Nutri-Score da A ad E su diverse confezioni di pizza surgelata sovrapposte in scala

Le pressioni dell’Italia e delle sue lobby potrebbero aver fatto naufragare non solo le possibilità del Nutri-Score di diventare l’etichetta a semaforo comune per tutti i Paesi dell’Unione europea, ma anche ogni speranza di vedere approvata qualsiasi etichetta. Lo rivela l’associazione dei consumatori europea Beuc, che, grazie a una richiesta di accesso agli atti di Foodwatch, ha scoperto come nell’autunno del 2022 rappresentanti del governo italiano, Federalimentare e Coldiretti abbiano tenuto diversi incontri con la Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare (Dg Sante) e la Direzione generale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della commissione europea (Dg Agri). Poco tempo dopo, il previsto annuncio di un’etichetta a semaforo comune è slittato a data da destinarsi.

Le pressioni contro il Nutri-Score

In particolare, i rappresentanti degli interessi delle industrie agroalimentari italiane e il ministero dell’Agricoltura sembrano aver concentrato i loro sforzi sulla Dg Agri. Una strategia di successo, come vedremo. Le pressioni italiane erano volte a scongiurare che la scelta di un’etichetta a semaforo ricadesse sul Nutri-Score, sistema a cinque lettere e cinque colori già adottato da sette Paesi europei. Il motivo è semplice: il Nutri-Score dà ad alcuni prodotti italiani – sia d’eccellenza come il prosciutto di Parma Dop, sia industriali come i dolci Kinder e Ferrero – giudizi bassi. L’industria percepisce l’etichetta francese come una minaccia per gli interessi economici italiani. “A volte è difficile capire dove finiscono le autorità italiane e dove iniziano le associazioni agroalimentari” commenta puntualmente il Beuc.

Nutri-Score E sulla confezione di un prodotto
Le autorità italiane, Federalimentare e Coldiretti hanno incontrato più volte la Dg Agri per scongiurare la scelta del Nutri-Score come etichetta a semaforo europea

Incontri tra istituzioni europee, rappresentanti italiani e industria

Il 27 ottobre 2022 si è svolta una riunione congiunta tra il rappresentante italiano alla Commissione europea, Federalimentare e il Capo di Gabinetto della Dg Agri, durante la quale sono state ripetute ancora una volta le classiche bufale sul Nutri-Score. Federalimentare e il rappresentante italiano hanno sostenuto che l’etichetta a semaforo francese non ha basi scientifiche e non è utile per i consumatori, quando in realtà oltre 100 studi scientifici indipendenti dimostrano l’efficacia e l’utilità del Nutri-Score. Semmai, è proprio l’etichetta italiana NutrInform Battery tanto lodata dalle nostre autorità e dall’industria nazionale a non avere solide basi scientifiche: al momento si contano solo quattro studi a favore, tre dei quali finanziati da Federalimentare stessa. Anche Coldiretti ha ammesso l’inadeguatezza dell’alternativa italiana, in un incontro con la Dg Sante nel settembre 2022, quando ha dichiarato che il NutrInform è “non ancora adeguato e non così facile da utilizzare”.

Il giorno successivo, il 28 ottobre, si è tenuto un altro incontro tra rappresentanza italiana, Federalimentare e Dg Sante (fatto piuttosto inusuale per la prassi della macchina europea) in cui è stata ripetuta ancora una volta la disinformazione sul Nutri-Score e sul NutrInform. Le note della Dg Sante della riunione descrivono l’etichetta italiana come “meno radicale” e rivelano che “il Nutri-Score potrebbe essere accettabile se i difetti dell’algoritmo esistenti fossero corretti”.

Poche settimane dopo questi incontri, la Dg Agri ha fatto sapere alla Dg Sante che non supportava il Nutri-Score affermando che “un unico punteggio… sarebbe fuorviante e superficiale”. A dicembre 2022 era previsto dalla roadmap dell’iniziativa Farm to Fork l’annuncio la proposta della Commissione di un’etichetta a semaforo armonizzata e obbligatoria per tutta l’Unione Europea: annuncio che non è mai arrivato, per la gioia di Federalimentare, Coldiretti e politici italiani.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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Mirko
Mirko
13 Ottobre 2023 17:20

Certo, meglio un etichetta come Nutri-Score, che si basa su 100 g di prodotto, che la Nutriform Battery, che si basa sulla porzione. Chi di noi mangia a cena 100 g di Parmigiano Reggiano? Tutti, caspita. Ma per favore. Ricordo che il Parmigiano Reggiano lo consigliano anche i pediatri, solo che avendo il 17% di sale è normale che 100 g, per il Nutri Score, diventi rossa. Se si basasse sulla porzione magicamente non lo è più. Allora sarebbe più ovvio adottare un etichetta che mi indichi informazioni sulla porzione e non sui 100 g. Certo, la Nutriform Battery devono renderla più leggibile e chiara e meno macchinosa, per com’è adesso.

