Sono quasi quotidiani ormai, i richiami e le allerte alimentari. Tuttavia la comunicazione destinata a consumatrici e consumatori spesso è carente e tardiva. Come risolvere il problema? Riceviamo e ripubblichiamo questa lettera di Pietro Greppi, consulente per l’etica in comunicazione e per la gestione delle crisi reputazionali.
La lettera
Stiamo assistendo ad un sempre più frequente ricorso a richiami alimentari. Ma chi se ne accorge oltre agli addetti ai lavori? Sulle cause di tali accadimenti sarebbe opportuno fare indagini approfondite che potrebbero svelare tentativi maldestri di evitare costi, se non addirittura eccessiva superficialità e distrazione nelle catene produttive dell’industria alimentare. L’industria alimentare infatti è certo un modello molto attento e potenzialmente sicurissimo per il consumatore da punto di vista della pulizia e dell’igiene dei propri prodotti rispetto a quelli realizzati con pratiche artigianali. Eppure accade che anche l’industria debba ricorrere ai richiami.
Se da una parte i controlli alimentari (soprattutto in Italia) sono diffusi ed efficaci per identificare varie problematiche che potrebbero danneggiare la salute dei consumatori, dall’altra risulta poco efficace la comunicazione ai consumatori che attualmente possono riscontrare i richiami solo da pratiche poco coerenti con l’attuale digitalizzazione e diffusione di strumenti di comunicazione posseduti dalla quasi totalità dei consumatori. Soprattutto dei cellulari. I richiami vengono attualmente comunicati tramite l’affissione di cartelli nei punti vendita e diffusi da alcune testate specializzate come Il Fatto Alimentare, ma ovviamente questo non basta per poter considerare efficaci informazioni così importanti per la tutela della salute pubblica.
Comunicare i richiami alimentari
L’adozione di un sistema di comunicazione efficace per i richiami alimentari da parte della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) è fondamentale per garantire la sicurezza dei consumatori e di tutti i commercianti che dalla GDO si approvvigionano.
In Italia, il Ministero della Salute ha implementato un sistema di informazione ai consumatori per i richiami degli Operatori del Settore Alimentare (OSA), che prevede l’obbligo di informare i clienti sulla non conformità dei prodotti e di ritirarli dal mercato. Inoltre, qualora il prodotto fosse già stato venduto, l’OSA deve provvedere al richiamo, informando i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante apposita cartellonistica nei punti vendita. Questo sistema è operativo dal 1° gennaio 2017 e rappresenta un passo importante verso la tutela della salute pubblica. Ma non basta.
La comunicazione durante il richiamo alimentare è cruciale e deve essere tempestiva e chiara. Le imprese hanno la responsabilità di adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza dei prodotti immessi sul mercato e di informare adeguatamente i consumatori in caso di rischi per la salute. La normativa europea e nazionale, in particolare il Regolamento (CE) 178/2002, stabilisce un sistema di allerta rapido per la notifica di rischi diretti o indiretti per la salute umana derivanti dall’uso di alimenti o mangimi.
Sfruttare le tessere fedeltà
Per le aziende della GDO che dispongono di un sistema di tessera fedeltà, l’integrazione di un sistema di comunicazione per i richiami alimentari potrebbe rappresentare un ulteriore strumento per raggiungere direttamente i consumatori inviando notifiche via email, SMS o attraverso app dedicate.
Attraverso l’uso di dati di acquisto e preferenze dei clienti, la GDO (che già registra ogni acquisto per i propri scopi di marketing e promozione) potrebbe inviare notifiche personalizzate anche in caso di richiamo di prodotti specifici acquistati dai clienti. Questo approccio non solo aumenterebbe l’efficacia della comunicazione dei richiami, ma rafforzerebbe anche il rapporto di fiducia tra consumatori e aziende, dimostrando un impegno attivo nella tutela della salute dei clienti.
Inoltre l’implementazione di un sistema di comunicazione per i richiami alimentari integrato con le tessere fedeltà può essere un passo significativo per la GDO nel garantire la sicurezza alimentare e nel consolidare la fiducia dei consumatori.
La collaborazione tra le imprese, le autorità sanitarie e i consumatori è essenziale per creare un ambiente alimentare sicuro e per prevenire rischi per la salute pubblica.
Pietro Greppi – Consulente per l’etica in comunicazione e per la gestione delle crisi reputazionali
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos
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E’ sufficiente la comunicazione tempestiva da parte del Ministero della salute inviata sui cellulari. Ed il gioco e’ fatto!
Il Ministero della Salute o chi per lui potrebbe sviluppare un app per cellulare in cui vengono segnalate le allerte e i ritiri giornalieri.
Per quanto riguarda la cartellonistica nei punti di distribuzione a mia memoria (che è lunga!) non ne ricordo. Inoltre potrei aver comprato un alimento in un negozio che non frequento normalmente e se non ci ritorno abitualmente non vedrò mai l’avviso anche se esposto.
Mi sono iscritta al servizio del Fatto alimentare proprio perchè è una via comoda e aggiornata per conoscere le allerte.
Credo però che sarebbe compito del sistema pubblico fornire un servizio del genere al cittadino!
Condivido tutto ciò che ha scritto Sig.ra Cinzia, esclusa l’attribuzione dell’onere d’informazione allo Stato.
Perchè se faccio un danno, cioè porto delle persone a correre dei rischi, mi assumo la responsabilità e l’onere di avvisarli, visto che ho i mezzi per farlo.
Oggi la maggior parte dei consumatori non ha conoscenze e attenzione a ciò che acquista per superficialità’ fretta o disinteresse e questo fa’ gioco alla GDO. L’unica paura che una azienda alimentare ha e nello scandalo e nella perdita di immagine quindi tenta di di adempiere ai ritiri in termini di legge in silenzio e alla chetichella con la interessata collaborazione della GDO. Abbiamo solo il dovere di essere critici e di non delegare tutto alla GDO acquistando prodotti a loro marchio nella speranza di essere tutelati perché’ così non è’.
Un dubbio mi sovviene su:”La comunicazione durante il richiamo alimentare è cruciale e deve essere tempestiva e chiara.” La parte sulla chiarezza e trasparenza non è sempre applicata soprattutto quando negli avvisi di allerta si legge un generico richiamo per rischio microbiologico o per rischio chimico che vuole dire tutto e niente. Mah.
Completamente d’accordo. Se compro un prodotto quasi sicuramente lo consumero’ PRIMA di tornare al punto vendita. E gli acquisti on line? Con le tessere fedeltà si potrebbero avvisare solo le persone che hanno acquistato quel prodotto. Dovrebbe essere OBBLIGATORIO PER LEGGE
La cartellonistica di avviso nei supermercati è come se fosse inesistente: fogli A4 scritti piccolo piccolo e ben nascosti….Dovrebbero essere scritti invece a caratteri cubitali, in modo che i clienti siano attratti e quindi informati. L’invio di allerte utilizzando i dati delle tessere fedeltà è sicuramente un bel sistema, ma non copre chi facesse un acquisto in un GDO di cui non è normalmente cliente (penso ad esempio aglla spesa fatta in piccoli market durante le vacanze). Comunque sarebbe un inizio.