Primo piano della mano di una donna mentre riempie una borraccia con l'acqua del rubinetto in una calda giornata estiva. Italia, Europa, PFAS

Le persone che viaggiano in treno o in aereo e vogliono riempire la borraccia, il più delle volte non ci riescono e comprano la bottiglietta di acqua minerale. Eppure le stazioni ferroviarie, gli aeroporti e anche gli stabilimenti balneari devono avere punti di approvvigionamento di acqua potabile. Lo prevede l’articolo 17 del decreto legge 18/2023 che però poche persone conoscono e pochi responsabili attuano.

Il decreto invita a realizzare “punti di acceso alle acque” e a promuovere l’utilizzo dell’acqua di rubinetto. In realtà nulla di tutto ciò viene fatto forse perché un po’ dappertutto si trovano distributori automatici di acqua minerale oppure bar e altri pubblici esercizi che al prezzo di 1-2 euro vendono bottiglietta da mezzo litro di minerale. Il decreto è già in vigore e le Regioni dovrebbero attivarsi per adempiere alle nuove disposizioni. Il condizionale è d’obbligo perché per gli enti pubblici inadempienti non sono previste sanzioni né termini temporali per l’adeguamento.

Cosa sono i “punti di acceso alle acque”

I punti di accesso all’acqua previsti dal decreto non sono i rubinetti dei lavandini presenti nei bagni pubblici di stazioni ferroviarie, aeroporti e stabilimenti balneari (tra l’altro spesso con l’entrata a pagamento). La norma prevede una cartellonista adeguata che indica dove si trovano questi punti di approvvigionamento. Si tratta di dispositivi come le fontanelle dei parchi che ora nelle città più avanzate sono state affiancate dalle case dell’acqua, dove è possibile riempire bottiglie e borracce gratuitamente, a volte scegliendo pure l’aggiunta di bollicine.

Adesso la situazione è che nelle stazioni ferroviarie di città come Roma e Milano non ci sono punti di approvvigionamento dell’acqua e i bagni sono a pagamento, quindi la soluzione per chi ha sete è comprare le bottigliette di minerale in un bar o alle macchinette. C’è di più, in molti casi nei bagni degli aeroporti i rubinetti non permettono di riempire le borracce. L’obbligo di erogare acqua potabile gratuitamente non vale per ristoranti, mense e servizi di ristorazione.

La bozza della legge prevedeva l’inclusione di questi esercizi, ma poi nel corso della discussione questi pubblici esercizi sono stati esentati perché “gravati da elevati costi di impresa”. Detto ciò, resta il fatto che la decisione di offrire al pubblico acqua potabile gratuita è quindi una scelta del gestore, che potrebbe benissimo servire una caraffa di acqua di rubinetto a tavola includendola nella voce “coperto” presente ormai nel 90% dei ristoranti. (Leggi il nostro articolo sulla petizione per l’acqua del rubinetto gratis al ristorante)

I Paesi virtuosi

Un esempio di cosa vuol dire offrire acqua potabile gratuita ai viaggiatori quando arrivano nelle stazioni ferroviarie lo troviamo in Svizzera dove in diverse località si può riempire gratuitamente la borraccia presso i punti di distribuzione e ridurre così i rifiuti in plastica. In Svizzera le fontanelle delle stazioni FFS sono realizzate con le forme e i colori più svariati: alcune sono in metallo, altre in cemento e altre sono scolpite nella pietra.

In Francia dal 1 gennaio 2022 in tutti i luoghi pubblici che ospitano più di 300 persone simultaneamente deve esserci almeno un punto di approvvigionamento di acqua potabile gratuito. Quando il numero di persone duplica o triplica anche i punti di approvvigionamento di acqua devono aumentare in proporzione. Purtroppo però anche in Francia la la legge è spesso disattesa e i rubinetti dei bagni a pagamento sono le uniche opzioni. SNCF Gares & Connexions, la società che gestisce le stazioni ferroviarie ha però promesso che entro il 2024 saranno installati 170 punti di erogazione di acqua con accesso gratuito.

Il caso italiano del consumo record di minerale

Il decreto italiano prevede che punti di erogazione dell’acqua siano installati all’interno di edifici pubblici e anche all’esterno oltre che nei giardini e nei parchi. La norma invita a promuovere campagne di informazione sulla qualità dell’acqua di rubinetto. Per l’Italia si tratta quasi di una rivoluzione copernicana visto che siamo i maggiori bevitori di acqua minerale in bottiglia al mondo (220 litri a testa ogni anno) e che le campagne di promozione dell’acqua di rubinetto sono pressoché inesistenti. Tutto ciò contrasta con le efficaci campagne pubblicitarie dei produttori di acque minerali che investono decine di milioni di euro ogni anno in spot pubblicitari per promuovere l’acqua in bottiglia. Queste promozioni evidentemente funzionano anche se nel corso degli anni diverse di queste campagne hanno registrato censure da parte del Giuri e dell’Antitrust per la scorrettezza dei messaggi.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, Sbb.ch

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

5 3 voti
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
giova
giova
7 Dicembre 2023 10:13

La mancanza d’iniziativa istituzionale – a fronte pure di norme di legge – è riprovevole. Le associazioni dei pubblici esercizi (bar e ristoranti) dovrebbero coinvolgere i propri associati nel sollecitare una disponibilità sia a riempire le borracce sia a distribuire acqua pubblica sui tavoli e al banco.

Lucia Buscaglione
Lucia Buscaglione
8 Dicembre 2023 17:27

Sono passata da areoporto Milano Malpensa e Milano Centrale stazione ferroviaria da pochi giorni e con grande rammarico ho dovuto comprare per bere delle bottigliette di plastica, nonostante avessi la mia borraccia e fossi disposta a pagare per riempirla. Mi ha dato molto fastidio. Due mesi fa a Zurigo areoporto ho potuto usare delle comode fontanelle.
Sono italiana, amo l’Italia, ma non ci siamo proprio!!