Ieri sera (24 novembre) a Porta a Porta, la trasmissione in onda su Rai 1 condotta dal giornalista Bruno Vespa, si è parlato dell’etichetta a semaforo che presto sarà presente su tutti i prodotti alimentari. L’attenzione si è focalizzata sul modello francese Nutri-Score, in ottima posizione per diventare lo schema da adottare in Unione Europea. I Paesi che hanno già deciso di adottarlo sono sei (Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) e migliaia le aziende che hanno già inserito semaforo nelle etichette. L’Italia insieme a Polonia, Grecia e altri Paesi è fortemente contraria.
Un surreale dibattito sul Nutri-Score
Ma questo non è il problema, la questione è che il dibattito condotto da Bruno Vespa è stato quanto meno surreale, sia per la scelta degli ospiti in studio, sia per l’assenza di contraddittorio. Al tavolo sedevano due bravi giornalisti che scrivono abitualmente di politica e costume e che probabilmente conoscono poco il tema dell’etichetta nutrizionale (Maria Latella e Antonio Polito). A fianco, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, organizzazione che a Bruxelles è conosciuta come una fortissima lobby del settore agroalimentare, e il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.
In collegamento dal suo ristorante milanese c’era anche lo chef Alessandro Borghese, molto brillante quando deve condurre il programma televisivo Quattro ristoranti, ma meno incisivo quando bisogna disquisire di etichette a semaforo. La ciliegina finale è stata la breve inchiesta realizzata dalla redazione di Porta a Porta, che confrontava il colore verde assegnato dell’etichetta Nutri-Score alle bibite dietetiche con il colore giallo o arancione attribuito a prodotti come olio extravergine, prosciutto e formaggio grana. Peccato che la prima regola del Nutri-Score sia quella di confrontare sempre prodotti della stessa categoria merceologica, altrimenti si perde completamente il significato dell’etichetta.
Questo aspetto fondamentale è stato quasi dimenticato dagli autori del servizio, dando cosi ai telespettatori la sensazione di un modello di etichetta farlocca che penalizza i prodotti tipici. Insomma chi ha visto il programma ha assistito a un ottimo esempio di disinformazione, realizzato da persone molto brave nel loro mestiere ma con poche conoscenze sull’argomento, affiancate da soggetti con grossi interessi economici e politici.
Gli studi scientifici a favore del Nutri-score
Bruno Vespa forse non sa che l’etichetta a semaforo è un argomento strettamente collegato allo stile alimentare e che esistono decine di studi scientifici su questo argomento. Anche il Centro comune di ricerca della Commissione Ue, di recente ha elaborato un dossier in cui gli scienziati hanno approvato il Nutri-Score come modello da adottare in tutti i Paesi (ne abbiamo parlato qui). Si tratta d’un problema che ha a che fare con la salute delle persone e che non può essere dibattuto avendo come riferimento gli interessi mercantili e quelli della politica.
L’argomento deve essere discusso da nutrizionisti, rappresentati del ministero della Salute o dell’Istituto superiore della sanità e, come si usa nei dibattiti seri, occorre anche invitare ospiti con pareri diversi. L’Italia è fortemente contraria al Nutri-Score e lo schieramento vede in prima fila politici, lobby, associazioni di ogni tipo e industrie alimentari con un fatturato strettamente collegato alla vendita di prodotti classificati come junk food.
Un disastro di disinformazione
Sul territorio ci sono centinaia di aziende italiane importanti che preferiscono non esprimere un parere per non inimicarsi l’opinione pubblica, anche se potrebbero trarre grossi vantaggi dall’etichetta a semaforo. Il bilancio della serata è stato comunque disastroso dal punto di vista dell’informazione. Forse la redazione di Porta a Porta ha pensato che realizzare un servizio sull’etichetta a semaforo sia come fare un dibattito su salumi, ristoranti e alta gastronomia. Il tema dell’etichetta riguarda la nutrizione e la salute dei consumatori, e gli interlocutori per questi argomenti sono nutrizionisti o scienziati che si occupano di questi argomenti in modo serio. Bruno Vespa dovrebbe trattare con più attenzione certi argomenti. Non è la prima volta che il giornalista televisivo scivola su tematiche importanti lasciando spazio a personaggi guardati con una certa perplessità da nutrizionisti ed esperti di alimentazione.
