo, in Italia, consumare acque di altre regioni, quando non è necessario. In Lombardia la Ferrarelle e nel Lazio la Boario, che poi è sempre acqua del demanio, sottratta alle fonti (peggio ancora i bibitari). Tanto varrebbe scambiarsi le etichette, tanto sempre acqua è.
Ma ormai l’incretinimento è a livelli irrecuperabili. Non ci si rende conto di quanto siamo fortunati ad avere acqua potabile dai nostri rubinetti. La inquineranno apposta con nitrati, PFAS per costringerci a comprarla? Può darsi…
Purtroppo la lobby dell’acqua minerale è potentissima e il consumatore distratto si lascia affascinare non solo dall’acqua minerale, ma anche da bibite zuccherate o con gli edulcoranti per spegnere la sete estiva.
Resto sempre dell’idea che acqua del rubinetto corretta col succo di limone della nostra Sicilia sia la soluzione alla sete. Per quanto riguarda il chinotto tanto sbandierato dalla pubblicità San Pellegrino come chinotto siciliano ho seri dubbi. Già un’altra azienda che credevo attendibile Lurisia ha smentito le mie convinzioni
Dal punto di vista ecologico capisco la perplessità. Ma per l’economia italiana è un grande successo, immagino anche in termini di posti di lavoro. Se vendiamo scarpe italiane in USA ci scandalizziamo? Perché altrimenti diciamocelo che ogni paese potrebbe produrre da sé le cose di cui ha bisogno o rinunciare a quelle che non produce. Rieccoci alla preistoria (perché già con l’impero romano c’erano merci che giravano il mondo allora conosciuto)
In Sicilia è giustificabile perchè hanno un acquedotto che perde più del 50% della fornitura di acqua potabile, oltre ad una siccità estiva importante.
ll vero assurdo è in Trentino Alto Adige dove vendono l’acqua che viene dalla Lombardia o dal Friuli.
E’ come vendere il ghiaccio agli eschimesi.
Bisogna obbligare i ristoranti a vendere l’acqua del sindaco.
Ma chi scrive queste eresie ?? Ma prima di scrivere queste assurdità sarebbe il caso che si informasse … bene ! Sanpellegrino Levissima ad esempio sono più di 15 anni che viaggiano su “Treni” e la logistica del gruppo ha ricevuto diversi premi e encomi per la logistica sostenibile .
Poi ognuno è libero di bere l’acqua del sindaco piuttosto della minerale imbottigliata, come vestirsi con tessuti o farsi incartare con la carta da macellaio .. è inutile che cercate di demonizzare uno dei patrimoni mondiali italiani .
Trasportare acqua minerale in treno , in camion o in nave per 1500 km è comunque un assurdo.
Mi sembra una battaglia (giusta) persa. Noi italiani amiamo l’acqua in bottiglia non tanto per la qualità intrinseca ma per la simbologia che esprime. Vale lo stesso per i prodotti omeopatici, è certo che non fanno guarire ma ci danno l’illusione di star meglio senza usare “prodotti chimici”. E comunque “dietro” ci sono comparti produttivi che lavorano. Noi (non tutti, certamente) italiani quanto ad “etica” non siamo molto forti…
grazie per l’ottimo articolo, Sara. Purtroppo su questo fronte le cose non cambiano, sono decenni che ripetiamo e argomentiamo circa l’assurdità di questa scelta dell’acqua in bottiglia eppure, come hai riportato, la follia continua e arriva fin negli Usa.
e la cosa più assurda di tutte è che a San Pellegrino (BG) se in un ristorante o pizzeria si ordina un acqua naturale NON DANNO una san pellegrino naturale (la fonte non è frizzante è addizionata) perché non esiste in commercio naturale e spesso ci si trova l’acqua Panna (sempre Nestlé) che sale dalla Toscana. Mentre in valle ci sono altre acque buone a soli pochi chilometri.
Buona sera, forse sarebbe utile sapere che in certi ristoranti americani oltre alla carta dei vini è presente quella degli oli di oliva e, stupore, quella delle acque minerali.
La vera domanda è : la San Pellegrino è solo acqua del rubinetto vestita meglio o ….
Mi permetto, inoltre, di segnalarvi che altre acque vengono vendute a cifre ben superiori a qualunque acqua italiana (p. es. Ty Nant a sterline 27.49 per ciascuna bottiglia), e nessuno è obbligato a camprarla o comprare la nostra San Pellegrino, libera scelta in libero mondo, anche di bere acqua del Sindaco senza nessun impedimento cosa che, inoltre, farebbe fallire il programma di diffusione della San Pellegrino.
E’ il mercato che comanda, e se iniziamo a fare di questi ragionamenti in cui un prodotto vale l’altro non mi stupirebbe che si iniziasse a cavillare sul valore di un certo vino piuttosto di un altro…..
o sul valore (effettivo) di un abito o un paio di scarpe o di un orologio.
E’ l’odiata politica consumistica? Forse si ma io non ci stò a tali considerazioni.
Altrimenti, questo punto, evviva la politica dei tre abiti procapite annui portato avanti da C40 cities su cui vi invito a dcumentarvi e della scienza del massimo risparmio che traspare da molti commenti.
Allora perchè comprare case, auto, cibi, ecc. di qualità e costo superiore, scelte che non parrebbero avere alcun senso, tanto ci dobbiamo solo vivere, viaggiare, o nutrire.
Preferisco il vecchio new deal e il sogno di poter migliorare il proprio status alla spending revew permeata di perbenismo.
Cordialità e buone riflessioni a tutti, con sempre e comunque grande rispetto per le altrui opinioni e, specialmente, per le decisioni (ad oggi vincenti) di una grande azienda italiana delle acqua minerali.
Il marketing fa miracoli e riesce a vendere anche l’aria fritta. Detto ciò vorrei sottolineare che servire in un locale acqua Perrier è una scelta di mkt non di qualità (visto anche lo scandalo recente in Francia dove la Perrier è accusata di avere utilizzata acqua di sorgente non proprio pura) come pure bere acqua San Pellegrino negli States è solo mkt. Il problema è che le differenze fra un’acqua di queste due marche e altre minerali gassata imbottigliate a livello locale sono pressoché indistinguibili dal 99% delle persone. A questo punto c’è da fare attraversare l’oceano a una bottiglia di vetro a mio parare pone qualche problema etico. Anche consumare in Italia 252 litri a testa di minerale a me crea un problema etico.
Se vogliamo parlare di “etica” non possiamo limitarci solo all’acqua minerale.
E’ etico comprare arance spagnole quando se ne producono pure in Italia?
O consumare banane del Sudamerica, con enormi bananiere che solcano l’Atlantico? Si può vivere anche senza banane…
O agnelli dalla Nuova Zelanda? Anche in Italia si allevano pecore…
E potrei continuare a lungo con gli esempi ma penso di essermi spiegato.
Il problema è che le acque minerali della stessa categoria per il consumatore sono praticamente identiche in quanto non le distingue una dall’altra e non ci sono quelle più o meno inquinate o quelle più o meno buone. Per questo fare attraversare l’oceano a una bottiglia di vetro è assurdo. Le banane non crescono in pianura Padana
“Le banane non crescono in pianura Padana”
Ho parlato anche di arance e agnelli, che si producono anche in Italia.
Inoltre (sarò io ad avere un palato particolare) le acque le distinguo e, per fare un esempio, la Levissima non mi piace affatto e non la consumo mentre amo mlto la sapidità della Ferrarelle…