
Le creme di frutta secca – a base di arachidi, mandorle, nocciole o pistacchi – sono sempre più popolari e sugli scaffali dei supermercati troviamo un ricco assortimento. Le prime a diffondersi sono state quelle di arachidi, secondo la tradizione statunitense del burro di arachidi. Subito dopo sono arrivati prodotti analoghi, preparati con diversi tipi di frutta secca, dal carattere più ‘mediterraneo’ anziché ‘made in USA’. Si tratta in parte di una moda spinta dai claim salutistici che accompagnano questi prodotti, che sono ricchi di grassi, però prevalentemente grassi ‘buoni’, di origine vegetale, e ricchi di proteine.
Abbiamo visto creme firmate da marchi come Fiorentini, Ventura, Damiano e Calvé, ma diverse catene di supermercati, per esempio Coop, Esselunga e Lidl, propongono prodotti analoghi, con il proprio marchio. Sono disponibili anche versioni con la certificazione biologica, in particolare per le creme di mandorle. Nei casi migliori queste creme hanno come unico ingrediente arachidi, mandorle o nocciole, di solito tostate. Altre ricette prevedono invece l’aggiunta di olio (di girasole o di palma), sale e/o zucchero. Le creme a base di pistacchi in molti casi contengono anche latte.
Creme di arachidi
Il primo ingrediente delle creme di arachidi, o burro d’arachidi (peanut butter), sono sempre arachidi tostate, in diversi casi pure, in altri addizionate di olii e sale. Esistono versioni cremose oppure ‘crunchy’, con granella che conferisce consistenza croccante, e anche creme confezionate in piccoli sacchetti da ‘strizzare’ direttamente in bocca, per gli sportivi. Sulla crema di arachidi Esselunga abbiamo visto la scritta “prodotto italiano”, indicazione corretta, visto che le creme firmate da questa catena sono prodotte dalla ditta siciliana Damiano, questo però non significa che le arachidi siano italiane.
In realtà, nel nostro Paese la produzione di arachidi, che aveva una certa diffusione fino agli anni Sessanta, è stata abbandonata e ripresa solo da una decina d’anni, ma in generale le arachidi utilizzate per queste creme non sono di origine italiana. L’unico prodotto che dichiara l’origine nazionale delle arachidi è la pasta a marchio Noberasco. A questo proposito, ricordiamo che il 1° gennaio 2025 è andato in vigore un nuovo Regolamento UE che estende l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per la frutta secca sgusciata o essiccata (nocciole, mandorle, pistacchi, noci) e altri prodotti come uva passa e fichi secchi (ne abbiamo parlato in questo articolo). Questo però vale solo per i prodotti venduti tal quali e non quando sono ingredienti di preparazioni alimentari, come appunto le creme di frutta secca.
Le creme di arachidi contengono dal 49 al 58% di grassi, prevalentemente insaturi, e dal 21 al 33% di proteine. È un po’ diverso il prodotto Náttúra con il 42% di grassi e il 49% di proteine.
Creme di mandorle
Tutte e cinque le creme di mandorle che abbiamo visto – firmate Coop, Esselunga, Euro Company, Damiano e Ventura – hanno come unico ingrediente le mandorle. Nei primi quattro prodotti i grassi si attestano fra il 54 e il 63% e le proteine intorno al 20%, nella crema Ventura, invece, i grassi si fermano al 38% e le proteine salgono al 49%.
Abbiamo chiesto ai produttori come si spiega questa differenza e questa è la risposta: “La nostra crema proteica 100% mandorle contiene più proteine rispetto ad altri prodotti grazie a un processo meccanico di concentrazione. Partiamo da mandorle biologiche spremute per ridurre la parte grassa, ottenendo un estratto che viene ulteriormente concentrato e lavorato fino a raggiungere una consistenza cremosa.”
Altre creme di frutta secca: nocciole e pistacchi
Le creme di nocciole che abbiamo considerato sono tutte prodotte con un unico ingrediente e in alcuni casi si dichiara l’origine italiana della materia prima. Contengono dal 62 al 67% di grassi e il 16-19% di proteine.