Roberto La Pira
Reply to  Mirko
16 Ottobre 2023 11:23

Secondo lo schema Nutri Score il Parmigiano Reggiano ha un’etichetta arancione e non rossa.Il Nutrinform Battery è incomprensibile per la stragrande maggioranza delle persone

Mirko
Mirko
Reply to  Roberto La Pira
16 Ottobre 2023 15:19

Che la Nutriform Battery sia poco chiara siamo d’accordo, dovrebbe essere sicuramente migliorata, ma reputo, personalmente, più corretto basarsi sulla porzione. Tuttavia, io giudico entrambe delle macchinazioni. È ovvio che chi produce alimenti a base di zuccheri o insaccati, avranno sempre degli ostacoli. Che si faccia promotore, sulle buone pratiche, anche la scuola oltre che la famiglia ma sappiamo quanto la politica italiana sia distante dalla realtà. Avendo dei bambini adolescenti ho sempre cercato di educarli in quello che assumono. Non può mai essere una app o una etichetta a guidarci.

Valeria Nardi
Reply to  Mirko
16 Ottobre 2023 15:54

Gli studi effettuati al riguardo mostrano l’utilità del Nutri-Score. “L’analisi dei differenziali ha evidenziato che Nutri-Score è particolarmente adatto a sottopopolazioni a rischio dal punto di vista nutrizionale, come i giovani adulti o le persone con scarse capacità di lettura e di calcolo. Uno studio condotto in Francia su oltre 14.000 persone ha dimostrato che la probabilità di classificare correttamente i prodotti utilizzando Nutri-Score, rispetto a una situazione di controllo in cui non era disponibile alcuna etichetta, era particolarmente elevata nei partecipanti provenienti da contesti socio-economici inferiori e in quelli con livelli inferiori di conoscenze nutrizionali.” Ducrot P, Mejean C, Julia C, Kesse-Guyot E, Touvier M, Fezeu LK, Hercberg S & Péneau S. Objective Understanding of Front-of-Package Nutrition Labels among Nutritionally At-Risk Individuals. Nutrients. 2015 Aug; 7(8):7106-25
E l’applicazione del Nutri-score non impedisce di attuare anche politiche di educazione alimentare o altro.

Andrea
Andrea
Reply to  Mirko
16 Ottobre 2023 14:22

Il concetto di porzione, quando è nelle mani del produttore o di soggetti non imparziali perde senso. Negli anni è stato stiracchiato dall’ industria alimentare, tanto da far passare anche le peggio cose tra le pieghe di una “sana alimentazione”, vedi i tre biscotti tre (e un frutto) a colazione. Per tacere del fatto che dà una subdola base giustificativa alle pratiche di shrinkflation.
A fronte di questo, imporre una quantità fissa arbitraria su tutto non è sbagliato, è il tentativo di fare un passo avanti. Non va bene? Usciteci un’autorità scientifica sovranazionale e indipendente (lontana dal corporativismo italiano) per definire la “porzione” di ciascuna classe merceologica alimentare e su quella applicate il Nutriscore. I produttori e le loro lobby non devono essere arbitri di sé stessi e del mercato. E no, storicità e tradizione non contano dal punto di vista nutrizionale, sono solo packaging immateriale.

ezio
ezio
14 Ottobre 2023 13:32

Trasformare la NutrInform più informativa e formativa, in un semaforo colorato a seconda dei contenuti specifici, potrebbe renderla più immediata per indentificare a colpo d’occhio contenuti eccessivi da quelli più utili, negli alimenti che consumiamo.
E’ la somma dei valori che fa la maggiore utilità, non certo il semplicismo ermetico del Nutri-Score, ma l’immediatezza del richiamo semaforico sarebbe molto utile allo scopo finale:
Informare per formare.

Roberto
Roberto
25 Ottobre 2023 12:44

Semplificare affinchè tutti possano capire, dicono i sostenitori del nutri-score. Alimentarsi non è una comportamento semplificabile: il nutri-score lo fa credere e danneggia le abitudini alimentari allo stesso modo in cui fanno gli integratori (semplificano facendo credere che assumendo delle pastiglie ci si alimenta bene/meglio). I governi devono lavorare per aumentare la consapevolezza dell’importanza di come e cosa si mangia, imponendo alle industrie alimentari una corretta comunicazione. Farlo però riducendo tutto a voti da A ad E mi sembra la strada sbagliata: deresponsabilizza i consumatori e scatenerà l’industria sulla “creazione” di cibi A (vedi salmone vegetale sintetico 3D).

Valeria Nardi
Reply to  Roberto
25 Ottobre 2023 13:06

Gli studi effettuati al riguardo mostrano proprio il contrario. Dal report “L’analisi dei differenziali ha evidenziato che Nutri-Score è particolarmente adatto a sottopopolazioni a rischio dal punto di vista nutrizionale, come i giovani adulti o le persone con scarse capacità di lettura e di calcolo. Uno studio condotto in Francia su oltre 14.000 persone71 ha dimostrato che la probabilità di classificare correttamente i prodotti utilizzando Nutri-Score, rispetto a una situazione di controllo in cui non era disponibile alcuna etichetta, era particolarmente elevata nei partecipanti provenienti da contesti socio-economici inferiori e in quelli con livelli inferiori di conoscenze nutrizionali.” Ducrot P, Mejean C, Julia C, Kesse-Guyot E, Touvier M, Fezeu LK, Hercberg S & Péneau S. Objective Understanding of Front-of-Package Nutrition Labels among Nutritionally At-Risk Individuals. Nutrients. 2015 Aug; 7(8):7106-25
E l’applicazione del Nutri-score non impedisce di attuare anche politiche di educazione alimentare o altro.
In questo articolo si spiegano bene alcuni vantaggi dell’etichetta nutri score: https://ilfattoalimentare.it/nutri-score-que-choisir-francia-favorisce-prodotti-tradizionali.html