Olio Cuore

L’olio di semi di mais Cuore è da anni pubblicizzato come un valido aiuto contro il colesterolo e per molti aspetti “amico del cuore”. Poco più di 25 anni fa era anche ‘leggero’ (così diceva Nino Castelnuovo mentre saltava gli steccati nei famosissimi spot tv del prodotto). Tutto ciò grazie all’aggiunta di una manciata di vitamine dal costo risibile e un’ottima strategia di comunicazione. La lattina infatti costava 5.000 lire, il doppio rispetto agli altri oli di mais pressoché identici. Poi la parola ‘leggero’ è sparita dagli spot grazie a un mio intervento presso l’Antitrust, che nel 1998 ha riconosciuto come scorretta la parola ‘leggero’ riferita a un olio con le stesse caratteristiche degli altri. La notizia è passata quasi inosservata anche se per la Chiari & Forti (allora era proprietaria del marchio) è stato difficile accettare la censura.

Oggi l’Olio Cuore venduto nei supermercati non sono non è ‘leggero’, ma ha 10 mg/100 g di vitamina E in meno, e ha ridotto di quasi due terzi la quantità di vitamina B6 (da 2,6 mg/100 g a 1,0 mg). Anche il salto dello steccato è stato affidato al noto DJ Linus. Quello che non è cambiato è il prezzo, che risulta sempre il doppio degli altri. Se alla fine del secolo scorso costava 5.000 lire e gli altri 2.500, adesso per comprarlo bisogna sborsare 5 euro al litro mentre le altre marche costano mia metà (vedi tabella sotto). Ma allora vale davvero la pena acquistarlo, pagando fino al doppio rispetto a un normale olio di semi di mais a marchio Coop, Carrefour o Esselunga?Tabella prezzi olio di mais Cuore vs supermercati

Costa il doppio, ma l’acido linoleico è lo stesso

Il claim salutistico che comprare sull’etichetta secondo cui l’acido linoleico “contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue” , è autorizzato dall’Unione Europea, ma potrebbe essere riportato sulle etichette di tutti gli altri oli di mais in commercio. L’olio Cuore ne contiene circa 54 g su 100 g, ma una quantità simile si trova anche nelle altre marche, che però non riportano il claim per scelta commerciale o per evitare di dover aggiungere l’informazione obbligatoria prevista dalla normativa “L’effetto benefico si ottiene con un’assunzione giornaliera di 10 g di acido linoleico”. In sostanza, Cuore non ha un effetto migliore sul colesterolo rispetto ad un normale olio di mais.

Vitamina E: utile, ma già abbondante nella dieta

Cuore è arricchito con vitamina E, fino a 80 mg per 100 g. Ma la vitamina E è già ampiamente presente nella dieta italiana, grazie al consumo di oli vegetali, frutta secca, semi, e verdure a foglia verde. Secondo i dati del CREA e dell’EFSA, non ci sono carenze diffuse di vitamina E nella popolazione generale. L’arricchimento, quindi, non risponde a un bisogno reale, se non in casi clinici particolari (malassorbimento, gravi deficit nutrizionali). L’olio Cuore contiene anche vitamina B6 (1 mg/100 g), un nutriente importante per il metabolismo e il sistema nervoso. Tuttavia, le carenze di vitamina B6 in Italia sono limitate ad anziani con dieta monotona, a persone con patologie gastrointestinali, e a chi consuma troppo alcol.

Olio Cuore etichetta
Tuti gli oli di mais (non solo Cuore) contengono acido linoleico che aiuta a contenere normali livelli di colesterolo

Per il resto della popolazione, l’apporto di B6 è sufficiente grazie a una dieta normale che includa alimenti comuni come carne, pesce, cereali integrali, banane e patate. Anche in questo caso, l’arricchimento ha più valore di marketing che reale utilità nutrizionale. L’olio Cuore è un esempio di come la comunicazione e l’arricchimento nutrizionale possono far percepire come ‘speciale’ un prodotto che, nei fatti, è simile agli altri. Il colesterolo si tiene sotto controllo con l’alimentazione complessiva, non con un’etichetta ben fatta.

(*) La pubblicità censurata diceva: “Sempre in prima linea contro il colesterolo” e mostrava la confezione con la dicitura “Cuore – olio di semi di mais dietetico – vitaminizzato”. Sotto la latina compariva il claim: “perché leggero. Perché sano. Perché dietetico”.

