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È noto che perdere peso è molto più difficile che ingrassare, ma anche che dopo un dimagrimento è facilissimo rimettere su i chili persi. Si tratta del famigerato ‘effetto yo-yo’, un fenomeno che dipende dalla genetica dei singoli individui e da meccanismi fisiologici che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione umana, che però nel mondo moderno hanno conseguenze deleterie per la nostra salute. La rivista francese 60 Millions de Consommateurs ne ha parlato con Karine Clément, professoressa di nutrizione all’Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi.

Il ruolo del tessuto adiposo

Il principale responsabile dell’effetto yo-yo è il tessuto adiposo, l’organo del corpo specializzato nell’accumulo e nel rilascio dei grassi in base alle esigenze dell’organismo. Normalmente, in condizioni di eccesso calorico, infatti, le cellule del tessuto adiposo (adipociti) incamerano trigliceridi (una delle principali forme di riserva energetica per il corpo umano), gonfiandosi fino a 10 volte rispetto al volume di partenza. In questo caso si parla di ipertrofia del tessuto adiposo.

Donna misura il grasso addominale con un plicometro; concept: pancia, sovrappeso, effetto yo-yo
Il tessuto adiposo ha un ruolo importante nella genesi dell’effetto yo-yo

Quando si ingrassa in maniera significativa, però, “il tessuto adiposo subisce modifiche più o meno durature, – spiega Clément – che possono spiegare perché in seguito sia difficile dimagrire, o perché si riprenda peso dopo una dieta.” In condizioni di elevato e prolungato eccesso calorico, infatti, gli adipociti possono moltiplicarsi per accumulare ulteriori scorte di grasso (iperplasia del tessuto adiposo). Quando si dimagrisce, le cellule adipose si ‘svuotano’ e si riducono di volume, ma non scompaiono. Quindi, il corpo mantiene una maggiore capacità di accumulo dei grassi e aumenta di peso più facilmente.

La ‘memoria metabolica’ del sovrappeso

Tuttavia, questo non è l’unico meccanismo attraverso cui il tessuto adiposo contribuisce all’effetto yo-yo. Le cellule che lo compongono, infatti, sono anche responsabili della produzione di un ormone chiamato leptina, importantissimo per la regolazione dell’appetito e del senso di sazietà. Quando le cellule adipose si svuotano, producono una minore quantità di questo ormone, riducendo così il senso di sazietà e spingendoci a mangiare di più.

In condizioni di obesità il tessuto adiposo, oltre a moltiplicarsi, va incontro anche ad alterazioni. Per esempio  produce molecole infiammatorie, che stimolano l’accumulo di fibre di collagene attorno agli adipociti, le quali rendono il tessuto progressivamente più rigido e il dimagrimento più difficile. Inoltre, si verificano cambiamenti nel metabolismo che possono perdurare anche dopo una perdita di peso: una sorta di ‘memoria metabolica’ del sovrappeso, che favorisce un recupero dei chili persi. “Non è perché si dimagrisce – spiega Clément – che il numero di cellule adipose diminuisce, né che il tessuto adiposo recupera una struttura e un funzionamento normali

Giovane donna obesa o in sovrappeso seduta su una sedia guarda vestiti appesi; concept: obesità, stigma
Dopo un dimagrimento, il tessuto adiposo mantiene una sorta di ‘memoria metabolica’ del sovrappeso

I rischi dell’effetto yo-yo

Dopo un forte dimagrimento, quindi, è come se il nostro stesso organismo ‘volesse’ ingrassare e fosse predisposto a farlo più facilmente: ecco spiegato, in estrema sintesi, l’effetto yo-yo. Ma quali sono le conseguenze? Continui aumenti e cali di peso rilevanti aumentano il rischio di malattie cardiovascolari. Studi su animali, infatti, mostrano che l’effetto yo-yo favorisce la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, che a loro volta aumentano il rischio di infarti e ictus.

Anche i dati di uno studio osservazionale condotto nel 2019 su 500 donne sovrappeso avevano mostrato un aumento del rischio cardiaco legato all’effetto yo-yo. Ancora prima, nel 2011, uno studio italiano pubblicato da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Pavia su Clinical Nutrition aveva mostrato un’associazione tra cicli di aumento e perdita di peso e un accumulo di grasso addominale, sottolineando quindi l’importanza di mantenere il peso stabile sul lungo termine.

Cosa fare quindi? Non esiste una pillola magica per garantire di mantenere il peso raggiunto a lungo termine. Nemmeno Ozempic, Wegovy e gli altri farmaci anti-obesità lo fanno: sembra infatti che al termine della terapia, si torni a ingrassare. Le cellule del tessuto adiposo, infatti, vivono fino a 10 anni e, a meno di non rimuoverle chirurgicamente attraverso la liposuzione, bisogna fare i conti con la loro ‘memoria metabolica’ a lungo. Secondo gli esperti, però, più a lungo si mantiene il peso dopo un forte dimagrimento, e più è probabile che queste alterazioni spariscano. Non è facile, ma è possibile.

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Giallone 03.07.2025 dona ora

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Erika
Erika
11 Luglio 2025 14:28

Capisco il punto di vista dell’articolo, ma credo sia utile sottolineare che l’effetto yo-yo è spesso la conseguenza del ritorno a cattive abitudini alimentari, dopo un periodo di restrizioni non sostenibili. Per questo è fondamentale promuovere un percorso di consapevolezza nutrizionale: non una dieta a termine, ma uno stile di vita sano e duraturo, basato su equilibrio e educazione alimentare.