Può una semplice pallina di caffè sostituire decine di milioni di capsule tipo Nespresso in nome della sostenibilità? La domanda se la pone Luigi Rubinelli in una nota pubblicata sul quotidiano online Alimentando in cui descrive la presenza sul mercato tedesco del CoffeeB – Cafè Royal (ne avevamo già parlato in dettaglio in questo articolo).
La novità è che questa macchinetta, venduta a un prezzo variabile a 111 a 140 euro, non utilizza più capsule di alluminio o di altro materiale per preparare il caffè. Al loro posto c’è una una pallina di caffè, che una volta utilizzata può essere messa nei rifiuti compostabili o direttamente nel vaso di fiori sul balcone.
“CoffeeB – commenta Rubinelli – propone di eliminare gran parte del packaging del caffè. Per chi crede che bisogna fare qualcosa per ridurre a quantità di rifiuti forse il sacrificio di sostituzione richiesto non dovrebbe essere tanto pesante”. Il progetto è interamente svizzero, come la torrefazione delle palline, il design delle confezioni (riciclabili) e la macchinetta da usare. C’è molta curiosità fra gli addetti ai lavori per capire se la formula della pallina funzionerà. Chi crede nel progetto è la catena di punti vendita Edeka, che nei negozi tedeschi più grandi espone la nuova soluzione per il caffè di casa e invita i clienti a provare il prodotto.
© Riproduzione riservata. Foto: CoffeB
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Ottima notizia.
È davvero surreale come la situazione della filiera del caffe sia cambiata in una decina di anni.
Avevamo gia trovato la soluzione da secoli, Ecologica e si chiamava caffe Moka, caffe sfuso.
Poi il marketing ha profotto le Capsule.
Ora si torna indietro.
Il 90% della responsabilita è peró nostra che abbiamo accettato le capsule plasticose senza battere ciglio in tutti questi anni.
Veramente! Siamo riusciti a rendere inquinante una preparazione semplicissima, a costo bassissimo, con residuo compostabile. Ora, dopo grandi sforzi e lunghi studi, abbiamo fatto in avanti un passo indietro. Chissà, forse fra qualche anno produrranno un attrezzo metallico diviso in due parti, in una delle quali collocare acqua (che sarà costosissima) e polvere di palline di caffè, mentre l’altra sarà montata superiormente e, sottoponendo il marchingegno a fonte di calore, nella parte alta fluirà la bevanda. Avrà sicuramente un nome avveniristico, con il prefisso ECO, costerà un occhio, ma ne ostenteremo il possesso a dimostrazione della nostra sensibilità verso l’ambiente.
ma le cialde ESE sono così inquinanti ? alcune hanno anche l’involucro di carta
Dipende dal materiale. Alcune capsule, così come alcune cialde possono essere prodotte con un imballaggio compostabili. Ma in questo caso si è eliminato totalmente l’imballaggio che vuol dire un grande risparmio sia di materiale che di energie impiegate per produrlo.
E’ vero. Ci sono da tempo sul mercati fornitori che usano capsule compostabili. Perchè non si obbligano tutti gli altri a usarle? E’ una questione di profitti?
Informazione alimentare ai massimi livelli. Complimenti!
Dubito fortemente che delle palline di caffè ***SVIZZERO*** possano avere un mercato ***IN ITALIA***, a prescindere dalla loro ecologicità… saranno pregiudizi, ma da sempre siamo abituati a considerare il caffè somministrato ovunque al di là delle Alpi una sbobba nerastra.
Forse una compartecipazione di aziende come Lavazza o Illy potrebbe portare la macchinetta e le sue palline compostabili sul mercato italiano, ma il fatto che fin’ora non sembrino interessate non mi pare lasci adito a grandi speranze, George Clooney non ha da temere per le sue comparsate.
Anche se conferisco le capsule usate al corner della nespresso situato in un grande magazzino, trovo molto interessante lo studio di cui si parla nel vostro articolo ed auspico che Nespresso metta presto in vendita le palline di caffè. Sarebbero tanti rifiuti in meno e sarebbe semplice smaltirle