Le creme a base di pistacchi, infine, non sono prodotte tutte nello stesso modo, ma hanno caratteristiche diverse. Le creme a marchio Coop ed Esselunga, prodotte dall’azienda Antichi Sapori dell’Etna, contengono rispettivamente il 45 e il 47% di pistacchio, poi zucchero, grassi vegetali, latte in polvere, olio extravergine d’oliva e lecitina come emulsionante. Nella crema ‘proteica’ firmata Molino Rossetto il primo ingrediente è dato da oli e grassi vegetali, poi proteine del siero del latte e pistacchi, che sono solo il 16,5%, segue eritritolo come edulcorante, latte in polvere e coloranti naturali. Il prodotto a marchio Damiano invece è prodotto esclusivamente con pistacchi e quello firmato Euro Company con pistacchi (60%) e mandorle (40%).
Il contenuto di grassi varia dal 41% della crema Coop al 59% del prodotto Euro Company e le proteine variano dal 15% al 26% negli stessi prodotti.
Il parere di Enzo Spisni sulle creme di frutta secca
Si tratta davvero di prodotti salutari? Quali è meglio scegliere? In che modo è opportuno consumarli? Lo abbiamo chiesto a Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione presso l’Università di Bologna.
“Innanzitutto – fa notare Spisni – bisogna tenere presente che 100 grammi di queste creme forniscono da 570 a 700 calorie, un apporto energetico equivalente a quello delle classiche creme spalmabili al cacao. I grassi contenuti sono però di discreta qualità, quindi dal punto di vista nutrizionale, in generale sono più apprezzabili delle creme al cacao. Per fare una scelta salutare è necessario preferire prodotti preparati esclusivamente con frutta secca. In diversi casi, invece, le creme sono addizionate con oli poco salutari, come olio di colza, olio di soia o olio di palma idrogenato, oltre che con ingredienti inutili come zucchero o sale.”
“Queste creme – continua l’esperto – contengono una percentuale elevata di grassi. È vero che si tratta prevalentemente di grassi insaturi, più apprezzabili degli omologhi saturi, però arachidi, nocciole e mandorle non hanno lo stesso profilo lipidico. In particolare, mandorle, pistacchi e nocciole contengono una minor percentuale di acidi grassi saturi e una maggior presenza di monoinsaturi rispetto alle arachidi. È particolarmente apprezzabile la crema di mandorle proteica Ventura, in cui i grassi si fermano al 38% e le proteine arrivano al 49%.”
Sono giustificati i claim salutistici che accompagnano questi prodotti?
“Il riferimento al contenuto proteico è ammissibile – spiega Spisni – perché questo è più elevato della media dei prodotti della stessa categoria merceologica. Non possiamo però pensare che questi prodotti abbiano un peso tale nella nostra dieta da incidere in modo apprezzabile sul fabbisogno proteico giornaliero. E lo stesso vale per le fibre, le vitamine o i minerali contenuti nella frutta secca. In generale, infatti, considerato l’apporto energetico e la percentuale di grassi, non consiglierei un uso quotidiano di questi prodotti, che in ogni caso devono essere consumati in piccole quantità, come per esempio 1-2 cucchiaini. Il discorso è diverso per i momenti di attività fisica molto intensa, quando un apporto di grassi e proteine ‘concentrati’ può essere opportuno.”
“Bisogna fare attenzione poi alle creme di pistacchi – conclude il nutrizionista – perché i prodotti in commercio hanno caratteristiche molto diverse fra loro: si passa da creme 100% pistacchio a prodotti addizionati di grassi, latte ed edulcoranti, in cui questo frutto rappresenta poco più del 16%.”
I prezzi
Consideriamo infine i prezzi, aspetto non trascurabile, dato che le differenze sono notevoli. Si va da poco più di 7 €/kg per la crema di arachidi della catena Lidl a circa 60 per la crema Damiano 100% pistacchio, mentre per la maggior parte dei prodotti si spendono tra 20 e 40 €/kg. Le creme di arachidi mediamente sono le più convenienti, mentre le più care sono quelle a base di pistacchi. In generale, come è giusto aspettarsi, costano di più i prodotti preparati con un solo ingrediente e quelli con certificazione bio. Incidono sul prezzo anche le dimensioni della confezione, quindi le creme in porzioni piccole sono più costose. Infine, come sempre accade, i prodotti con il marchio dei supermercati sono i più convenienti. Attenzione quindi alle etichette, per scegliere i prodotti più semplici e salutari.
Nota:
*Prezzi rilevati sulle principali catene di supermercati online
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Ottimo per me che mi sono avvicinato alla frutta secca in crema