Al termine di studi durati diversi anni, la catena cooperativa di supermercati elvetici Migros lancia quella che potrebbe essere un’autentica rivoluzione, nell’ambito del caffè domestico: le palline senza capsule totalmente sostenibili. Il CoffeeB (questo il nome del prodotto, dove B sta per balls), infatti, è costituito da caffè pressato avvolto in un involucro invisibile realizzato con polimeri di alghe. Una volta ottenuto il caffè, ciò che resta è un guscio vuoto che può essere polverizzato a mano e utilizzato come compost, con ottime rese in quanto ricco di elementi adatti come i sali minerali, e dotato di proprietà antisettiche, oppure avviato al ciclo dei rifiuti organici. Inoltre, ogni porzione, non essendo rinchiusa in un involucro di materiali quali l’alluminio, richiede dosaggi di caffè inferiori del 40% rispetto alle capsule classiche, e ha quindi un’impronta decisamente inferiore già in fase di produzione, e minori sprechi.
Il CoffeeB richiede, per il momento, una sua macchina, chiamata Globe CoffeeB, che costa 169 franchi svizzeri (circa 172 euro); le palline sono disponibili in otto aromi diversi, uno dei quali decaffeinato, in confezioni da 9, che costano circa 5 euro: un costo paragonabile a quello delle capsule compatibili con le macchine di Nespresso. Macchina e palline sono vendute in Svizzera, nei supermercati della catena, ma anche online, e in alcuni paesi europei, tra i quali la Francia, dove sono state introdotte nello scorso mese di settembre. La rivista Que Choisir le ha subito provate, mostrando in un video come effettivamente siano del tutto compostabili, e non contengano alcuna parte in plastica o alluminio neppure nel packaging, ridotto all’essenziale per evitare sprechi di materiali, e come il costo sia del tutto paragonabile a quello delle più note capsule per caffè. La macchina probabilmente può essere migliorata: al momento è un po’ ingombrante rispetto alle concorrenti super-compatte, e ha qualche rigidità di uso. In compenso, però, è silenziosa, veloce come le altre, si spegne automaticamente dopo un minuto, per evitare sprechi di energia, ed è facilmente aggiustabile in caso di rotture, perché progettata in moduli. Anch’essa è imballata senza plastica.
Quanto al gusto, nei panel condotti da Migros sarebbe risultato indistinguibile da quello di altre capsule comuni, e anche secondo Que Choisir non ci sono differenze rispetto alle normali capsule.
Molto positivo il commento della rivista, che saluta l’arrivo di un’innovazione diversa dalle altre, che di solito comportano un maggiore impiego di plastica, alluminio, materiali vari e imballaggi spesso non facili da riciclare, e non necessari se non al marketing.
Ogni anno nel mondo si producono non meno di 100.000 tonnellate di capsule di caffè, e anche se sempre più spesso le aziende le realizzano con materiali riciclabili, la quantità riciclata è sempre stata molto bassa, e continua a esserlo. CoffeeB potrebbe rappresentare l’inizio di un autentico cambiamento, anche perché potrebbe convertire alle capsule coloro che attualmente ricorrono ad altri sistemi proprio per evitare di produrre ogni giorno scarti di plastiche e alluminio, e non alimentare produzioni che hanno un elevato impatto ambientale già all’origine e che sono quasi sempre confezionate con packaging assai poco sostenibili.
Il mercato del caffè in capsule vale 12,3 miliardi di dollari e, secondo le previsioni, dovrebbe superare i 17,6 miliardi entro il 2026, portandosi dietro una scia infinita di rifiuti. Tranne nel caso in cui questi siano palline di alghe da usare per il compost.
© Riproduzione riservata. Foto: Coffeeb.com
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Giornalista scientifica