Le linee guida internazionali per la prevenzione dell’ipertensione trascurano, nella stragrande maggioranza dei casi, uno dei consigli più utili: quello di sostituire il normale sale da cucina con il sale in cui una parte del cloruro di sodio è rimpiazzata dal cloruro di potassio(spesso chiamato sale iposodico). Sono infatti quasi tutte focalizzate sulla riduzione del sale, senza suggerire sostituzioni che, invece, potrebbero aiutare molte persone a prevenire meglio le malattie cardio- e cerebrovascolari.
Il sale con potassio nelle linee guida
L’insufficiente accuratezza delle raccomandazioni di salute pubblica in questo ambito è stata dimostrata in uno studio appena pubblicato su Hypertension. L’analisi ha coinvolto ricercatori di diversi Paesi, tra i quali Stati Uniti, Giappone, India e Sud Africa, con il coordinamento di quelli del George Institute for Global Health di Sydney, in Australia. In esso infatti sono state verificate 32 linee guida internazionali per il trattamento e la prevenzione dell’ipertensione, due delle quali stilate da organizzazioni globali, cinque da entità regionali e 25 da istituzioni nazionali, rese pubbliche tra il 2013 e il 2023, e 14 linee guida dedicate alle patologie renali. Il risultato dell’indagine è stato che tutte consigliano di ridurre il sale, qualcuna di aumentare il potassio, ma nessuna tranne due, quelle cinesi e quelle europee, di sostituire il normale sale da cucina con il sale arricchito in potassio.
Un cambiamento semplice
La lacuna è poco giustificabile. È infatti noto che molte persone non riescono a diminuire il proprio apporto di sale, nonostante i consigli del medico, perché mal sopportano il cambiamento dei sapori cui sono abituate. Il sale con il 25% di cloruro di potassio (e il 75% con cloruro di sodio, questa la percentuale reciproca più usata nei sali alternativi), permette di superare questo ostacolo, perché il gusto del sale con potassio è indistinguibile da quello del sale classico. Pertanto, molti di coloro che ne avrebbero bisogno potrebbero facilmente abituarsi, e mantenere l’abitudine per tutta la vita, senza dover modificare le proprie abitudini, e senza assumere farmaci.
Gli autori, poi, allargano il discorso, perché il sale con potassio è ancora poco disponibile, e spesso è più caro di quello tradizionale. “È compito della società” ha commentato Tom Frieden, presidente e CEO di Resolve to Save Lives, un’organizzazione internazionale che si batte per la prevenzione dell’ipertensione, “rendere i sali a basso contenuto di sodio e con potassio disponibili ovunque, compresi i ristoranti, i negozi e le cucine private, e assicurare che siano venduti a prezzi bassi. Questi prodotti dovrebbero diventare la nuova norma, ma affinché ciò avvenga è necessaria un’azione comune”.
I numeri dell’eccesso di sodio
- I numeri spiegano perché Frieden auspichi la presenza di sale con poco sodio in ogni luogo che abbia a che fare con il cibo.
- I tassi dell’ipertensione sono raddoppiati negli ultimi trent’anni e oggi la malattia, che colpisce 1,3 miliardi di persone, uccide una persona ogni venti minuti
- In media, l’apporto quotidiano di sale è di 10,8 grammi, pari a 4,3 grammi di sodio.
- Secondo l’OMS è necessario ridurre molto queste quantità. Perché diminuire il sale è una strategia efficace e a costo quasi zero per prevenire milioni di casi di ipertensione e patologie collegate. L’obbiettivo dovrebbe essere diminuire l’apporto del 30% entro il 2025. L’obbiettivo è giungere a cinque grammi di sale al giorno, pari a due grammi di sodio: un dimezzamento, rispetto a oggi.
- I consumi di potassio, però, sono ancora molto lontani dai valori ottimali. Secondo alcune stime, sono attorno ai 2,3 grammi al giorno, mentre dovrebbero raggiungere e 3,5 grammi al giorno. Le situazioni peggiori sono in India (un grammo al giorno), Cina (1,4 g) e Africa (1,8 g). C’è quindi molta strada da fare, per aumentare l’apporto di potassio.
Le controindicazioni al sale con potassio
Attenzione però: il potassio può essere pericoloso per chi ha una malattia renale in stadio avanzato. Per questo non dovrebbe essere consigliato a questa specifica categoria di persone, così come a chi assume diuretici chiamati risparmiatori di potassio o a chi assume potassio in supplemento. Il rischio è di un accumulo che può portare a iperkaliemia, una concentrazione eccessiva di potassio che può danneggiare il cuore. Tuttavia, si tratta di una minoranza di persone, rispetto alla popolazione generale, e oltretutto i medici conoscono molto bene i legami tra potassio e reni, e sono i primi a sconsigliarlo quando dovuto.
Per tutti gli altri, invece, concludono gli autori, le linee guida dovrebbero essere riviste, per favorire l’adozione di nuove abitudini alimentari, che dovrebbe essere resa più rapida e agevole da un controllo su prezzi e dalla maggiore diffusione dei sali con potassio.
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Giornalista scientifica