Con 257 litri pro capite l’anno di acqua minerale gli italiani si collocano in cima alla classifica mondiale distanziando di molte lunghezze gli altri Paesi UE. Secondo i dati diffusi da Beverfood nella penisola si imbottigliano 17 miliardi di litri, due dei quali sono esportati. È vero che il Messico ci supera con 270-280 litri, ma ci sono alcuni elementi di differenza sostanziale che vanno ricordati.
I messicani bevono prevalentemente acqua minerale in boccioni da 20 litri (tutti con vuoto a rendere), perché in molte località l’acqua di rete non è potabile. L’altra differenza è che il Messico ha 130 milioni di abitanti e la gestione dell’acqua minerale è in mano a tre multinazionali, Danone copre il 38% del mercato con 450 milioni di boccioni, seguita da Coca Cola con il 25% e Pepsi-Cola con il 19%.

Una situazione difficile da paragonare a quella italiana dove l’acqua di rete è potabile. Da noi l’elevato consumo è frutto di aggressive e spesso scorrette campagne pubblicitarie delle aziende imbottigliatrici e dell’ incapacità delle reti pubbliche di comunicare ai cittadini la qualità dell’acqua di rubinetto. Per rendersi conto basta dire che il consumo medio pro capite di minerale in Europa è di 110 litri. Dopo l’Italia che svetta con 257 litri troviamo la Germania con 167, il Portogallo (140), la Francia (120), mentre e in coda ci sono i Paesi nordici con meno di 70 litri.
Il 35 % beve solo acqua minerale
C’è poi un ultimo dato su cui riflettere. Il 35% degli italiani beve solo acqua minerale. I conti sono presto fatti, considerando che i medici consigliano di bere 2 litri di acqua al giorno (pari a 730 litri l’anno) se consumiamo 257 litri di minerale nell’arco di 12 mesi, vuol dire che il 35% delle persone beve solo acqua in bottiglia. Questo comporta l’esborso di circa 100 €, rispetto ai 50 centesimi dell’acqua del rubinetto. Come giustificare l’anomalia? Come mai pochissime voci denunciano l’insostenibilità di una situazione che vede 600 mila camion girare per recapitare nelle varie regioni acqua minerale. Tutto ciò è abbastanza assurdo visto che per il latte ne circolano 100 mila e per la pasta 60 mila.

Un silenzio assordante
Uno dei motivi per cui il record mondiale viene poco attenzionato dai media è che nessuno ha voglia di perdere gli 80 milioni di budget che le aziende imbottigliatrici investono in pubblicità per differenziare un prodotto che, nel 90% dei casi è indistinguibile dagli altri e dove il marchio si riconosce solo per il colore dell’etichetta. Quando si parla di acqua minerale, i media preferiscono focalizzarsi su aspetti poco controversi come l’efficiente sistema di riciclo, tralasciando le criticità di tipo economico e ambientale.
Dal canto suo l’industria è sempre stata molto abile nel veicolare l’immagine di un’acqua minerale eccellente: pura all’origine, con virtù salutari spesso inventate (leggerezza, dieta, sport…), e sicura perché autorizzata dal Ministero della Salute. Essere i primi consumatori al mondo di un prodotto percepito come salutare è implicitamente considerato un primato “neutro” o addirittura “positivo”. Da noi il consumo di minerale viene visto come una scelta culturale, come un’abitudine consolidata piuttosto che un fallimento della rete pubblica.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24



Semplicemente le acque minerali in vetro sono più buone di quelle del rubinetto!
Dipende dalle città. A Cuneo l’acqua del rubinetto è buonissima (come “gusto” e come valori di analisi) ma moltissima gente la compra in bottiglia… boh
Le multinazionali delle Minerali hanno lavato il cervello a milioni di compratori con una pubblicità ossessiva e fuorviante.
Tanta gente, me compresa, beve acqua imbottigliata per motivi di salute: spesso in quella del rubinetto c’è troppo sodio o troppo residuo fisso
Tantissime persone però la bevono anche se non c’è nessun motivo di salute