L’Expo 2015, ben prima di iniziare, ha già potuto sperimentare corruzione, 7 mandati d’arresto e 2,4 milioni di euro di tangenti. Per questo è necessario un lavoro preciso ed efficace anche da parte dei giornalisti, quelli che si occupano di inchieste e agiscono come cani da guardia nei confronti della politica e della res publica. Il centro di giornalismo di inchiesta, IRPI, ha lanciato una piattaforma web indipendente il cui scopo è proprio quello di raccogliere segnalazione – rigorosamente anonime – di episodi di corruzione collegati alla realizzazione di Expo 2015. Il nome? ExpoLeaks, come da tradizione, che indica bene l’intento di creare una falla da cui far fuoriuscire le illegalità e gli illeciti. Per farlo si è creato un sistema che unisce quindi tecnologia e piattaforma web alle tecniche del giornalismo di inchiesta per potenziare la trasparenza e difendere il sistema imprenditoriale onesto.
Il progetto smuove anche un senso civico spesso latente: tutti sono chiamati a condividere informazioni e materiale che testimoni un atto illegale, diventando parte attiva nel controllo della correttezza dell’Expo 2015. Ovviamente saranno i giornalisti a valutare i documenti raccolti, analizzarli e approfondire il problema. Il tutto darà come risultato finale la stesura e la pubblicazione di notizie e inchieste sul sito ExpoLeaks e su Wired Italia, partner del progetto. Oltre a Wired, il progetto è stato attivato grazie al Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali e si sostiene con una campagna di crowdfounding.
Sara Rossi
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Sono cose già viste: ai tempi di Stalin. E speravo che l’incitamento alla delazione anonima non dovesse più apparire in uno Stato di diritto, basato sull’Habeas Corpus Act. Evidentemente mi sbagliavo. I processi però si fanno in tribunale (in tempi celeri) non sui giornali.
Considerare la stampa indipendente come una forma di delazione anonima ….. è forse esagerato. In ogni caso quando si scrive la prima regola è quella della verifica dei fatti.
Caro Filippo avevi ragione se ti trovavi in un uno Stato di diritto, hai pensato mai cosa succede a un dipendente che segnala illeciti di Dirigenti in particolare in Azienda di Stato? Visto che io sto vivendo questa esperienza te lo posso dire. Io contrariamente a quanto mi era stato consigliato dall’Auditing Interno di inviare una segnalazione anonima, ho fatto un esposto per delle presunte irregolarità commesse da un mio Dirigente e ho avuto la felice idea di trasmettere il tutto al mio Presidente, pensando di avere tutela e anonimato, lo prevede la legge anticorruzione. Invece ha comunicato il mio nome al Dirigente il quale mi ha querelato per calunnia. Da più di un anno vivo (per modo di dire) in un ufficio dove i Dirigenti mi hanno querelato, la Società non ha aperto nessuna inchiesta, anche se sollecita dal sottoscritto. Oggi ho ricevuto dal Capo del Personale una sanzione disciplinare per una mia reazione ad una provocazione fattami dal Dirigente. Ho intrapreso anche un procedimento per mobbing, la Commissione dell’ASL dice che esiste un conflitto tra le parti ma non c’è mobbing e, il psicololgo sempre dell’ASL giustifica la mia depressione alla mancanza della figura paterna. L’esposto è fermo da quasi due anni a causa della mancanza di magistrati.
Ben venano le segnalazione anonime.