Come tanti italiani ho fatto la spesa di Natale al supermercato Esselunga e sono stata catturata dai prodotti infiocchettati come i Kinder, sconti per l’acquisto di pandori e panettoni e nastrini rossi a fianco di cotechini e spumanti. L’attenzione cade su un cesto natalizio di tessuto proposto a 20 euro che conteneva: una bottiglia di spumante brut Casa Sant’Orsola, un panettone Maina preparato con la ricetta da pasticceria, 150 g di praline assortite Caramel e Gianduia, un torrone da 90 g alla nocciola firmato Nicola di Gennaro, 250 g di fusilloni artigianali Fornaro, un vasetto da 180 g di sugo campagnolo Villa Reale, un vasetto da 280 g di Olive Bella di Cerignola e infine una confezione da 100 g di taralli pomodoro e origano Terre di di Puglia.
Cesto o pupazzi
Ho fatto l’elenco dei prodotti perché, a fianco dei cesti, era posizionato un espositore Ferrero con tanti pupazzetti di peluche che volevo comprare per due nipotini al prezzo di 9,99 euro l’uno. Il pupazzo dell’orso vestito da Babbo Natale è abbinato a quattro dolcetti Kinder preparati con cioccolato al latte, zucchero, latte scremato in polvere e olio palma per un totale di 133 g (pari a 75 €/kg).
Mi rendo conto che ai bambini non posso regalare un cesto, ma mi ha stupito la stratosferica diversità di prezzo. Il cesto ovviamente non ha il peluche, ma contiene una confezione di praline e cioccolatini che potrebbe accontentare i nipoti. Anche se la confezione non ha il fascino di quelle firmate Kinder. Alla fine sono uscito dal negozio pagando 20 euro un cesto ricco di prodotti e altri 20 per due peluche fabbricati in Cina con un totale di otto snack al cioccolato Kinder. Vendere gadget con dolciumi è una brutta abitudine comune anche ad altre aziende.
Nello stesso supermercato ho trovato un altro pupazzo di peluche per bambini firmato Smarties (gruppo Nestlé). Si tratta di una confezione natalizia con all’interno un pinguino di peluches, tre tubetti di caramelle Smarties e altri due dolcetti, venduta al prezzo stratosferico di 12,90 (pari a 126 €/kg).
Gadget e alimenti
Il prezzo esagerato per i peluche targati Ferrero e Nestlé trova giustificazione nel marketing e nella pubblicità assillante indirizzata ai bambini che sono irrimediabilmente attratti. Siamo di fronte a prodotti venduti a un prezzo elevatissimo anche se costa molto poco produrli. Per contrastare la strategia di vendita basata sull’emotività dei bambini e vendere prodotti che rientrano nella categoria degli alimenti ultraprocessati, esiste un progetto di direttiva europea che prevede il divieto di abbinare giochi e gadget agli alimenti per bambini.
© Riproduzione riservata. Foto: Openfoodfacts.org
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La Ferrero e’ particolarmente conosciuta per vendere gadget …vedi kinder sorpresa, kinder ciock, uova di pasqua, peluche abbinati alle varie ricorrenze, bicchieri per Nutella.
Buongiorno, mi sento di affermare che Ferrero e altre aziende come Nestle, hanno un martellamento pubblicitario vergognoso, ma purtroppo noi italiani ci assoggettiamo chinando la testa a questo è altro