Pochi giorni fa il quotidiano la Repubblica, nella pagina di cronaca dedicata a Roma, raccontava la storia di una donna desiderosa di dimagrire in fretta che in seguito a una cura con pillole a base di efedrina prescritte da un medico è deceduta. Il professionista è stato condannato a due anni di reclusione e a una multa di oltre 170 mila euro per avere somministrato alla paziente questo preparato galenico fatto preparare in una farmacia. Purtroppo non è l’unico caso di pazienti che si rivolgono al medico con richieste assurde e di professionisti che violano le regole deontologiche prescrivendo farmaci vietati dalla normativa.
Riceviamo e pubblichiamo questo appello di Marcello Ticca che invita i pazienti a diffidare da tutte le cure miracolose per perdere peso.
Nonostante tutto quello che si cerca di fare per una migliore informazione, certi eventi negativi si ripetono puntualmente: ancora una volta un medico è stato condannato per aver provocato la morte di una paziente obesa somministrandole a scopo dimagrante, come farmaco galenico, una miscela di sostanze (spesso ad azione contrastante fra i vari componenti) proibite da anni. Nel caso specifico la sostanza incriminata è l’efedrina, un simpaticomimetico la cui struttura è simile all’adrenalina e il cui uso lecito – come broncodilatatore – viene spesso sfruttato per coprirne la illecita utilizzazione come antifame. Non ci stancheremo mai di ripetere che non disponiamo di farmaci antifame innocui e davvero utili, e di ricordare che se davvero ce ne fossero figurerebbero trionfalmente negli elenchi ufficiali e verrebbero ben volentieri prescritti alla luce del sole invece di essere prodotti semiclandestinamente e soltanto in certe farmacie.
Bisogna dunque diffidare dei cosiddetti dietologi che affrontano problemi complessi come quelli del sovrappeso o della obesità, non proponendo una dieta corretta e uno stile di vita migliore, ma illudendo i pazienti con il miraggio di pietre filosofali inutili e potenzialmente dannose. La vera arma contro questi comportamenti più che negli editti ministeriali sta in un coinvolgimento attivo dei pazienti. La battaglia contro chi assurdamente pretende di curare sovrappeso e obesità con sostanze come le anfetamine, sostanze i cui effetti collaterali -a carico del sistema cardiovascolare- sono gli stessi della obesità medesima, potrà essere vinta soltanto se gli interessati impareranno a rifiutare questi “aiuti” illusori e pericolosi. Dal medico occorre pretendere solo indicazioni serie e personalizzate su come alimentarsi meglio e su come migliorare il proprio stile di vita.
Marcello Ticca, dietologo, vice presidente SISA (Società Italiana Scienza dell’Alimentazione)
Dieta per dimagrire velocemente