Bottiglia di plastica schiacciata a terra, con montagne sullo sfondo; concept: inquinamento, riciclo, vuoto a rendere, deposito cauzionale

“Ho letto i vostri articoli sui ristoranti italiani che servono solo acqua minerale o acqua potabile filtrata venduta a caro prezzo. Come avete segnalato, all’estero non è così. Sono tornato adesso da Stoccolma, in Svezia. Ho pranzato sette volte al ristorante e non ho mai visto sui tavoli una bottiglia di acqua minerale”. Dopo avere letto questa lettera, sorge spontanea una riflessione sul perché gli italiani siano fra i grandi consumatori di acqua minerale in bottiglia con 248 litri l’anno. Si tratta di 14,65 miliardi di litri. Il Messico ci supera di 7 litri, ma lì si usano molto boccioni da 5 galloni (19 litri circa) nelle zone poco servite dalla rete idrica, che non sempre è efficiente. Premesso che dimezzare i consumi farebbe solo bene al pianeta e al portafoglio, cerchiamo di capire i motivi di questa anomalia.

Tra pubblicità ingannevoli e il silenzio dei gestori di rete

Il primo motivo riguarda le aziende imbottigliatrici, che hanno sempre fatto massicce campagne pubblicitarie vantando caratteristiche inesistenti, per convincere milioni di consumatori sull’utilità dell’acqua imbottigliata. La lobby italiana dei produttori è riuscita a creare un’immagine di un prodotto puro, il cui consumo fa bene alla salute. Le campagne pubblicitarie (spesso ingannevoli) focalizzate sul benessere e sulla leggerezza hanno creato consenso, convincendo milioni di persone che si tratta di un prodotto di qualità superiore rispetto all’acqua di rete.

Acqua minerale Rocchetta
Le aziende imbottigliatrici fanno massicce campagne pubblicitarie per decantare le virtù dell’acqua minerale

Il sistema ha funzionato perché i gestori delle reti pubbliche non fanno campagne rassicurando i consumatori sulla bontà dell’acqua di rubinetto. Certo, ci sono località dove il sapore è poco gradevole per via del cloro aggiunto, oppure è contamina da inquinanti o addirittura PFAS. In questi casi consumare minerale può essere giustificato. Sul fronte opposto, però, si contano numerosi casi di acqua in bottiglia contaminata o con problemi organolettici. Il più recente riguarda il centro di imbottigliamento della famosa acqua Perrier, in Francia, che ha ritirato dal mercato centinaia di migliaia di bottiglie e ha sospeso la distribuzione per via di una contaminazione da enterobatteri. Per quanto riguarda il problema PFAS, che ha dimensioni europee, anche le minerali non ne sono esenti.

Acqua filtrata a caro prezzo

Nonostante queste criticità, la minerale ha nel vissuto dei consumatori una buona immagine. Tanto che gli adulti la prediligono a quella del rubinetto a casa e al ristorante, salvo poi constatare che negli asili e nelle scuole i loro figli si dissetano con l’acqua del sindaco. Si tratta della stessa acqua che i ristoranti filtrano e vendono a un prezzo spropositato, guadagnando mediamente 13-14 mila euro l’anno.

Pochi sanno che il regolamento europeo Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR), approvato nell’aprile 2024, invita gli Stati membri a incentivare ristoranti, mense, bar, caffetterie e servizi di catering a servire acqua di rubinetto, gratis o a prezzo minimo in contenitori riutilizzabili. In Italia però non esiste una legge che obbliga i ristoratori a offrire gratuitamente l’acqua di rubinetto agli avventori e così nel 95% dei casi i locali servono bottiglie di minerale o di acqua filtrata.

Acqua minerale san Benedetto Impatto zero
Nonostante il costo ambientale del trasporto delle bottiglie, su alcune bottiglie compaiono claim come “impatto zero”

150 euro di spesa ogni anno per l’acqua minerale

L’esito di questa politica di lobbying è sin troppo evidente. Gli italiani sono al top dei consumi mondiali e i livelli maggiori si registrano nelle regioni dove l’acqua di rete è ottima (come a Milano). Questo avviene anche se ci sono indubbi svantaggi come la fatica di portare a casa decine di cestelli, un esborso di 150 euro l’anno a persona (valore medio che equivale a una spesa doppia per molti) e l’invasione delle bottiglie di plastica fra i rifiuti. C’è da chiedersi perché in Italia non si adotta la pratica del vuoto a rendere, attribuendo un valore di 20-40 centesimi a ognuna delle 10 miliardi di bottiglie in circolazione. In questo modo si ridurrebbe drasticamente il numero di pezzi dispersi nell’ambiente e nella raccolta indifferenziata.