© Riproduzione riservata Foto: Il Fatto Alimentare

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Redento Picello Desio
Redento Picello Desio
17 Giugno 2025 17:12

Si, quando intervenne il Garante della pubblicità, vietò il commento al salto, che enfatizzava la sua azione fatta con non challances, dovuta al consumo abituale di olio cuore, mentre il Garante ricordava che rispetto ad un evo, i tempi di smaltimento erano 5 volte maggiore. Poi il termine “cuore” fu pensato a tavolino, volendo dare un valore “unico” a quest’olio, perché, la pubblicità mostrava un grano di mais, ed un astina indicava, il centro, ovvero il CUORE dello stesso, vantando che loro, azienda produttrice, estraevano solo da quel punto. Il Garante vietò questo riferimento, poiché TUTTI coloro che vogliono estrarlo, lo trovano solo in quella parte del grano, il resto ne è privo, quindi non una peculiarità, ma un ordinaria, obbligatoria normalità. Parimenti, quando vedo sugli scaffali le lattine dell. OLIO D OLIVA (quindi non extra vergine, il livello più basso) con prezzi superiori a bottiglie di evo (?), delle solite case, sempre quelle dei miracoli, mi si attorciglia lo stomaco ! Se non si abbassa ulteriormente, come da anni chiedono i produttori seri, dallo 0,8 mg/l l’acidità sotto la quale definirlo evo, portandolo a 0,4. 0,3, non c’è la caviamo più

Pier
Pier
Reply to  Redento Picello Desio
19 Giugno 2025 08:24

L’ acidità è solo 1 dei parametri e certamente non il più importante per la definizione di un olio EVO.
Un olio EVO fasullo (fatto da oli di semi o di oliva scadente e poi taroccato) è normalmente meno acido di uno vero o comunque non è l’acidità a fare la differenza.

Eligio
Eligio
18 Giugno 2025 00:40

Ok complimenti per l’impegno ma nessuno immagino compri più olio cuore. Le sappiamo queste cose ormai.

valentina
valentina
Reply to  Roberto La Pira
8 Luglio 2025 08:32

caspita io lo compro… ma adesso rivedo la mia decisione, oggi leggero’ altre etichette negli scaffali. grazie

Valeria Nardi
18 Giugno 2025 10:22

Gentilissimo, abbimo controllato ed è proprio 54 g. “Una porzione da 10 g contiene 5,3 g di acido linoleico. “

AndreaC.
AndreaC.
19 Giugno 2025 07:47

L’unica cosa positiva è la confezione “in latta” che, forse, costa qualce centesimo in più rispetto alle bottiglie di plastica della concorrenza . Tra i marchi più diffusi resta TOPAZIO (Olio Dante). Olita (sempre gruppo Olio Dante) è passata alla plastica.

Al supermercato trovo gli oli della Zucchi. Per quello di semi di mais (bio), in bottiglia di vetro, scrivono che l’olio è stato prodotto per “spremitura a freddo dei semi” (gli altri tramite processo chimico). C’è davvero differenza?

Anto
Anto
24 Giugno 2025 13:03

Per me del tutto incomprensibile il duraturo successo di un olio i cui semi da agricoltura tradizionale sono di origine ignota, neanche venduto in bottiglia di vetro e pure caro.

Angelo
Angelo
8 Luglio 2025 10:50

Era ed è stato sempre marketing. Meno male che c’è qualcuno che smaschera queste finte credenze di un volta.

francesco
francesco
8 Luglio 2025 11:00

Articolo molto interessante

Maurizio
Maurizio
8 Luglio 2025 12:15

Aziende pronte ad approfittare di ogni spiraglio che la legge non prevede per fare utili a scapito dei consumatori distratti e non interessati ad informarsi su come spendono i loro soldi e sopratutto a cosa ingeriscono. Perché non prevedere un servizio di informazione sulle principali filiere slegato dai marchi commerciali ma con lo scopo di far capire come viene prodotto un alimento e come si compone nei passaggi successivi la catena del valore che porta (o non porta) al prezzo che trova il consumatore??

Catia Mazza
Catia Mazza
14 Luglio 2025 11:31

Il costo maggiore è sicuramente dato anche dalla confezione: l’olio Cuore è in lattina che garantisce una maggiore conservabilità rispetto alle bottiglie in plastica degli altri oli. Questo credo debba essere precisato