Il Regno Unito rimanda, la Scozia l’aveva già fatto nel 2020 (causa pandemia), ma il Galles non ci sta. La contestata decisione del governo britannico di rimandare al 2025 l’entrata in vigore delle nuove norme finalizzate a contenere il consumo di cibo spazzatura, assunta per non gravare ulteriormente sul portafoglio dei cittadini già svuotato dall’elevata inflazione, ha scatenato la rapida e contraria reazione di quello gallese. Almeno in Galles, presto ci saranno forti limitazioni a tutto ciò che può costituire un incentivo all’acquisto di alimenti nutrizionalmente scadenti a basso e bassissimo prezzo. Saranno infatti vietate le offerte del tipo paghi uno e prendi due e i ribassi temporanei per tutti gli alimenti e bevande che contengano quantità eccessive di zucchero, sale e grassi. Saranno introdotte specifiche restrizioni per la vendita di offerte combinate di prodotti che insieme superano certi quantitativi di zucchero, sale e grassi (come, per esempio, sandwich, più snack salato, dolce o patatine, più bevanda gassata e zuccherata). Inoltre, sarà proibito disporli alle casse o nelle corsie che i clienti devono percorrere obbligatoriamente per arrivare a pagare. Le nuove regole si dovranno applicare a tutte le reti commerciali che impieghino 50 persone o più.
Il Galles sembra prendere molto sul serio la modifica dell’ecosistema alimentare come strumento per la lotta alle patologie legate alla cattiva alimentazione, anche perché, come hanno ricordato diversi politici locali, numerosi studi hanno dimostrato che la strategia funziona. Non tutti sono d’accordo: le associazioni di categoria hanno subito sottolineato la lesione della libertà di scelta dei consumatori e protestato contro politiche da nanny state (stato babysitter), nel quale le autorità decidono perché le persone – si pensa – non sono in grado di farlo autonomamente. Alcuni hanno affermato che le nuove regole sarebbero inutili e che sarebbe più efficace modificare il packaging, apponendo scritte simili a quelle presenti sul tabacco. Altri hanno evidenziato i rischi derivanti dalla confusione, perché non sarebbe corretto permette di adottare norme diverse in una solo parte del Regno Unito (prassi in realtà consolidata da decenni su molte materie e perfettamente legale). Ma le associazioni per la tutela della salute e gli esperti in salute pubblica plaudono, anche perché in Galles il 33% dei cittadini acquista almeno un’offerta combinata a settimana, il 75% delle quali eccede le quantità consigliate di calorie. Ed è stato calcolato che chi le mangia cinque volte alla settimana in un anno potrebbe ingrassare da 2,8 kg fino a 21 kg, a seconda di cosa acquista. Per questo il 60% dei gallesi è in sovrappeso o obeso, un bambino su quattro a cinque anni è già obeso, e anche il diabete di tipo 2 è a livelli record.
Per tali motivi, è indispensabile intervenire proprio sui pasti fuori casa e non solo sulle offerte combinate presenti nei supermercati e nei negozi, ma anche sui piatti di ristoranti e bar, senza vietare nulla, ma attuando politiche di dissuasione, che indirizzino le scelte verso alimenti migliori. Queste misure saranno efficaci e sufficienti? Impossibile dirlo a priori. Quello che si dovrebbe ottenere è un aumento della consapevolezza dei consumatori, insieme a un incentivo alle aziende a riformulare i propri prodotti e a modificare (forse) le strategie di marketing sul cibo spazzatura.
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Giornalista scientifica