Merendine e biscotti farciti sono ricchi di grassi e zuccheri, però non sono tutti uguali. Per fare un confronto useremo le tabelle elaborate dall’Unione Italiana Food per calcolare il contenuto nutrizionale medio di categorie merceologiche come: biscotti, cracker, fette biscottate e merendine. Lo scopo di queste tabelle è creare un riferimento per le aziende che vogliono riportare sulle confezioni indicazioni nutrizionali evidenziando un contenuto ridotto di grassi, zuccheri o sale. I prodotti riportati nelle tabelle sono fra i più venduti e rappresentano una quota di mercato significativa.
Gli italiani e lo zucchero
Abbiamo usato le tabelle per vedere quali sono le merendine e i biscotti farciti che contengono il maggior quantitativo di zuccheri, visto che giovani e bambini (soprattutto) ne consumano troppo, anche sotto forma di caramelle e bibite. Dati recenti, per la popolazione italiana complessiva, parlano di mezzo chilo di caramelle all’anno, a testa, e di 5 kg di zucchero assunti attraverso le bibite (leggi l’articolo sul consumo di caramelle e bevande zuccherate)
Si tratta di una quantità preoccupante, anche perché lo zucchero, oltre a essere presente nei dolci, è ‘nascosto’ in alimenti insospettabili come salse, condimenti e salumi. Tutto ciò avviene mentre, secondo la ricerca scientifica, per mantenerci in salute non dovremmo superare i 30 g al giorno, cioè sei cucchiaini.
I biscotti farciti
I biscotti farciti o ricoperti di cioccolato hanno un contenuto medio di zuccheri che arriva quasi a 33 g per 100 g. La media però può trarre in inganno, perché si passa dai 23 g dei Baiocchi Mulino Bianco ai 43 g delle Kinder Cards Ferrero. Fra i prodotti meno zuccherati (anche se si tratta sempre di valori elevati) troviamo i Nascondini Mulino Bianco (26% di zucchero) e i Ringo Pavesi, nella versione cacao (28%) e vaniglia (29%). Fra i più dolci invece troviamo gli Oreo alla vaniglia (38%) e gli Oro Saiwa Ciok ricoperti di cioccolato al latte (39%). Nella fascia “intermedia” ci sono i biscotti Cuor di mela Mulino Bianco (31%), i Mikado ricoperti di cioccolato al latte (34%) e i Nutella Biscuit (poco meno del 36%).
Le merendine
Il contenuto medio di zucchero per le merendine tipo pan di Spagna (escluse quelle di pasta sfoglia) è di 27 g per 100 g, ma anche in questo caso il quadro è diversificato. Se 100 g di Pan Goccioli Mulino Bianco contengono 16 g di zucchero, la Fiesta Ferrero arriva a 42 e rappresenta quasi un record poco invidiabile. È vero che una Fiesta Ferrero pesa meno di un Pan Goccioli ma, considerando il peso, lo zucchero presente nella merendina della Ferrero supera i 15 g (più di tre cucchiaini), mentre un Pan Goccioli ne ha meno della metà (7 g.)
Fra le merendine meno zuccherate troviamo i Flauti Mulino Bianco nelle varianti al cioccolato (17,4%) e al latte (17,5%), mentre fra le più dolci i Kinder Delice Ferrero che ne contiene più del doppio arrivando al 41%. Con Kinder Colazione più, Kinder Brioss e Kinder Pan e Cioc (Ferrero) lo zucchero rimane nella fascia 24-26%. Con la Crostatina al cacao Mulino Bianco si sale a 28 g per 100 g e con i Plum cake allo yogurt (stesso marchio) si superano i 30 g.
Premesso che la regola base per questi prodotti è di non eccedere trattandosi di alimenti ultraprocessati, è importante notare che le differenze a livello nutrizionale sono elevate. Sulla base di questi numeri la scelta dei biscotti e delle merendine può essere fatta in modo più oculato per non abituare i ragazzi a un sapore troppo dolce, abitudine che poi è difficile sradicare e porta inevitabilmente squilibri nella dieta.
Qui sotto è possibile confrontare il contenuto di zucchero dei biscotti farciti e delle merendine presenti nelle tabelle dell’Unione Italiana Food.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
È veramente preoccupante vedere che tutti questi prodotti invece di essere consumati “una tantum” sono invece la base di colazioni merende e spuntini vari soprattutto dei più giovani; il classico può essere pan goccioli+ cards+ oro ciok e perché no anche 2/3 oreo; giusto per non fare torto a nessuno. Con il palato già abituato al livello di dolcezza e grossezza di prodotti come yogurt e dessert (fruttoli vari in cui la frutta è solo nel nome) e budini a strisce varie è quasi impossibile che un bambino possa apprezzare un frutto (che come avete fatto notare in un vostro precedente articolo è venduta pressoché acerba). Nessun ente pubblico si occupa di questo se non solo in maniera marginale o addirittura ostativa .
La questione è cercare di abituare i bambini a scegliere prodotti meno dolci rispetto agli altri a non zuccherare il latte, lo yogurt ….
I bambini non comprano da soli. Purtroppo la colpa è nostra. Io ho abituato mio figlio a bere semplicemente acqua, non l’ho obbligato sia chiaro, semplicemente non gli ho fatto bere bibite da piccolo ed ora a quasi 9 anni non ha ancora bevuto una bibita gassata, credo sia l’unico! Chiaramente i dolci li mangia ma li dosiamo per quanto possibile. Il problema è la società, i nonni, parenti, che pensano di dimostrare l’affetto con il somministrare dolci. È tutto il contrario! Poi è tutta spazzatura quella che trovi a feste di compleanno a scuola apprezzerei la buona vecchia torta fatta in casa che se offerta è difficile dire di no. Comunque ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa a casa propria, basta volerlo. Io cerco di fare quello che posso poi avrà una vita per mangiare schifezze
Interessante storia. Manca però un elemento fondamentale che agisce sull’imprinting dei bambini: la pubblicità
Quando andava a scuola mio figlio eravamo obbligati a portare solo dolci industriali confezionati, proibiti quelli fatti in casa per motivi di igiene e allergie
Anche io ricordo questa disposizione
Siete insostituibili. Fate informazione in maniera corretta e precisa
Segnalo che lo zucchero e suoi equivalenti (es. destrosio) è spesso presente anche nel pane.
Questo si nota nei supermercati dove la lista degli ingredienti è visibile per ogni tipo di pane offerto.
Impossibile verificare negli altri supermercati che rimandano al “Libro Ingredienti”, quasi sempre introvabile o dove devi scartabellare tutte le pagine per trovare il tipo di pane scelto.
Il “libro ingredienti” dovrebbe essere abolito per legge. Ogni articolo deve avere la sua descrizione.