Per prevenire l’ipertensione, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno miete quasi 11 milioni di vittime, e colpisce 1,5 miliardi di persone, c’è una soluzione semplice e alla portata di chiunque: utilizzare sale iposodico (con meno sodio) e più potassio, cercando anche di mangiare il più possibile cibi cucinati in casa. Lo conferma, ancora una volta, uno studio effettuato in Cina, Paese dove l’eccesso del consumo di sale pro capite è ai livelli massimi, a causa delle tradizioni culinarie, con 11 grammi al giorno (nel 2020), contro i 5 consigliati dall’OMS.
Lo studio
La sperimentazione chiamata DECIDE-Salt, durata due anni, ha coinvolto circa 600 anziani con più di 55 anni (età media: 71,4 anni), residenti in 48 case di riposo. Tutte le persone arruolate avevano valori di pressione nei limiti, inferiori a 140/90 millimetri di mercurio (media: 121,9/74,4 mm Hg), e infatti nessuno assumeva farmaci per la pressione, perché lo scopo dei cardiologi dell’Ospedale Universitario di Pechino, coordinatori dello studio, era verificare l’effetto preventivo dei sostituti del sale sul lungo periodo.
I cuochi che cucinavano per metà circa dei partecipanti sono stati invitati a utilizzare solo un sale con il 62,5% di cloruro di sodio, il 25% di cloruro di potassio e il 12,5 di insaporitori a base di erbe. A coloro che si occupavano dell’altra metà è stato chiesto di continuare a cucinare come sempre. Tutti, inoltre, si erano impegnati a non utilizzare alimenti pronti provenienti dall’esterno più di una volta alla settimana, per evitare di introdurre sale in eccesso non quantificabile.
I risultati
Alla fine dei due anni, l’effetto, illustrato sul Journal of the American College of Cardiology, è stato spettacolare. Le persone che avevano mangiato alimenti preparati con i sostituti del sale avevano avuto una diminuzione del 40% degli episodi di ipertensione. Tra questi, infatti, l’incidenza era stata di 11,7 casi ogni cento persone per anno, mentre nel gruppo di controllo la stessa era stata di 24,3 casi ogni cento. Inoltre – dato non trascurabile – non c’è stato un incremento degli episodi di ipotensione, cioè di pressione troppo bassa, fenomeno cui gli anziani sono soggetti.
Una conferma indiretta è arrivata poi dai valori medi di pressione, non aumentati nei due anni di sperimentazione tra i “trattati”, ma cresciuti negli altri. Vista in un altro modo, chi aveva mangiato alimenti con sale al potassio aveva avuto un calo dei valori di otto e due millimetri di mercurio (per la pressione sistolica e per quella diastolica, in media) di mercurio, rispetto a chi aveva continuato con il sale normale.
Il sale iposodico
Tutto ciò conferma quindi che incentivare l’impiego di sale iposodico con potassio è una strategia vincente ed economica, ma soprattutto efficace, per prevenire l’innalzamento della pressione, e incontra meno ostacoli rispetto alla richiesta di ridurre drasticamente il sale – quale che sia – aggiunto ai cibi.
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Giornalista scientifica
Una buona notizia, estremamente importante anche per la quantità di popolazione interessata..