Il conduttore di Porta a Porta non è l’unico a proporre servizi sul tema dell’alimentazione e della nutrizione caratterizzati da un livello di informazione inappropriato. Giovanni Floris, anni fa, nel programma Di martedì, ha presentato servizi molto allarmistici in tema di igiene. Anche Barbara D’Urso ha dato spazio a diversi esperti di nutrizione ‘chiacchierati’. Purtroppo guardando i programmi di intrattenimento si ha la sensazione che quando si dibatte di nutrizione o alimentazione, basta avere una vivace parlantina, per mettersi davanti alla telecamera e, senza contraddittorio, proporre la propria cura dimagrante o il proprio modello di stile di vita alimentare, diventando in pochi mesi un personaggio del piccolo schermo capace di vendere libri e diete miracolose.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
In Italia e per nostra fortuna, primeggiano la Dieta Mediterranea, il Biologico e lo Slow Food, scelte importanti che non sono integrate negli algoritmi del Nutri-Score.
Fatevene una buona ragione, perché non è solamente una questione lobbistica di Coldiretti che le rappresenta giustamente, ma di nostre antiche tradizioni che in Francia non hanno e che tutto il mondo apprezza e ci imita.
Tutto il mondo ci imita? Nel resto del mondo la cucina italiana è quello che per noi è la cucina cinese: cucina etnica, roba da fine settimana. Dove ha mai visto tedeschi, americani etc… che provano a mangiare italiano tutti i giorni, come noi?
Il mangiare italiano tutti i giorni quanto ha di simile rispetto alla dieta Mediterranea?
il fatto alimentare dimentica che l’etichetta a semaforo è stata fatta proprio allo scopo di boicottare i prodotti italiani…ma secondo voi un consumatore di fretta al supermercato si soffermerà a fare confronti tra prodotti della stessa categoria merceologica, o si fermerà ad osservare i semaforo rosso?
l’ideazione del nutriscore è francese e i l’obbiettivo è chiaramente il boicottare i prodotti non francesi…
I Francesi hanno molti prodotti Dop e tipici, il numero è simile a quello italiano per cui la sua ipotesi mi pare alquanto remota. Non trovo così complicato dire alla gente che l’etichetta a semaforo ha un valore solo se si confrontano prodotti alimentari simili. Lei sostiene che il Nutri-Score sarà adottato in Europa per penalizzare il Made in Italy. Mi sembra un’ipotesi remota, anche perché il supporto alla validità è dato da scienziati e studiosi.
La coppia rai 1 e vespa non li condivido per cui in casa mia NON guardiamo questo canale per evitare di ascoltare bufale
fatta apposta per boicottare i prodotti italiani…
Esagerati!!!
Sempre a pensare che il resto del mondo e l’Europa in particolare passino il tempo a inventarsi leggi e regole contro di noi, non andremo da nessuna parte con questa mentalita` artatamente fomentata da chi ne trae vantaggio economico (poco in realta`) e politico (molto visto i recenti risultati).
Tutte le ditte italiane che esportano nei paesi che adottano il nutriscore gia` l’hanno introdotto per i prodotti che andranno all’estero, vedremo dati alla mano, se in futuro verranno penalizzate e se, come immagino io, non sara’ cosi` sara’ la conferma del polverone esagerato che e’ stato sollevato.
I formaggi francesi avranno (piu` o meno) lo stesso bollino dei formaggi italiani avendo composizioni simili come tutti i formaggi del mondo.
Lo stesso dicasi per tutte le altre categorie merceologiche, poi ognuno libero di credere a quello che vuole…
Bei tempi purtroppo andati, quelli in cui ad occuparsi di alimentazione e dei consumatori, per informare gli italiani c’era “Mi Manda Lubrano”, con l’omonimo conduttore (vero mastino napoletano) e Roberto La Pira.