L’impatto ambientale dell’acqua minerale

C’è poi l’impatto ambientale correlato al trasporto dell’acqua minerale. Basta pensare alla San Pellegrino imbottigliata in Lombardia, o alla San Benedetto imbottigliata in Veneto, e trasportate a Palermo o Siracusa, a una distanza di oltre 1500 km. A dispetto di ciò, qualcuno scrive sulle bottiglie frasi come “impatto zero” o parole simili.. L’amara conclusione è che milioni di euro spesi in spot utilizzando come testimonial soubrette, calciatori e ballerini funzionano, che il lavoro sotterraneo delle lobby è molto efficace e i risultati sono evidenti. Grande assente in questo schema è l’autorità pubblica che non valorizza l’acqua di rete.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock, Rocchetta, San Benedetto

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Guido barbieri
Guido barbieri
16 Maggio 2025 12:12

Personalmente concordo con l’inchiesta , la realta’ e’ che l’acqua e’ un business che con la pubblicita’ molte volte falsa ha il solo scopo di guadagnare il resto non conta. Le analisi di queste acque minerali che dalle indicazioni sulle bottiglie sono fatte da atenei universitari sarebbe importante sapere quando vengono fatti i campionamenti e il loro periodo perche’ se vengono fatti dopo molti anni e i dati relativi ai vari microrganismi e sostanze chimiche varie possono avere dei valori molto diversi.

prufner
prufner
Reply to  Guido barbieri
5 Giugno 2025 08:20

Vengono effettuate ogni anno, l’etichetta viene rifatta ogni 5 per questione di costi (oppure in caso di variazioni significative).
In aggiunta le ASL fanno campioni fiscali sia sull’acqua imbottigliata sia direttamente alle sorgenti prima dell’imbottigliamento stagionalmente e poi con frequenza minore in base alla valutazione del rischio relativo all’Azienda di imbottigliamento.

Serenella
Serenella
16 Maggio 2025 19:18

Tutto dipende dal sapore dell’acqua che esce dal rubinetto…quella che esce dal mio è terribile ed è impossibile berla: lavarsi, fare il bucato va bene, ma berla NO. Per forza devo comprare quella in bottiglia.

MaxTo
MaxTo
Reply to  Serenella
10 Giugno 2025 13:03

Io ho risolto con la caraffa, almeno non devo movimentare pesi notevoli, dovendomi occupare di tutti…
Però anche li c’è da smaltire il filtro circa una volta al mese. La qualità organolettica è ottima.

angelo
angelo
17 Maggio 2025 08:29

Buongiorno. Tutti gli attori, che a vario titolo e interesse trattano l’argomento in oggetto, dalla politica, che ha una responsabilità negativamente infinita sulla degenerazione di moltissimi argomenti, ai produttori, a cui è permesso tutto tanto non pagano dazio visto l’inefficienza della giustizia e a noi cittadini che non sappiamo più che pesci prendere a causa dei bombardamenti pubblicitari e alle infinite raccomandazioni contraddittorie che ci propinano i vari esperti ad iniziare dalle analisi organolettiche che vengono effettuate ogni ? anni. Infine, per chiudere e sigillare il cerchio, le aziende pubbliche che al pari di quelle private sono presenti in altre faccende affaccendate piuttosto che risolvere le tante criticità che la distribuzione crea, perdite idriche infinite, interruzioni un giorno si e l’altro anche. Dalle mie parti si dice che: dai e dai la cipolla diventa aglio.

Anna
Anna
18 Maggio 2025 15:40

Buon pomeriggio io ho provato a bere l’acqua del rubinetto di Torino ma sa tanto di cloro nonostante abbia provato anche a farla decantare. Siamo passati a quelle in bottiglia, poi ci siamo stancati di portare su le bottiglie pesanti e siamo passati alla caraffa con i filtri. Tra l’altro anche su quest’ultima ci sono pareri discordanti. A chi credere? Ah! Dimenticavo l’acqua spesso esce gialla dai nostri rubinetti…
Cordiali saluti
Anna

MaxTo
MaxTo
Reply to  Anna
10 Giugno 2025 13:05

Dipende da che zona di Torino abiti, in direzione Ovest l’acqua è OTTIMA, tanto che un mio amico non usa mai la bottiglia.

Stefano Marco Sargenti
Stefano Marco Sargenti
19 Maggio 2025 09:55

Personalmente proprio oggi in una sala erogo informazioni su qualità e problematiche dell’acqua, sia di rete che imbottigliata, confermo tutto quello che è scritto sul presente articolo. Mi permetto di aggiungere che il problema ulteriore è la scelta da fare per un eventuale sistema di trattamento acqua, esiste una normativa del 2012 che snellisce le procedure…. ovvero si può creare un’azienda importando componenti da chissà dove, assemblarli in Italia e, a parto che ci sia un miglioramento anche minimo dell’acqua precedentemente analizzata dallo stesso rubinetto, così si parte con la pubblicità e la commercializzazione.
Prima del 2012 c’era il vaglio del Ministero della Salute. Per accedere a sistemi validi quindi bisogna capire se ci sono Certificazioni e di chi, appunto Ministero, enti certificatori internazionali come NSF ( nato nel ’44 ) e Water Quality Association ( anno 1974 ) e capire se abbia ricevuto premi, come Gold Seal.
Buoni approfondimenti.
Stefano Marco Sargenti

fabio
fabio
23 Maggio 2025 15:53

Vorrei evidenziare una situazione diffusa, il serbatoio con autoclave nel palazzo. Dubito che sia potabile l’acqua che ristagna in questi serbatoi, per quanto possa esserci un ricambio.

MaxTo
MaxTo
Reply to  fabio
10 Giugno 2025 13:07

Anche i tubi… allora ecc ecc. No credo sia grave se è una casa utilizzata tutto l’anno. Altrimenti con 150 euro circa la fate analizzare e finita la storia.

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