“Per comprare al supermercato un litro di olio extravergine di oliva proveniente da olive raccolte in Italia bisogna spendere almeno 10 euro. In prospettiva i prezzi aumenteranno del 20%”. Le parole di Alberto Grimelli direttore del sito Teatro Naturale e considerato uno dei maggiori esperti del settore non lasciano spazio a dubbi. “La situazione è critica – continua l’esperto – perché la raccolta in Spagna è andata male e anche in altri Paesi come Grecia, Tunisia e Marocco l’annata non è delle migliori. Si stima un raccolto inferiore del 30-40% rispetto all’anno scorso e i prezzi all’ingrosso hanno subito un’impennata”. La crescita dei prezzi è stata esponenziale, basta ricordare che sei mesi fa il cartellino indicava mediamente 7 euro al litro e l’anno precedente era di 5 euro. Nel 2021 il costo era di 4,5 euro con offerte a 4 euro.
Quanto costa l’extravergine italiano?
Anche in Italia la situazione è critica perché il raccolto non è andato bene e si è salvata solo la Puglia. Basta osservare i prezzi sugli scaffali dei supermercati per rendersi conto che pagare 10 € per una bottiglia da un litro di extravergine italiano di marca (non Dop) è normale. Osservando con attenzione si nota che la tendenza è di puntare a 11-12 euro. In Spagna, dove l’incremento dei prezzi è iniziato prima, il caro olio ha portato a una diminuzione del 37% dei consumi. In Italia non ci sono ancora dati, ma è facile prevedere una forte contrazione delle vendite seguita dalla riduzione dello spazio sugli scaffali dei supermercati e all’incremento delle vendite per oli di minor pregio come quelli di oliva e di semi.
Come si arriva a 10 euro al litro? “I conti sono presto fatti – prosegue Grimelli – consideriamo un costo medio di approvvigionamento di 8 euro al litro, a questo bisogna aggiungere 0,50 euro per spese di logistica e industriali e l’Iva. Alla fine si arriva a 9,7 euro/litro. Considerando il margine industriale del 5%, la nostra bottiglia quando arriva sugli scaffali del supermercato ha un prezzo di 10,2 euro (per l’olio extravergine comunitario si può ipotizzare 1-1,5 euro in meno). A questo punto si può solo dubitare di chi propone prezzi più bassi.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Da produttore per le necessità familiari posso dire che quest’anno avrei fatto meglio a comprarlo dalla fattoria vicino a casa; gli aumenti per il mantenimento delle piante (e del campo), il conferimento dei residui (i rami non si possono più bruciare, ma portare all’isola ecologica), la sostituzione periodica degli strumenti necessari per la raccolta, il costo del frantoio (25€ a quintale, con minimo di 5 quintali in una annata scarsa di olive e con un conferimento quotidiano di pochi quintali) hanno reso sconveniente l’auto produzione. Peccato, era un piacere gustare il proprio “olio novo” (buono come nessun’altro).
Io ho un biotrituratore a motore, con il quale polverizzo tutti i rami sino a 6 cm di spessore. In alternativa, potresti chiedere ad un trattorista, munito di trituratore o di fresa, di distruggere la gran parte dei rami in loco, così spargi anche concime naturale.
Buongiorno,
ma, come si fa a sapere che è veramente olio Italiano? E’sufficiente, anche in termini di legge, la dichiarazione del produttore (o dell’imbottigliatore) in etichetta. ? Al supermercato vediamo tutti i giorni anche olii forti, delicati, semiforti, non filtrati, fruttati etc. Come può il consumatore orientarsi?
Quando è italiano è scritto in evidenza sull’etichetta
Compriamolo direttamente dai produttori, perchè è l’olio che usano loro stessi per la loro alimentazione.
Verissimo ma i 20 milioni di italiani che vivono a nord del il Po che fanno? I viaggi della speranza in Toscana, che è la regione più vicina con una produzione olearia diffusa e dai volumi minimamente sufficienti? Comprare on-line o in-black “da quello che ha i contatti giù e poi te lo porta” è un atto di fede.