L’antesignano dei programmi pro consumatori fu ‘Di tasca nostra’ condotto da Tito Cortese. Talmente valido e impavido che fu costretto a chiudere per fortissime pressioni lobbistiche. Ma era validissimo anche ‘Mi manda Lubrano’ con un angolo dedicato alle prove di Altro Consumo. I bei tempi andati di una TV che non tornerà più. Scusate l’OT.
Mi manda Lubrano ha pubblicato circa 50 test realizzati sia dalla rivista La nuova ecologia diretta da Paolo Gentiloni sia prove commissionate direttamente dalla Rai. In entrambi i casi i test erano realizzati e presentati dal direttore de Il Fatto Alimentare
La domanda importante per i professionisti del settore è se si può usare il nutri score in Italia su prodotti con etichetta europea. Non mi sembra chiaro la situazione.
L’Antitrust, che aveva aperto un’istruttoria contro Carrefour per l’uso del Nutri-Score su 69 dei suoi prodotti a marchio, non ha potuto vietarne la presenza perché si tratterebbe di una decisione in violazione dei principi comunitari. Si tratta di prodotti a marchio Carrefour delle linee Classic, Sensation, Extra, Original, Carrefour Bio, Carrefour Veggie, Selection e Simple, che sono commercializzate dalla società francese in altri Paesi Europei, oltre all’Italia. L’Antitrust ha tuttavia posto delle limitazioni all’uso. Ne abbiamo parlato qui: https://ilfattoalimentare.it/antitrust-carrefour-nutri-score.html
Altri produttori, invece, si sono impegnati con l’Antitrust a non utilizzare il Nutri-Score in Italia.
L’etichetta a semaforo sarà pure di impatto immediato sul consumatore ma, se non adeguatamente informato, la lettera o il colore del “semaforo” sono una risposta asettica: verde=buono, rosso=non buono. Credete che il consumatore comune sia in grado di valutare l’informazione del nutri-score confrontando prodotti della stessa categoria merceologica? Io ci credo poco.
Personalmente, pur essendo molto scettico sull’introduzione del Nutri-score, condivido il “focus” dell’articolo, ovvero l’informazione inappropriata che troppo spesso viene divulgata da programmi televisivi con grande audience.
Nella puntata di Porta a Porta oggetto dell’articolo, ci fossero stati nutrizionisti ed esperti scienziati, pur di differente opinione, avrebbero consentito ai telespettatori di farsi una propria opinione basata su dati e valutazioni con fondamenti tecnici e non politici.
Ma l’informazione inappropriata avviene anche ogni volta che nei programmi televisivi che trattano di ristorazione e alimentazione non sono minimamente rispettate le fondamentali regole di igiene e buone norme comportamentali. Chef senza copricapo, manipolazione scorretta, uso di utensili non idonei al contatto con alimenti, gestione delle attrezzature inappropriato, condizioni di evidente cross contamination, e così via…
Sarebbe utile ricordare che la comunicazione è informazione, quindi se scorretta la prima lo sarà ance la seconda. Le “esigenze televisive” non dovrebbero andare a scapito della “corretta comunicazione/informazione”.
L’unica regola “difficile” del Nutri-Score è che bisogna dire alla gente che il confronto va fatto con prodotti simili. Non mi sembra così complicato.
Ritengo che il difficile non sia passare il messaggio ai consumatori che il semaforo serve per valutare alimenti simili, ma come ho sempre motivato al Dr. La Pira, indicare il motivo di tale scelta, per informare correttamente ed educare a consumi più salutari e/o meno dannosi.
Allo scopo, ripeto il mio consiglio che sarebbe più semplice, utile ed educativo colorare i valori critici e positivi direttamente in tabella nutrizionale, magari con gli stessi paramentri con cui sono stati scelti i colori per il Nutri-Score.
Buongiorno, sono d’accordo con quanto scritto tranne su un passaggio dell’articolo: “ci sono centinaia di aziende italiane importanti che preferiscono non esprimere un parere per non inimicarsi l’opinione pubblica”. Da giornalista agricolo posso dire senza timore di smentita che il problema non è inimicarsi l’opinione pubblica, ma un dirigente molto potente di una lobby che, se vuole, può far saltare qualsiasi banco o testa, almeno qui in Italia. Solo citarne il nome si rischiano azioni legali. Andarci dietro conviene, perché c’è dell’arte in come sanno pilotare l’informazione di settore e la stessa opinione pubblica. L’alternativa è come fate voi da diversi anni, parlar bene del nustriscore.
Condividendo il fatto che il nutriscore ha dalla sua l’immediatezza del messaggio, ipotizzare che una più o meno veloce campagna informativa porti il consumatore medio a confrontare solo prodotti della stessa tipologia è o ingenuità o malafede. Quanti anni sono che si fa informazione sul fatto che il sale fa male e che ne mangiamo troppo? Credo alcuni decenni; risultato? Diminuzione dello zero virgola! Ricordo che l’italiano medio mangia una quantità di sale doppia del massimo consigliato da autorevoli soggetti di scienza.
Il problema reale del nutriscore è il riferimento fisso a 100 g, che è fuorviante. 100 g (o ml) di Coca-Cola solo una parte della “dose” media, mentre 100 g di olio EVO costituiscono la quantità utilizzata per 7-8 pasti…
Se spiegare come funziona il Nutri-Score è complicato, fare la stessa cosa con il NutrInform Battery è impossibile.
Trovo allucinante che un programma televisivo che si definisce di giornalismo serio mostri il suo smaccato sostegno a imprenditori e lobbisti economici che strizzano l’occhio alla politica, mettendo in secondo o perfino terzo piano la salute della persone. Stessa cosa con l’ambiente. Vergognoso.
Gentissimo Dott La Pira, La vedo dura…, comunque una soluzione immediata che andrebbe bene all’Europa e
alla Sora Lella, al secolo Elena Fabbrizi, ci sarebbe: mettiamo sui prodotti quello che vuole l’Europa e poi anche
un’etichetta esplicativa per i poveri mortali. Non è mica vietato, magari sottoforma di istruzioni per l’uso.
Mi perdoni, è solo una battuta, ma …forse no.
La sua idea potrebbe essere interessante, ma il problema non è questo. L’Italia vuole mettere sui prodotti l’incomprensibile batteria NutrInform Battery. Per spiegare cosa significa la batteria bisogna avere a disposizione un foglio A4. La sua idea non funzionerebbe perché lo scopo vero dei lobbisti e dei politici è di mettere sui prodotti alimentari un’etichetta a semaforo che non si capisce.
Mi scusi, dimenticavo. Non c’entra niente con il problema in questione, ma approfittando del fatto che su questa pagina
compare spesso la pubblicità della Barilla le pongo questa domanda: ma come fa una Ditta asssolutamente seria come appunto
la Barilla a presentare a un popolo di spaghettari un piatto con una quantità di spaghetti al pomodoro che per l’italiano medio
equivale a una semplice “forchettata” e per di più ammucchiata a palletta? Non sto scherzando, ma me lo hanno chiesto
degli amici britannici che si sono immediatamente adeguati alle nostre tipiche porzioni. E forse sulla famigerata etichetta si
potrebbe riportare un algoritmo per tenere conto della porzione consigliata. Grazie
Certo che un servizio giornalistico così scadente stupisce. i due giornalisti invitati non potevano leggersi qualcosa prima di partecipare a una trasmissione su un argomento specifico? Passi per lo Chef, ma una redazione che non ha approfondito l’aspetto principale, il confronto con prodotti della stessa categoria, forse avrebbe fatto meglio a scegliere un altro tema.
Delle cose si può discutere e avere opinioni diverse, ma partendo da informazioni esatte ed esaustive.
“presto sarà presente” sull’etichetta è un ossimoro, visto che la Commissione ha deciso di rimandare di un altro po’ anche la sola discussione di quale sistema adottare (semmai verrà adottato).
Semmai siete voi che lo descrivete come il sistema “migliore ” del mondo, quando l’algoritmo è arbitrario e costruito su modelli non pertinenti il tipo di alimentazione mediterranea e italiana
L’algoritmo non è arbitrario tant’è che è stato rivisto ultimamente aggiornando alcuni parametri che penalizzavano l’olio extravergine e altri prodotti. Il Nutri-Score è pertinente e in linea con la dieta mediterranea come abbiamo già scritto diverse volte